UNA STORIA DI AVVISTAMENTI E COSPIRAZIONI!
Che lo sappiate o meno, è il 2 luglio la giornata che l’umanità ha dedicato agli Ufo! Si esatto, il 2 luglio si festeggia il World UFO Day, onde celebrare adeguatamente il celeberrimo incidente di Roswell da cui si è generato tutto il clamore mediatico per gli UFO. Un clamore che non accenna a smettere se si pensa a tutte le investigazioni che si sono generate nel corso degli anni, o anche solo agli avvistamenti, che persino in tempi recentissimi non hanno smesso di appassionare e incuriosire i media. Noi di Stay Nerd, da sempre grandi amici dell’agente Mulder, nonché accaniti gombloddisti, abbiamo quindi deciso di unirci ai festeggiamenti, insieme agli appassionati di ufologia di tutto il mondo. Come? Visto che avvistare un UFO consiste in una considerevole botta di culo, abbiamo pensato, piuttosto, di ripercorrere insieme parte della storia di alcuni dei più celebri avvistamenti. Non tutti, ovviamente, dato che si parla di centinaia di segnalazioni, ed anche quelle con il più delle testimonianze, costituirebbero un documento da tesi di laurea. Sotto con le date!
1908 – Tunguska
La storia, potremmo dire, comincia nel 1908 con uno dei più celebri eventi della storia degli UFO ,nonché uno dei più misteriosi. Canonicamente attribuito all’esplosione di un meteorite in quota (o all’impatto di una cometa sulla Terra), l’evento di Tunguska si verificò in una remota regione della Siberia il 30 giugno 1908. Stando agli studiosi, un meteorite avvicinatosi troppo al nostro pianeta sarebbe esploso in quota ad un’altezza di circa 5-10 chilometri dalla superficie terreste in un’area di circa 2,150 chilometri, generando una deflagrazione che venne percepita ad enorme distanza. L’onda d’urto creò danni catastrofici alla zona circostante, e generò un terremoto di quinto grado sulla scala Richter. L’esplosione, dunque, si attesterebbe a circa 10/15 megatoni che, tanto per intenderci, corrisponderebbero a oltre 1000 bombe di Hiroshima. La fonte luminosa che se ne generò fu tale, che per un attimo il cielo si rischiarò a giorno. Sebbene sia accertata l’ipotesi meteoritica, molti gobloddisti hanno speso parole e ipotesi sulla possibilità che un ufo (o addirittura una nave madre!) fosse impattato sulla terra. L’evento in sé, comunque, non solo generò un grosso clamore per l’epoca, ma fornì tante ipotesi di fantasia a giornalisti e scrittori che non mancarono di sorprendere la gente con le tesi più assurde tra cui, la più affascinante, vide come protagonista Nikola Tesla e la sua incredibile Wardencliff Tower.
1942 – Los Angeles
1942, nei cieli di Los Angeles si avvistano un gruppo di oggetti volanti luminosi. Non si tardò affinché il panico scoppiasse, poiché tutti credettero che la natura di tali oggetti fosse nipponica e che, dunque, il Giappone stesse attaccando l’America. Non dimentichiamo, infatti, che lo scenario è quello dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, a soli tre mesi dal sanguinoso attacco di Pearl Harbor. Ma di giapponesi neanche l’ombra, e ben presto quella che fu definita come “The Great Los Angeles Air Ride” fu marchiata dai media (e dalle forze di difesa americane) come un falso allarme. Non ci volle molto perché si parlasse di insabbiamento di qualcosa di più grosso. I velivoli luminosi furono infatti visti da migliaia di persone, e l’allarme di una possibile invasione risuonò in tutta la California, allertando ogni tipo di forza militare. E credeteci, parliamo di uno degli incidenti dati dall’idiozia più incredibili di sempre! Vi basti pensare che diverse brigate di artiglieria cominciarono a sparare in cielo alla cieca, cercando di colpire i bersagli luminosi basandosi semplicemente sulle scie luminose date dai riflettori a terra (erano circa le 3 del mattino). Presi dall’euforia, anche alcuni militari appiedati si misero a sparare in cielo con mitra, pistole e mitragliatrici calibro 37 e, pensate, fu messo in funzione persino un cacciatorpediniere in secca, le cui armi, tuttavia, erano ancora funzionanti. Se si sia trattato di un caso di “nervosismo da guerra”, non è dato sapere, fatto sta che molti pensarono di vedere in cielo alcune aeronavi che si davano battaglia (da cui il nome dell’evento). La mattina dopo molti giornali ipotizzarono che il governo stesse insabbiando quella che era, a tutti gli effetti, un combattimento tra navi aliene, i cui resti furono ben presto requisiti dai Man in Black. Come che fu, tanta era stata l’isteria dello sparare alla cieca, che la mattina dopo diversi edifici furono trovati distrutti dal fuoco amico che generò circa 10 tonnellate di schegge metalliche! Morirono anche diverse persone… come a dire che gli uomini sono più coglioni di qualsiasi altra forma di vita.
