La nuova prospettiva degli action movie
Che cos’è il cinema? Qual è la definizione film? A questa domanda spetterebbe una risposta sicuramente molto ambiziosa, ma per i fini delle nostre argomentazioni, limitiamoci a porci questo dubbio: se una pellicola non presenta un’idea di regia classicamente intesa, una costruzione della messa in scena per inquadrature, rinunciando inoltre a quasi tutti i perni che reggono una sceneggiatura cinematografica, possiamo ancora parlare di cinema? Un dubbio che probabilmente sicuramente spaccherà l’opinione pubblica su Hardcore! film russo del regista Ilya Naishuller totalmente girato in prima persona grazie all’ausilio di telecamere Gopro che fungono per tutta la durata del film come gli occhi del protagonista. Se tuttavia vogliamo inquadrare il cinema soprattutto come forma d’arte e creatività veicolate attraverso qualsiasi forma di tecnica audiovisiva, e di fatto questo è il pensiero di chi vi scrive, allora si, anche Hardcore! è cinema.
Il film si apre con il risveglio di Henry, un uomo mutilato in circostanze misteriose che si ritrova nella condizione di essere diventato un cyborg, un uomo-macchina che non ha alcun ricordo del suo passato. Nemmeno il tempo di prendere coscienza pienamente della propria condizione che subito gli eventi precipitano: Akan (Danila Kozlovsky), misterioso villain con poteri di telecinesi irrompe nel laboratorio in cui la moglie di Herny, Estelle (evidentemente legata in qualche modo ad un programma scientifico in veste professionale) si stava occupando della “ricostruzione” del compagno. Il precipitoso antagonista distrugge quindi tutto, come si conviene al più classico dei pazzoidi antagonisti, e successivamente rapisce la bella Estelle, senza un apparente motivo, privando Henry dell’unica persona che lo lega in qualche modo ad un passato di cui non ricorda nulla, lasciandolo solo con il suo nuovo corpo nella città di Mosca, braccato da una misteriosa organizzazione che lo vuole morto e con l’unico scopo di ritrovare la compagna. Da questo momento, Hardcore! si trasforma in un funambolico road movie d’azione dal ritmo ipertrofico, al fulmicotone, che esaspera quella che era la struttura filmica di un Crank (film d’azione del 2006 scritto e diretto da Mark Neveldine e Brian Taylor), e che non nasconde affatto la propria genesi, ovvero quella di estensione del concept usato per il videoclip Bad Motherfucker, realizzato dallo stesso Ilya Naishuller per il proprio gruppo musicale Biting Elbows.
Non a caso, la componente sonora in Hardcore! è tutt’altro che secondaria e anzi, interagisce e si fonde con le sequenza d’azione creando un’esperienza visiva adrenalinica ed estrosa, tradendo sin dal principio l’unico reale scopo del film, creare un prodotto di puro intrattenimento, destinato naturalmente alle generazioni attuali, quelle che amano i videogiochi (inutile rimarcare infatti la palese impostazione da first person shooter), quelle smaliziate e divertite da un tipo di violenza tanto esplicita quanto sopra le righe, quelle che hanno assorbito grazie al bombardamento massmediatico generale talmente in profondità concetti come cyborg, robotica e superpoteri da non doverli nemmeno più giustificare e spiegare. E infatti Hardcore! si prende la libertà di dedicarsi quasi esclusivamente all’azione, lasciando molto, fin troppo forse, all’interpretazione personale per quel che riguarda il background degli eventi (fino al caso limite di Akan, le cui origini rimangono un mistero francamente troppo aperto). Nonostante questo, c’è lo spazio per almeno per un personaggio interessante, Jimmy (Sharlto Copley), spalla e alleato del nostro Henry, e addirittura per un paio di colpi di scena. Ma questo è quanto, non aspettatevi nulla più. Lo stesso mutismo del protagonista è una chiara dichiarazione di intenti : “non c’è tempo per le chiacchiere, divertitevi fino al traguardo solo ed esclusivamente con l’azione”.
Azione che viene gestita con talento, se mi permettete, creando ogni situazione possibile ed immaginabile in grado di valorizzare il particolare “point of view” con cui prendono vita le sequenze. Fughe, inseguimenti, sparatorie, combattimenti all’arma bianca, salti nel vuoto, risse, situazioni estreme di ogni tipo. Nonostante il “semplicistico” espediente stilistico, non era facile creare piani sequenza cosi incalzanti conditi da grandi stunt e ottimi effetti speciali, ma sicuramente il lavoro di Naishuller risulta più che riuscito su questo fronte. C’è da dire però che verso la fine del film, alcune scene diventano talmente “incasinate”, caotiche e veloci che è facile perdere un po’ la bussola e non capire esattamente cosa accade sullo schermo, ma si tratta di situazioni sporadiche. In generale, per quanti lo temessero, l’effetto “mal di testa” è scongiurato, anche perché il film pur avendo un ritmo sempre piuttosto sostenuto, rallenta e accelera gli eventi anche per far riprendere un po’ fiato allo spettatore. A fine film uscirete dalla sala un po’ sballottati e in leggero stato confusionale, ma a posteriori, posso dare a questa condizione una connotazione positiva, perché significa che alla stregua di un giro sulle montagne russe, in qualche modo l’obiettivo di coinvolgere lo spettatore all’interno dell’azione è centrato, a patto però di essere ben disposti in questo, facendo uno sforzo di immedesimazione e concentrazione sui movimenti del protagonista e ciò che lo circonda che altri film del genere (per quanto Hardcore! giochi praticamente un “campionato” a parte) non richiedono. Se lo farete, anche grazie alla sua anima irriverente e quasi surreale, molto difficilmente non vi divertirete con Hardcore!, nonostante non avrete alcun pad tra le mani.