Non tutti i giochi di Star Wars escono con il buco
Come per moltissimi altri successi cinematografici, anche con Star Wars si sono fatti molteplici tentativi di replicare la magia dell’universo creato da George Lucas con videogiochi a tema di ogni genere, e intendiamo LETTERALMENTE ogni genere. Anzi, probabilmente Star Wars, con i suoi duelli di spade laser, le sue battaglie spaziali, e moltissimi altri elementi che mandano in brodo di giuggiole milioni di appassionati in tutto il mondo da un trentennio a sta parte, può essere una delle migliori fonti di ispirazione per creare grandi videogames. In effetti giochi fantastici ambientati nell’universo di Star Wars non sono mai mancati e chiunque a prescindere dai gusti, può trovare il SUO videogame di Star Wars.
Personalmente per esempio, da grande amante degli action, ho trovato molto buono il lavoro fatto con il primo Star Wars: Il potere della Forza, ma ne potrei citare moltissimi altri, come il fantastico Super Star Wars per Super Nintendo, primo capitolo di una ottima serie per la console 16bit di Nintendo, una commistione tra le suggestioni dell’universo cinematografico che si potevano ricreare con i limiti tecnici dell’epoca e una solida struttura da action platform, o ancora il celebre Star Wars: Knights of the Old Republic. Ma come per l’ambito cinematografico, anche in quello dei videogames il noto brand ha fatto i suoi passi falsi. Eccone 7 esempi eclatanti.
Star Wars Super Bombad Racing
Nel 2001 arriva questo racing scanzonato per PlayStation 2 sulla falsariga di Mario Kart, o per rimanere nei recinti di Sony, Crash Team Racing. Ora, il gioco di per sé non è pessimo ma sicuramente si tratta di uno dei titoli che meno riescono a trasmettere le atmosfere del film. Oltre che ispirarsi ad uno dei capitoli meno memorabile della serie, ovvero La Minaccia Fantasma, è innegabile l’effetto straniante di trovarsi delle versioni super deformer di alcuni illustri protagonisti del film, come ad esempio il malvagio Darth Maul, impegnati in un contesto cosi “infantile” e tutto sommato, non proprio ispirato. Una chiara operazione commerciale, inficiata da un comparto tecnico piuttosto spartano, con collisioni approssimative, traccie sonore poco riuscite e in generale un level design dei tracciati piatto e poco accattivante. Inutile a dir poco.
Star Wars Masters Teras Kasi
Se l’incursione della saga nel mondo dei picchiaduro potrebbe non sembrare tutto sommato una bruttissima idea, l’esecuzione di questo Star Wars Masters of Teras Kasi, gioco del 1997 per PlayStation, basta e avanza a svilire completamente tutto il concept iniziale. La trama del gioco praticamente non esiste, non ci sono cutscene relative ai (pochi) personaggi utilizzabili, né alcun finale specifico per ognuno di essi. Ma è il gameplay quello che conta giusto? Bene il gameplay di questa brutta copia di Tekken è tutt’altro che gratificante e ben concepito. I controlli sono poco reattivi e il moveset dei combattenti ridotto all’osso, poche combo, mosse speciali criptiche (non esiste nemmeno un tutorial che le spieghi a dovere) e visivamente imbarazzanti. Molte scelte di design risultano poi quanto meno discutibili, come il fatto di non dare immediatamente la possibilità agli Jedi di combattere con le spade laser ma relegare l’estrazione di esse a specifiche sequenze di comandi che francamente non hanno senso (perché rendere cosi macchinose queste operazioni?
Pensano davvero che abbia il minimo senso dare la possibilità di tirare dei tristi cazzotti con Luke Skywalker e Darth Vader? Dovrebbe aggiungere qualcosa al combat system?). E a proposito di scelte stupide, perché in un roster già di per sé cosi limitato di soli otto personaggi, non mettere nomi importanti come Yoda o Obi Wan Kenobi e optare per… Thok? Arden Lyn? WTF!!! Chiudiamo con un set di animazioni che definire ridicolo è poco e passiamo ad altro va…Â
Star Wars Jedi Arena
Va bene, parliamo del 1983 e va bene, siamo su console Atari 2600, è più che lecito non aspettarsi niente di ché. Ciò detto, non si può nemmeno negare che pure con tutta l’immaginazione del mondo è difficile pensare che giocando Star Wars Jedi Arena siamo di fronte ad un titolo anche solo vagamente ispirato ai film. Andiamo, non è nemmeno un combattimento tra spade laser, sono solo due cosi visti dall’alto che cercano di evitare i raggi di una palla fluttuante con i loro arnesi giganti, e suona tanto male quanto in effetti appare il gioco. I limiti tecnici non c’entrano nulla, questo gioco non ha senso di esistere ora come 30 anni fa.