1947 – Roswell
Ma come insegna X-Files, il più grosso insabbiamento del gombloddo ci fu nel 1947 in quel di Roswell, una cittadina del New Mexico in cui, stando agli annali, si schiantò a terra un proverbiale pallone sonda. In realtà la vicenda qui si evolse in modo che effettivamente sembrò che un UFO si fosse schiantato al suolo, con relativo rinvenimento di resti alieni. Ciò si dovette proprio a causa del governo americano che, non si sa bene per quale motivo, nei primissimi comunicati stampa inerenti l’evento parlò proprio dello schianto di un “disco volante”, per poi dichiarare invece si trattasse di un pallone sonda. Roswell, che proprio oggi celebriamo, è forse l’incidente alieno più popolare all’interno della cultura ufologica, e certamente quello che ha riscosso il maggior clamore. Ancora oggi influenza la fantasia di diversi autori, convogliando la propria potenza immaginifica in diversi media. Lo stesso governo americano fu influenzato dal caso e dal clamore del caso ufologico, tant’è che il General Accounting Office degli USA impose all’Ufficio del Segretario dell’Air Force di condurre un’approfondita indagine interna che si concluse ufficialmente nel 1997 e portò alla creazione di due accurati dossier. Il primo del 1995 chiamato “The Roswell Report: Facts versus Fiction in the New Messico Desert”, accerto con una serie di prove che a schiantarsi al suolo era stata una sonda facente parte di un progetto segreto statunitense chiamato Mogul, il cui compito era di spedire in cielo dei particolari microfoni che potessero captare le onde generate dai test balistici e nucleari dell’Unione Sovietica. A schiantarsi, dunque, era stato Mogul 4, la cui base di origine era la vicina Alamogordo. Il dossiere del ’97, invece, si chiamò “The Roswell Report: Case Closed” e stabilì anche la natura dei “corpi” trovati sul luogo dello schianto che, pare, fossero manichini partecipi di un altro progetto aereo segreto, il Project High Dive, che negli anni ’50 aveva testato l’utilizzo di un particolare tipo di paracadute per altitudini elevate, con l’uso di manichini. Cosa diamine ci facessero lì quei manichini degli anni ’50 non ci è chiaro, fatto sta che gli ufologi di tutto il mondo definiscono tali documenti un mucchio di cazzate. A Roswell sono precipitati gli alieni, punto e basta!
1948 – Fukuoka
Considerato come il primo avvistamento del dopoguerra oltre i confini americani, l’avvistamento di Fukuoka in Giappone fu ad opera di un gruppo di soldati americani che, in perlustrazione sull’isola di Kyushu a bordo di un Black Widow, videro comparire sui loro radar l’eco di un oggetto a circa 8 chilometri da loro. Stando ai militari di bordo,ogni tentativo di approcciare l’oggetto fallì, poiché all’avvicinarsi del caccia esso spariva senza lasciare traccia, per poi riapparire di nuovo sui radar. Rischiarato dalla luce lunare, la squadra constatò come l’oggetto fosse di forma cilindrica, con una lunghezza tra i 6 e i 9 metri. Furono sei i tentativi di approccio andati a monte, finchè poi il misterioso cilindro non accelerò alla velocità stimata di 1900 km/h per poi sparire nel nulla. L’avvistamento di Fukuoka (per altro non rilevato da alcun radar terrestre) fu inserito in seguito nel “Progetto Sign” (progetto di analisi americano che tra il ’47 e il ’48 cercò di dare una spigazione ad alcune casistiche UFO) e fu archiviat come “inesplicabile”. Si tratta, secondo le cronache, di uno dei primissimi UFO ad essere rilevato da un radar.
