The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: Christian Bale in una torbida storia di omicidi firmata Scott Cooper
Metti insieme una macabra e misteriosa storia di morte e omicidi in una ambientazione ottocentesca, Christian Bale nei panni di un cupo e barbuto detective, Harry Melling ad interpretare Edgar Allan Poe, ed ecco che gli ingredienti per un thriller-giallo di successo sembrano esserci tutto.
In realtà, The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, diretto da Scott Cooper nonché adattamento del romanzo di Louis Bayard è anche molto di più, riuscendo a spaziare tra più generi, entrando anche nel campo dell’horror e del mistico.
Il sodalizio tra Cooper e Bale è ormai datato, poiché già nel 2013 il regista diresse l’attore nel buon action-thriller Il fuoco della vendetta, ma soprattutto nel 2017 nel sottovalutato Hostiles, un western atipico in cui già dopo pochi istanti una macabra scena di scalpi ci mostrava una sorta di predisposizione del cineasta per le tinte orrifiche. Attitudine messa a punto poi in Antlers e che ritroviamo infine, appunto, in The Pale Blue Eye.
Come detto, dunque, gli ingredienti per catturare la nostra attenzione ci sono tutti, e questo film trasmesso da Netflix dal 6 gennaio, ci riconcilia col cinema dopo un anno di uscite nel complesso non proprio esaltanti.
Siamo nel 1830, e il noto detective Augustus Landor (Christian Bale) sembra ormai aver abbandonato la sua professione, dopo la morte della moglie ma soprattutto in seguito alla scomparsa della figlia Matilda. Lo strano ritrovamento di un cadetto dell’accademia militare americana di West Point, impiccato e col cuore estratto dal petto, mette però in moto la macchina investigativa, richiedendo dall’alto i servigi dell’ottimo Landor, il quale non può esimersi dal tentativo di risolvere il complesso caso. Di lì a poco oltretutto nuovi omicidi e strani avvenimenti renderanno ancora più difficile e misteriosa la ricerca della verità, al punto che Landor proverà a servirsi dell’aiuto di un giovane cadetto con la passione per gli intrighi e la poesia, che risponde al nome di Edgar Allan Poe (Harry Melling).
Come nei migliori gialli, saranno molti gli indiziati a finire sotto la lente investigativa, ed ovviamente la risoluzione segnerà un incredibile colpo di scena, in grado di far guadagnare diversi punti al film di Scott Cooper.
The Pale Blue Eye è un’opera densa e intensa, in cui il clima freddo e nevoso e l’ambientazione di un’America nel pieno del XIX secolo, caratterizzata da una fotografia glaciale e cupa (Masanobu Takayanagi) in cui predominano tinte grigie e blu, con interni notturni lievemente illuminati dalle candele diventano elementi che rendono ancor più misteriosa e lugubre l’atmosfera. Gli enigmi intorno a cui ruota l’indagine sono intriganti al punto giusto, supportati dal solito carisma scenico di Bale, che domina lo schermo sebbene debba condividerlo con una figura altrettanto autorevole come quella di Harry Melling, un attore in grande crescita, soprattutto in ruoli atipici, come già mostrato ne Le strade del male di Antonio Campos, a cui si aggiunge un parterre di grandi attori non protagonisti, tra i quali spicca l’immenso Timothy Spall nel ruolo del colonnello Thayer, Toby Jones in quello del medico legale, e Gillian Anderson nei panni della bislacca moglie di quest’ultimo, oltre ad una rapida apparizione di Robert Duvall.
Grazie a questo mix di ingredienti, The Pale Blue Eye diventa un film multigenere che riesce ad affascinare il pubblico, tenendolo incollato allo schermo nonostante di tanto in tanto il ritmo perda leggermente la sua scorrevolezza, lasciando alla sua insita ombrosità e teatralità scenica un ruolo ugualmente ammaliante.
The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è su Netflix.