Breve danza tra la vita e la morte. Non necessariamente in quest’ordine.
Graphic Novel di 64 pagine recentemente edito da Tunué (a 12,90€) anche qui da noi, Il Ballo (scritto da Nuno Duarte e disegnato da Joana Alfonso) ci racconta una breve quanto suggestiva storia ambientata nel Portogallo salazariano del 1967. Per la precisione, in un remoto angolo tra mare e terra, dove un claustrofobico villaggio già allora definibile “alla vecchia maniera” nasconde peccati e peccatori ben più grandi di quelli che si direbbe a prima vista.
Un ispettore governativo arriva sul posto per indagare su alcune faccende di natura diplomatica, perlopiù strane voci da smentire ufficialmente. La missione, ovviamente, si rivelerà più difficile da svolgere del previsto e l’ispettore, coadiuvato principalmente da un Prete e una “Strega”, si troverà ad affrontare fantasmi del suo passato… e non solo.
Il Ballo mischia con grande eleganza e delicatezza elementi thriller e horror in uno spazio narrativo forse troppo ridotto per dare il giusto peso a ogni cosa. Una sorpresa inquietante, come ce ne sono, si trasforma deliziosamente in angoscia se lasciata respirare a dovere. Gli elementi pregnanti del fanatismo religioso e della terra “ai confini della civiltà” sono classici, ma non abusati e sempre efficaci. Grossi colpi di scena non ce ne sono, almeno non di imprevedibili, ma questo, insieme al tono del racconto e alla sua brevità, suggeriscono che è altrove che il Volume serba i suoi maggiori punti di forza.
E infatti è così. Disegni e colori splendono: sono bellissimi e perfettamente sposati con l’atmosfera, sempre in bilico tra lirico reale e onirico surreale. Le tavole, dopo essere lette brevemente, si lasciano ammirare. La narrazione grafica si prende qualche piccola azzeccata licenza per uscire dall’ordinario, laddove il ritmo ne ha più bisogno. Perciò, con un interesse stuzzicato dalla storia, dal modo in cui è narrata e dal suo aspetto, è facile divorare il libro Tunué tutto d’un fiato. Forse troppo facile. Eh già, bisogna dirlo ancora una volta: peccato che tutto finisca tanto presto. È molto probabile che Il Ballo sia pensato appositamente per la lunghezza che ha, e non una tavola in più, ma il dubbio che sviluppandolo maggiormente alcuni elementi della trama avrebbero funzionato ancora meglio, alla fine, rimane.