1948/1951 – New Mexico e Arizona
La casistica UFO di questi anni è certamente una delle più particolari perché vide la nascita di un nuovo tipo di oggetti volanti, i cosiddetti “bolidi verdi” (green fireball). Tutto ebbe inizio il 5 dicembre del 1948, quando nei cieli del Nuovo Messico due piloti di due aerei (uno militare, ed uno civile) videro in cielo un oggetto grosso e luminoso, la cui traiettoria era piana. I due piloti, in due cieli diversi, diedero testimonianze simili dell’oggetto, descrivendolo come luminescente di un colore verde e molto veloce. Una testimonianza simile fu data appena pochi giorni dopo anche da alcuni investigatori dell’AFOSI (Air Forsce Office of Special Investigation) che a circa 30 km da Las Vegas videro lo stsso oggetto. Segnalazioni simili si verificarono in tutto il Nuovo Messico e successivamente anche in Arizona, e tutte descivevano i “bolidi verdi” con le medesime caratteristiche, tanto che, nel corso di varie discussioni governative, si giunse alla necessità di fare luce sul caso, organizzandosi al meglio con l’uso di un qualche tipo di strumentazione onde soprattutto tracciarne la posizione e la velocità. Nacque così il “Progetto Twinkle”, che attraverso l’uso di tre stazioni di osservazione e di fotodeltoidi, mirava alla fotografia ed alla conseguente triangolazione degli stravaganti bolidi verdi. Tuttavia solo una stazione fu eretta poiché il conseguente scoppio della guerra in Corea portò il governo a spostare l’interesse economico ed a ripianificare il progetto. Dal 1950 al dicembre 1951 (data di chiusura del progetto), la stazione Twinkle registrò solo due avvistamenti che, data la presenza di una sola fotocamera, non furono giudicati scientificamente attendibili. Nel rapporto di chiusra del progetto si spiegò il fenomeno dei bolidi verdi come naturale, giustificandolo come conseguente al passaggio di una fascia di comete. Inutile dire che tali conclusioni furono confutate allora come oggi.
1958 – Trinidade
L’avvistamento di Trinidade è celeberrimo, perché si trattò del primo caso di avvistamento UFO confermato da una fonte governativa. La vicenda si svolse il 16 gennaio del 1958 nei pressi dell’isola di cui sopra dove, un gruppo di ricerca scortato dall’equipaggio di una scuola navale, era arivato dipo essere partito da Rio. Alle 12,00 un membro dell’equipaggio avvistà un oggetto volante in aria di cui non riuscì a capire la natura, richiamando l’attenzione delle persone presenti sul ponte. Tra i presenti vi era un fotografo, Almiro Barauna, che accompagnava l’equipe per documentarne il lavoro, ed al quale fu chiesto di scattare una foto. Barauna ne scattò sei, per un avvistamento che durò circa 40 secondi. Ora, stando alla storia di Barauna (che era già noto per essere uno che photoshoppava prima del tempo), le foto furono sviluppate in loco con mezzi di fortuna e delle sei, solo 3 mostravano il fenomeno. Gli fu quindi chiesto di non mostrarle a nessuno previa autorizzazione della Marina Militare, ed egli acconsentì, consegnando le foto ad un ufficiale di bordo, e tenendo per sé i negativi che, tuttavia, dovette consegnare alla marina dopo un paio di giorni (salvo poi riaverli indietro). Il 25 febbraio che seguì, il governo brasiliano rilasciò quindi una dichiarazione in cui si ammetteva che le foto erano autentiche e che l’avvistamento dell’UFO era da considerarsi attendibile. Sulla vicenda ci si è comunque interrogati per anni, domandandosi se, nel corso di quei due giorni, Barauna non avesse effettivamente manomesso i negativi dato che delle foto sviluppate con “mezzi di fortuna” non vi fu più alcuna traccia. Negli anni, inoltre, quello che doveva essere un numero enorme di testimoni (100), dopo varie indagini si andò sempre più affievolendo, avvallando la teoria di uno scherzo mediatico. Ci si è interrogati sull’avvistamento di Trinidade sino ai tempi recentissimi quando, nel 2010, dopo anni e anni di interrogazioni e indagini, una parente del fotografo, Emilia Bitttencourt, ammise che il buon Almiro aveva contraffatto (da suoi stessi racconti) aveva detto di aver contraffatto i negativi, grazie a un gioco di riflessi sul suo frigorifero dato da due piatti sovrapposti.
