Vogliamo dirlo o non vogliamo dirlo che Selvaggi di Carlo Vanzina è stato fonte di ispirazione per J.J. Abrams?
arlo Vanzina o J.J. Abrams? Selvaggi o Lost?
Chi è cresciuto negli anni ’90, non ha il benché minimo dubbio.
Per quanto Lost, nonostante resti di certo una delle migliori serie TV di sempre, alla quale diamo il merito di aver rivoluzionato il piccolo schermo, lo vogliamo dire o non lo vogliamo dire che J.J. Abrams si è ispirato a Carlo Vanzina?
La storia è per certi versi differente, ma la base di partenza è la medesima. Un gruppo di sconosciuti dispersi dopo un disastro aereo, si ritrovano di colpo in una misteriosa e ignota isola.
Un luogo incantevole, chiaramente, ma pieno di insidie, e soprattutto con la necessità di sopravvivere, trovare del cibo, l’acqua potabile, costruire degli alloggi per ripararsi e dormire la notte.
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La compagine di questi Selvaggi è piuttosto colorita, ma costituita – come per Lost – da un cast corale.
Analizzandola, anche confusamente, risulta piuttosto evidente che la serie TV abbia trovato forte ispirazione dal masterpiece vanziniano.
Antonello Fassari interpreta Mario Nardon, ed è un leader carismatico come Jack di Matthew Fox, avvalorando la tesi che Abrams non ha molte idee, scegliendo di chiamare il suo protagonista come il 90% di quelle delle altre serie statunitensi, ma solo perché usando una versione anglosassone del nome Antonello, come Antony, avrebbe rischiato il plagio.
In Lost invece, il personaggio di Sawyer è un chiaro riferimento al signor Bebo di Selvaggi, interpretato dall’eccellente Ezio Greggio. Si tratta di due personaggi molto simili, sicuri di sé, audaci, sprezzanti del pericolo e anticonformisti, infine entrambi hanno un certo fascino sulle donne.
È piuttosto evidente anche il fatto che il personaggio di John Lock sia ispirato al professor Luigi Pinardi interpretato da Leo Gullotta in Selvaggi: sempre pronto a risolvere la situazione per il bene del gruppo.
Potremmo continuare su questa linea, ma penso che sia ormai chiaro a tutti come J.J. Abrams abbia voluto omaggiare il suo collega Vanzina, ispirandosi a questi leggendari personaggi per il suo serial.
Tornando (quasi) seri…
A margine di ciò, è interessare riscoprire come Selvaggi rappresentasse perfettamente uno spaccato della nostra nazione, mostrandoci col confronto Bebo-Nardone la netta divisione politica che imperava in quegli anni di post-Tangentopoli, con il PdL da una parte e il PdS dall’altra, e sottolineata in questo film in modo divertente, con personaggi macchiettistici e portati all’estremo.
Altrettanto divertente è il modo in cui Vanzina sceglie di non rappresentare i suoi sopravvissuti, ovvero portati allo stremo o a vivere di stenti, ma di donare all’isola un aspetto simile a quello di un resort tropicale, in cui poter bere, mangiare, flirtare, organizzare falò e giocare pure “al mercante in fiera”. Il tutto, giustamente, nel pieno stile della commedia italiana.
Non sempre le commedie nostrane di quegli anni sapevano conciliare nel mondo giusto le gag e l’ilarità con una corretta fotografia del contesto sociopolitico dello Stivale, ma con Selvaggi dobbiamo ammettere che Vanzina ha fatto davvero centro.
Adesso la Rai sta portando sul piccolo schermo una fiction ispirata a Lost dal titolo Sopravvissuti, quindi il compito di Stay Trash è specificare che questa serie sua volta prenderà spunto da Selvaggi, inevitabilmente. Ma altrettanto inevitabilmente non riuscirà mai a toccare simili vette.