Star Wars Demolitions
Ricordate Vigilante 8 e Twisted Metal? Giochi ignoranti e grezzate di primo livello, niente da recriminare assolutamente, a dire il vero erano davvero divertenti, ma quanti di voi accosterebbero le loro dinamiche all’universo di Star Wars? Ecco bravi. Suvvia ragazzi, siamo d’accordo, non stiamo parlando del gioco più brutto del mondo ma quanto è profondamente sbagliato sfruttare così l’universo di Guerre Stellari in questo modo. Non esiste niente di più dissacrante rispetto allo spirito originale della saga cinematografiche che un nugolo di mezzi “ispirati alla serie” che si sparano addosso in arene piccole, squadrate e davvero desolanti, in un clima generale di confusa distruzione di massa.
Accadeva nel 2000 con Star Wars Demolitions, titolo di LucasArts e Activision per PlayStation e Dreamcast. Comandi ingestibili, collisioni fuori da ogni limite tollerabile. Un gioco fastidioso, ripetitivo e che si trova concettualmente ad una galassia “lontana lontana” di distanza da quell’universo fantastico a cui vorrebbe in qualche modo ispirarsi.
Kinect Star Wars
Se pensate che mi piaccia vincere facile tirando fuori schifezze d’altri tempi, vi dovrete ricredere. È possibile rimanere allibiti su quanto sia facile sfruttare male una prestigiosa licenza anche in esempi più recenti. È il caso di Kinect Star Wars, un gioco per Xbox 360 nel 2012 che tentava di utilizzare la “magica” periferica del Kinect per restituire al giocatore la sensazione di essere un vero Jedi e maneggiare in prima persona la spada laser. Peccato che si rivelò la summa di tutti i problemi più noti di Kinect: impreciso, malfunzionante, realizzato superficialmente e che, in sostanza, mancava qualsiasi obiettivo si fosse prefissato il concept originale. Ma il punto più basso del gioco, e direi anche dell’intero universo videoludico di Star Wars, era sicuramente questo: eccovi un video che vale più di mille parole…
Star Wars Episode 1 The Phantom Menace
Una delle prime incursioni di Jedi & Compagni nel mondo degli action adventure si rivelò un gioco assolutamente mediocre. Ok, oltre al solito difetto congenito di essere tie-in dell’episodio meno epico della serie, The Phantom Menace, gioco del 1999 per la prima PlayStation, era anche semplicemente un titolo orrendo da giocare, afflitto da squilibri assurdi nella difficoltà e nel bilanciamento delle meccaniche, pieno di glith e brutture indicibili nei comandi e nelle animazioni. Nei panni di Qui-Gon Jinn e del suo giovane allievo Obi-Wan Kenobi la maggior parte del gioco consisteva nel menare la spada a destra e sinistra immersi in un piattume di game design scialbo e deprimente, con ben poche fonti di stimoli concrete. Oltre che ad essere brutto come pochi da vedere anche per un gioco della prima PlayStation, i dialoghi e gli elementi di contorno non facevano nulla per alzare l’asticella e la telecamera riusciva a incasinare l’inquadratura dall’alto -già di per sé poco accattivante- del nostro personaggio su schermo. Infine come se non bastasse, ci costringeva a sezioni di puro tedio utilizzando personaggi come la Regina Amidala o il Capitano Panaka! Oh andiamo, ma chi  diavolo vuole essere il Capitano Panaka in un gioco di Star Wars?!
Star Wars: Yoda Stories
Star Wars: Yoda Stories (1997, PC e Game Boy) è l’ennesimo videogame senza una benché minima direzione creativa che sfrutta il nome di cui si fregia. Impersonando Luke Skaywalker in questo mondo  visto dall’alto (alla Zelda, o come nei primi Final Fantasy se vogliamo) spoglio, indefinito e composto da pochi e disordinati pixel, il giocatore doveva portare a termine varie missioni super entusiasmanti tipo “trova quell’oggetto in giro per la mappa” o “recupera quella chiave attraverso un piccolo puzzle ambientale che ti farà rotolare le palle a terra dalla noia come non mai”. Un gioco senza la minima ambizione, un passatempo da desktop superficiale il cui porting su Game Boy fu peggio che inutile, dannoso oserei dire. Sicuramente tra i peggiori giochi su licenza di tutti i tempi.