1950 – McMinville
Sono le 7:30 di un pomeriggio del 1950, ed in quel di McMinville (Oregon), Evelyn Trent sta dando da mangiare ai conigli della sua fattoria quando si accorse che nel cielo c’era “un disco di metallo lucido che si muove lentamente nella sua direzione da nordest”. Presa dall’agitazione, Evelyn chiamò il marito, Paul, che si trovava all’interno della casa, il quale constatò a sua volta la presenza dello strano oggetto volante. Presa una macchina fotografica, Paul scatttò due foto, giusto poco prima che il disco accelerasse per sparire nel nulla. Quella di McMinville è una delle foto più celebri dell’ufologia, in quanto le fu dedicato un ampio eco mediatico apparendo su diversi giornali e riviste dell’epoca, tra cui la celeberrima Life. Si tratta a tutti gli effetti di uno dei casi più dibattuti e controversi. La coppia, morta tra il ’97 e il ’98, insistette fino alla morte sull’autenticità delle foto, mentre diversi scettici hanno confutato gli scatti con diverse analisi di ombre, prospettive e dimensioni dell’oggetto volante. La foto di McMinville è ancora oggi oggetto di dibattito e divide nettamente sostenitori e detrattori.
1952 – Washington
L’incidente UFO di Washington, noto altrimenti come “Washington flap” fu una serie di avvistamenti avvenuti sulla città di Washington tra il 12 e il 29 luglio. Il caso più celebre si verificò quando il 19 del mese, attorno alle 23,30, sui radar dell’aereoporto della città si palesarono dal nulla 7 echi, ossia 7 identificazioni aeree, poi confermate dall’apparizione di altrettanti oggetti luminosi sui cieli della città che furono prontamente immortalati sul Campidoglio. Gli oggetti, osservabili come bolle luminose, viaggiavano alla velocità variabile tra i 160 e i 500 Km/h, con accelerazioni improvvise pari a mach 10! Le basi aeree militari furono subito allertate, nel timore che le “bolle” potessero attaccare la Casa Bianca, ma gli aerei non fecero in tempo a prendere il decollo che gli UFO sparirono dalla circolazione improvvisamente. Il fenomeno si ripetè diverse volte, soprattutto nella notte tra il 26 e il 27, quando furono rilevati di nuovo dai radar di vari aereoporti civili e militari. La spiegazione ufficiale del Pentagono, che seguì qualche tempo dopo, attribuì il tutto ad un’inversione termica, un fenomeno per il quale in determinate condizioni la temperatura aumenta con l’aumentare della quota dello strato atmosferico (dove invece, normalmente, diminuirebbe). Tale fenomeno avrebbe quindi creato dei casi di rifrazione luminosa, creando globi luminosi dalle luci della città. Lo stesso fenomeno sarebbe alla base, degli sbalzi avuti dai radar, essendosi generato anche un effetto di riflessione delle onde radar. Tale teoria, ovviamente, è stata contestata da ogni ufologo in giro per il pianeta, ma anche da alcune eminenze della fisica mondiale che non vedrebbero possibile, secondo la fisica del nostro pianeta, un simile fenomeno di rifrazione.
1954 – Firenze
Anche l’Italia è patria di diversi avvistamenti, nonché di diversi gruppi di ricerca ufologica. L’avvistamento nostrano più celebre e dibattuto, è certamente quello avvenutonel 1954 in quel di Firenze, che ebbe luogo il 27 ottobre principalmente sopra la cattedrale di Santa Maria del Fiore e sullo stadio comunale. Stando ai testimoni, numerosi oggetti non identificati a forma di “ali di gabbiano” (alcuni dissero anche, e citiamo, “a forma di cappello da mandarino cinese”… WUT?!) si trattennero su entrambi gli edifici per circa 15 minuti, per poi proseguire verso sudest. Tale fu lo sgomento che fu addirittura interrotta una partita che era in corso nello stadio (Fiorentina-Pistoiese). La particolarità del fenomeno e dell’avvistamento si deve anche al fatto che si trattò del primo caso in Italia in cui, a seguito di un avvistamento si registrò la caduta dal cielo della cosiddetta “bambagia silicea (o capelli di angelo). Un residuo filamentoso che cade dal cielo e che talvolta si manifesta in seguito ad un avvistamento. Proprio la presenza di questo elemento fu poi la base per confutare l’avvistamento. Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul paranormale) tenne infatti un’indagine in cui scoprì che, proprio in quei giorni, l’aeronautica stava effettuando dei test in quota per lo sviluppo di un sistema per ingannare il puntamento aereo con l’uso di chaff (dai su, che tutti lo avete giocato Metal Gear Solid!). I sedimenti residui delle granate si sarebbero quindimischiati a tela di ragni che, con la tecnica del “ballooning” stavano in quel periodo migrando. All’epoca, in cui nessuno sapeva delel chaff e il fenomeno del balloooning non era stato ancora studiato adeguatamente, non ci volle molto a ipotizzare una visita aliena. Come che fu, l’analisi del CICAP è ritenuta attendibile anche da molti ufologi e complottisti.
