Stay Nerd ha avuto la possibilità di intervistare, in quel di Lucca Comics, il poliedrico Marco Checchetto. Marco ci ha parlato del suo lavoro e di tutti i suoi progetti attuali e futuri con disponibilità e gentilezza. Ecco a voi l’intervista.
Ci fa piacere parlare anche di te sulle pagine di Stay Nerd. Ti volevo chiedere ovviamente soprattutto di Life Zero, perché è il progetto diciamo più importante di cui ti stai occupando.
C’è Star Wars sai, (ride) grazie per la stima!
Volevo sapere in due parole quali sono i passi che ti hanno portato alla realizzazione di questo progetto, al di là del fatto pubblico che sappiamo che è stata una genesi un po’ lunga?
Il progetto è nato tra il 2007 e il 2008 in una telefonata tra me e Stefano Vietti. Noi siamo amici per cui ci chiamiamo, ci raccontiamo, non so, l’ultimo film che abbiamo visto, l’ultimo videogame che abbiamo provato ecc. In una di queste telefonate è saltato fuori che lui avrebbe tanto voluto scrivere una storia di zombie ed io invece volevo disegnare una storia action, a quel punto le due cose si sono unite ed è nato Life Zero. Purtroppo io ero sommerso di lavoro con la Marvel e lui con la Sergio Bonelli Editore e il progetto si è fermato ed è ripartito un sacco di volte fino a che, due anni fa, la Panini si è interessata ed abbiamo iniziato a lavorarci seriamente… ed eccolo qua, alla fine è nato!
Mi chiedevo, il fumetto sembra poco un fumetto italiano, ovviamente anche visti i tuoi trascorsi con la Marvel fa molto fumetto americano, come siete riusciti ad unire i vostri trascorsi con Vietti che viene da Bonelli, e tu invece che sei con la Marvel da tanti anni, come vi siete incontrati stilisticamente parlando?
Bhè a noi piacciono più o meno le stesse cose, ci piacciono gli stessi film, ci piacciono gli stessi fumetti, per cui avevamo voglia di creare questa cosa insieme ed a livello visivo, è vero, è molto Marveliano, diciamo americano, perché io ho lavorato solo lì, cioè le mie esperienze italiane ormai sono molto lontane, sono state molto poche e quindi l’aspetto che ha ce l’ha perché ormai sono quasi 10 anni che lavoro per la Marvel e graficamente è figlio di uno sviluppo nel mio lavoro che mi ha portato a questo.
Non è stato difficile comunque unire le due cose?
No non è stato difficile coniugare le due cose cioè, la sua scrittura Bonelli ed il mio disegno Marvel si sono sposati bene proprio perché siamo amici, soprattutto per quello.
Quindi c’era già un’alchimia spirituale?
Sì, esatto bravo.
Quali sono state le principali fonti di ispirazione per il protagonista, il capitano Shako?
Il capitano Shako è il mio amore incontrastato ed infinito per John Carpenter, io adoro i suoi film ed in particolar modo “Fuga da New York” e “La Cosa”. Da questo un’altra mia fonte è stata Solid Snake o Big Boss, Metal Gear insomma, io sono un fan sfegatato di Metal Gear, e guarda caso Hideo Kojima si è ispirato a Jena Plissken o Snake Plissken di fuga da New York per cui tutto torna alla fine e quindi quella tipologia di eroi è la mia tipologia di eroi. Anche quando ho affrontato la run su Punisher, la mia versione è diventata una sorta di Jena Plissken/Solid Snake, mi è dispiaciuto averlo fatto perché io avrei voluto creare un personaggio mio che avesse quelle fattezze lì, per cui l’ho cambiato un sacco di volte ma alla fine ho detto “perché devo cambiarlo?” e ho deciso di lasciarlo che ricordasse queste radici insomma.
Si, bé devo dire che comunque ha un tratto piuttosto personale, nonostante le influenze, quindi è un tuo personaggio chiaramente.
Si qui stiamo parlando solo a livello grafico, cioè il primo impatto a vederlo dici “Ok è il Punisher di Checchetto, è Metal Gear è Kurt Russel”, però poi il personaggio anche nel suo sviluppo, nella storia, non assomiglia per niente a questi personaggi, Shako è una bruttissima persona, sono tutti quanti personaggi bruttissimi, cattivissimi ed è una storia di brutte persone ecco.
Cosa vi ha spinti ad optare per il formato mini serie da tre numeri?
Bhé in modo molto pratico ci ha spinto il fatto che siamo molto impegnati con le nostre rispettive case editrici, una serie impensabile proprio in termini di tempo da portare avanti e poi perché volevamo che fosse una storia breve ma completa, non volevamo dilungarci per molti numeri insomma.
Quindi fino al principio il ciclo narrativo era circoscritto?
Sì Life Zero finirà, cioè ha una fine, chiaramente ci siamo tenuti delle finestre, delle porte aperte in caso volessimo un giorno, che potrebbe essere molto lontano o molto vicino, farne un seguito però alla fine del terzo numero la storia finirà, avrà una fine ed il lettore sarà appagato.
Quest’universo sembra avere una dimensione letteraria molto sviluppata, la nube stessa sembra una diretta citazione al romanzo fantastico del 1901 Nube Purpurea. Avete già pensato di implementare l’universo narrativo con dei romanzi come hanno fatto ad esempio con The Walking Dead?
Life Zero si presta moltissimo ad avere un universo espanso, cioè, potremmo raccontare molte storie, adesso il primo numero è introduttivo, la vera storia si svilupperà nel secondo e nel terzo numero e abbiamo anche già pensato ad un prequel, a un sequel e non è detto che escano solo in versione fumetto, potrebbe veramente uscire anche un romanzo, chi lo sa, in fondo abbiamo fatto una colonna sonora per cui (ride)… non ci precludiamo nessuna possibilità!
Colgo l’occasione di avere un illustre fan come te di Metal Gear, voglio sapere, pro o contro Metal Gear Solid V?
Mi dispiace ma sono proprio contro. Li ho giocati tutti quanti e io sono veramente un fan sfegatato ma ci sono rimasto veramente molto molto male. Il gioco è bellissimo, è veramente bello, però a livello narrativo è meno bello addirittura di Peace Walker che era su PSP, ci sono rimasto molto male, mi ha deluso molto, mi dispiace.
A cura di Angela Bernardoni e Settimio Capozzoli