Dal 27 settembre 2022, con un episodio a settimana, in Italia è disponibile su Disney+ “The Old Man”, una spy story di Jonathan E. Steinberg basata sul romanzo omonimo di Thomas Perry, che nel cast annovera il ritorno sulle scene del mitico Jeff Bridges
erché parlo di “ritorno sulle scene”? Perché Jeff Bridges ha appena superato un periodo terribile. Lo stop alle riprese proprio di The Old Man (disponibile ora su Disney+) per l’imperversare della pandemia, la scoperta di un linfoma poco dopo e, come se non bastasse, anche una lunga degenza causa Covid, che gli è quasi costata la vita.
Aveva cominciato a studiare il protagonista di questo show, Dan Chase, appassionandosene fin da subito e indagandolo nel profondo, con intensa dedizione. Nelle sue interviste ne parla come fosse stato amore a prima vista. Perché Dan è un uomo dalle mille sfaccettature, tante da non poterlo definire con termini netti.
Dan è l’old man del titolo. Fin dalla prima scena percepiamo quanto l’età gli pesi come un macigno. La accetta, però non la riconosce come propria. Scopriamo, piano piano, che ha perso la moglie per una malattia neurodegenerativa, e a fargli compagnia ci sono solo i suoi amati rottweiler. Passa molto tempo al telefono con la figlia Emily, che lo ricorda da sempre come un uomo che non ha paura di nulla, forte e indistruttibile. Non bastano le sue parole a rincuorarlo, Dan sente che qualcosa non va. La sua vita sta per essere messa in pericolo.
Si scopre, infatti, che lui si era rifugiato nel Vermont con la moglie per il solo scopo di non essere mai più trovato. Quando di notte un uomo entra a casa sua, di soppiatto, con l’intento di ucciderlo, Dan capisce che è l’ora di andarsene. E veloce, anche.
La trama della serie è vasta, piena di risvolti e sottotrame, ma in termini generali è la solita storia dell’uomo che scappa da un passato che ritorna presentando un conto molto caro. Se poi ci si aggiunge che sono coinvolti anche i Russi durante il conflitto contro l’Afghanistan, ecco qui che abbiamo un serial piuttosto comune.
Dan è un ex agente della CIA intuitivo e spietato, a cui gli anni passati non hanno scalfito le grandi capacità. Vediamo un Jeff Bridges irreprensibile e duro che sconfigge i suoi nemici, che siano della CIA stessa o uomini di un “re della guerra” – così viene chiamato – del Medioriente, con una fermezza disarmante. Forse anche un po’ troppo.
È ovvio che The Old Man si basi interamente su di lui, sulla sua fuga, sul suo passato, raccontato con flashback a volte un po’ confusi, sui pochi rapporti che gli sono rimasti, tra sua figlia Emily e il suo vecchio capo Harold Harper, interpretato da un grande John Lithgow. Solo che, spesso, si cade nei soliti cliché anacronistici per cui è proprio il re della guerra Faraz Hamzad – Pej Vahdat – a cercarlo dopo trent’anni e a mettere a rischio la sua vita, e – senza fare spoiler– il motivo non è neanche così scontato, seppur prevedibile.
Durante il suo viaggio Dan incontra Zoe, Amy Brenneman, che si dimostra essere la tipica figura che potrebbe mettere in discussione la determinazione del protagonista – anche se molto frettolosamente. Tante le parole tra di loro nonostante il poco, pochissimo tempo trascorso insieme, ma che basta a renderli eccessivamente uniti.
Dati i numerosi personaggi e tutte le loro storie, è difficile definire quale sia la vera direzione di questa serie. Sicuramente di successo ne ha avuto, visto che è stata rinnovata per una seconda stagione. Sembra mancarle un filo conduttore: è vero che, per un momento, sembra essere proprio Dan, però nel corso delle puntate il focus si sposta continuamente, da una trama all’altra. Il che potrebbe essere anche un bene, se non fosse che rende la visione a dir poco caotica.
Questo mostro-fantasma di Faraz è onnipotente e onnipresente: tutto dipende da lui e, soprattutto, ogni cosa è decisa da lui, anche quando non sembra. La storia non è più di Dan ma di Faraz, di ciò per cui ha combattuto in gioventù e di cosa ha subito in un lontano passato che lui non ha mai dimenticato. È il suo rancore il vero motore della trama, e noi spettatori, come i personaggi, ne siamo soggiogati. E questo, se ci si riflette un po’ sopra, è avvilente.
All’elenco non manca nulla. Una spy story con corse folli in macchina, armi a non finire, storie d’amore e di tradimenti, complotti e guerre internazionali. E ogni personaggio ha modo di inserirsi nelle sottotrame degli altri. Come Harold che vuole aiutare Dan perché è coinvolto anche lui nella vicenda del passato. Oppure Emily che, a un certo punto, esce allo scoperto scombussolando tutto. Zoe che agisce per farsi valere, anche se la sua piccola battaglia è in realtà troppo discreta in confronto a quello che sta affrontando Dan.
Ecco qui la ricetta perfetta per la classica storia americana di forza e vendetta, con il superuomo che si ritrova a combattere antichi nemici che, dal nulla, ritornano inesorabili per regolare i conti. Per quanto riguarda la regia di The Old Man è tutto bellissimo, non c’è che dire. Attori e interpretazioni impeccabili, una fotografia che racconta molto di più dei dialoghi con giochi eloquenti di luci e ombre e una videocamera introspettiva, che non tralascia alcun dettaglio.
Mancava solo un po’ più di originalità.