1965 – Kecksburg
Tenutosi il 9 dicembre del 1965 in Pennsylvania, l’incidente di Kecksburg consistette in una enorme palla di fuoco avvistata in almeno sei stati americani, nonché dal Canada! Originariamente ipotizzato come un meteorite caduto sulla Terra, l’evento fu poi spiegato come il rientro in atmosfera di un satellite sovietico, il Kosmos 96, sebbene tale ipotesi non fu mai realmente resa attendibile. Attorno alle 16,30, diverse centinaia di testimoni affermarono di aver visto una palla di fuoco cadere dal cielo. L’evento fu confermato anche da numerosi piloti aerei civili e militari, che erano in tratta nelle ore del fenomeno. Dall’impatto fu generata una potente onda d’urto, nonché una scia vaporosa che persistette nel cielo per oltre 20 minuti. Sebbene la NASA abbia spiegato l’accaduto, sul luogo furono ritrovati un gran numero di filamenti che, si scoprì poi, erano dovuti all’uso di granate chaff, il che non si spiegherebbe nel corso di eventuali operazioni di recupero di un satellite (nonostante il clima di guerra fredda). Gli orari di impatto e di percorrenza del satellite nel cielo, inoltre, non corrisponderebbero con l’effettivo orario di impatto dell’oggetto, che finì per schiantarsi in un bosco davanti agli occhi impietriti di due bambini, i quali chiamarono prontamente aiuto.
1980 – Woodbridge
Quello di Woodbridge, meglio noto come “l’incidente della foresta di Randlesham” è uno dei più importanti eventi UFO della Gran Bretagna, nonché quello più controverso. La cronaca ci raconta che nella notte del 26 dicembre del 1980, un gruppo di soldati della base erea USA di Woodbridge, in quel momento di ronda, avvistò una forte luce rossa proveniente dalla vicina foresta di Woodbridge. Ipotizzando un incidente aereo, i soldati allertarono la torre di controllo, e una pattuglia fu inviata sul luogo per verificare l’accaduto. Il gruppo, composto da tre uomini, identificò un bagliore biancastro nella foresta che li condusse al itrovamento di un oggetto piramidale che, stando alle testimoniante, poggiava su di una sorta di trepiedi. All’avvicinarsi, l’oggetto si animò di colpo e, zigzagando, si alzò di un metro da terra per poi sparire con un decollo verticale. Sul luogo furono effettuati dei calchi e delle rilevazioni constatarono un alto livello di radioattività. Due giorni dopo un evento simile si verificò più o meno nella tessa zona. La base di Woodbridge fu avvisata e una nuova pattuglia si diresse per verificare che l’oggetto non fosse tornato. In virtù di un UFO piramidale se ne trovò uno di forma ellissoide, che i testimoni descrissero come luminoso e costituito da “metallo fuso”. Ogni tentativo di avvicinarcisi fu vacuo, perché levitando, l’oggetto restava a debita distanza, fintanto che non arrivò in un vicino campo coltivato e, dopo essersi scisso in cinque, volò via con le stesse modalità del suo predecessore. I militari dissero che in entrambi i casi avevano udito dei rumori strani provenire dalla natura circostante, come versi di animali che ringhiavano in preda al panico. In entrambi gli approcci fu tentato di effettuare fotografie e riprese video, ma la loro qualità non fu giudicata tale da risultare attendibili ai fini di un’inchiesta. Il problema fu anche che ai tempi il più celebre progetto di ricerca e catalogazione UFO americano, il “Progetto Blue Book”, fu chiuso e pertanto non fu mai avviata un’inchiesta ufficiale.
1986 – Dal’negorsk
L’incidente di Dal’negorsk è uno dei più celebri UFO crash della storia recente, nonché uno dei pochi ad essersi verificato in Russia assieme al più noto evento di Tunguska. Il 29 gennaio 1986, alle 20,00 circa, gli abitanti della cittadina osservarono una strana palla rossa nel cielo, grande all’incirca quanto un quarto del disco lunare. Muovendosi in parallelo alla superficie della terra, l’oggetto andò infine a schiantarsi al suolo generando una luce abbagliante, ma senza generare alcun rumore. Precipitato nei pressi di un monte, ad una velocità stimata di 15 M/s, l’oggetto generò un cratere di circa 2*2, con un rilevamento del terreno che sembrò suggerire un fortissimo e improvviso riscaldamento. Le rocce attorno erano coperte da materiale scuro, e su alcuni sedimenti si trovò una sostanza sferiforme e argentata, che fu poi riconosciuta come l’unione di grafite, silicio e ferro in una composizione che ricordava il già celebre evento di Tunguska. Fu rilevato anche un buon quantitativo d’oro, considerato il dato più incredibile dato che proprio a Dal’negorsk non c’era mai stata alcuna traccia del prezioso metallo. A lungo si studiò il caso, evidenziando come i residui metallici si presentassero in una forma che non era frutto del lavoro umano, ma salvo questo e la dichiarazione di qualche testimone, non si seppe mai la verità. Il governo sovietico non diede comunicazioni ufficiali e si ipotizzò che il tutto poteva essere frutto di un esperimento segreto andato male o del tipico pallone sonda. I più fantasiosi ipotizzarono che un pezzo del Space Shuttle Challenger fosse precipitato in territorio sovietico.
1989/1990 – Belgio
Avvenuti tra il 19 novembre dell’89 e l’aprile del ’90, gli avvistamenti in Belgio (o “ondata belga”) furono i primi a registrare una nuova forma di oggetti volanti non identificati, quella triangolare. Il picco lo si ebbe nella notte tra il 30 e il 31 marzo 1990, quando diversi Ufo furono avvistati da circa 13,500, fornendo i dati per ben 2,600 testimonianze alle forze armate belga. La storia dice che alle 23,00 del 30 marzo, il Control Reporting Center di Glons, ricevette diverse segnalazioni di alcune luci che si muovevano nei cieli, risultando anche ad occhio nudo molto più brillanti e veloci di qualsiasi stella. Le luci, inoltre, come un aereo avevano colori alterni, che oscillavano tra il rosso, il verde e il giallo. Una più attenta analisi rivelava che in realtà i punti luminosi erano poi parte di alcuni “corpi triangolari” (alcuni si corressero poi in “quadrilateri”) che si muovevano in cielo a gran velocità. Ora, poiché anche diversi radar accertarono la presenza di veicoli non autorizzate, le autorità del Belgio mandarono in quota due caccia F-16, il cui compito era rilevare e approcciare l’eventuale minaccia. I due piloti testimoniarono la presenza di alcuni oggetti volanti la cui velocità si alternava dai 280 ai 1700 Km/h, pertanto impossibili da guidare per un essere umano! Fu richiesto supporto aereo, ma nessuno fu in grado di determinare la natura degli oggetti o le loro intenzioni. Essi poi semplicemente sparirono, non prima di essere brevemente immortalati in una foto che divenne subito un caso mediatico. Mentre delle luci non si seppe più nulla (e mai è stato diffuso eventuale materiale di indagine), la foto, invece, scattata a Petit-Rechain fu poi giudicata falsa.
2014 – Rivoli
Tornando in Italia, registriamo un avvistamento proprio qualche mese fa, in quel di Rivoli (Torino). La vista dell’UFO si attestò attorno alle 21 del 14 febbraio, quando un testimone immortalò un oggetto volante luminoso con la sua fotocamera compatta. Il testimone affermò di aver osservato sui cieli della città l’oggetto volante per circa 3 ore, notando che l’oggetto (si disse poi che forse ce ne erano di più) si interessava all’aereoporto di Caselle Torinese, distante circa 10 chilometri dall’osservatore. Non si capì mai se l’UFO fosse sull’aereoporto o distante da esso, fatto sta che incuriosì come il testimone, casualmente, avesse abbastanza competente di volo da dedurre, da solo, la posizione dell’oggetto nel cielo, e la quota stimata dello stesso (400 o forse 500 metri dal suolo). Il punto è che salvo il testimone, nessun altro sembrò avvistare nulla e risulta quanto meno incredibile che un oggetto tanto grosso da essere fotografato chiaramente a distanza di 10 km senza teleobiettivo (e soprattutto ad una quota così bassa nei pressi di un centro abitato e di un aereoporto) non sia stato notato. Si sono date le ipotesi più disparate sull’avvistamento, da chi teorizza che sia un riflesso dovuto a delle luci al suolo, a chi crede nella solita sonda metereologica. Alcuni ipotizzarono addirittura che un burlone avesse messo dei led su di un aquilone, e ad oggi la risposta non è chiara.