È nato prima l’uovo o la gallina?
Immaginate che voi stessi, nel futuro, andiate a vedere un ipotetico film giallo di quart’ordine: L’uovo e la gallina. Immaginate poi che il vostro Io futuro torni indietro nel tempo e vi riveli nei dettagli la trama, il finale e il colpevole di quel film, prima che venga rilasciato nelle sale. A quel punto, al momento dell’uscita de L’uovo e la gallina, voi avreste ben poco interesse nell’andare a vederlo, sapendo già come va a finire. Il problema è che, se non andrete a vederlo comunque, non potrete tornare indietro per raccontarvelo. La domanda è: avete scelta?
Se non siete familiari con questo particolare paradosso (volete saperne di più? Googlate “Paradosso del Nonno”), creato dalla presupposta capacità di viaggiare indietro nel tempo, allora forse Predestination è il film con il quale avvicinarcisi. E con “forse” intendiamo “sicuramente”.
Predestination è un film dalla trama molto interessante, fa un uso classico, e non solito, di viaggi nel tempo e paradossi derivati. Il film diretto dai fratelli Spierig ci racconta di un Agente della Polizia Temporale (organizzazione che blocca i crimini prima che accadano) ormai prossimo alla sua ultima missione, del suo scontro con Fizzle Bomber, terrorista dinamitardo apparentemente inafferrabile, e dell’incontro con una persona dal destino a dir poco beffardo. Le tre storie, ovviamente, collidono in una sola, seppur con qualche sforzo iniziale. Il film infatti, dopo averci dato un goloso assaggio di azione e mistero, fa un passo indietro forse fin troppo deciso, richiedendo allo spettatore un prestito di attenzione sulla fiducia che non tutti, specie oggigiorno, concedono facilmente.
Ciò è senza dubbio dovuto al fatto che la pellicola è un libero adattamento del racconto “Tutti voi zombie” (1959) di Robert Anson Heinlein, gigante della letteratura fantascientifica e autore di altri classici quali, su tutti, “Fanteria dello Spazio”, da cui è tratto il film Starship Troopers (1997) e che ispira ancora oggi concept sci-fi per videogiochi (Halo) e fumetti (Orfani) oltre che, ovviamente, per il cinema.
Con una discendenza tanto importante, Predestination ci tiene a rimanere quanto più fedele possibile al racconto di Heinlein, spesso citandolo parola per parola, ma così talvolta deroga all’imperativo hollywoodiano del “mostrare, non raccontare”. Se siete lettori appassionati, tuttavia, e anche non del genere fantascientifico, apprezzerete sicuramente la letteratura che si respira in questo film.
Ci sono un paio di importanti differenze, comunque, tra racconto e pellicola. Nel racconto l’autore descrive senza problemi soltanto quel che gli serve dire, nascondendo al lettore il materiale da colpo di scena. Non godendo di tale privilegio, i due sceneggiatori-registi ricorrono invece a trucchi noti della cinematografia giallistica e thriller (qui non rivelati per ovvie ragioni anti-spoiler), conducendo lo spettatore passo passo, senza mai forzare la mano, alla scoperta dei misteri della storia.
Schivato questo proiettile, Michael e Peter Spierig, per mettere qualche libbra in più di carne al fuoco, aggiungono al racconto “Tutti voi zombie” un intero ramo inedito di trama. La scelta è quasi obbligata: un conto è un racconto di fantascienza del ’59, un altro è un film del ventunesimo secolo. Senza assolutamente nulla togliere al primo (anzi!), si tratta di due medium lontani, costretti a esprimersi secondo paradigmi diversi per pubblici diversi. Il messaggio principale della storia, un invito a riflettere sull’identità e sul libero arbitrio attraverso i canali sempre fertili della fantascienza, arriva comunque forte e chiaro, non temete, tradotto da carta a pellicola con grande abilità.
Dopo aver faticato non poco a descrivere un film dalla trama intricatissima e tutta da scoprire senza poterne anticipare una virgola, è finalmente ora di esprimersi sul cast, ristretto quanto graditissimo. Ethan Hawke e Sarah Snook si avvicendano nei due ruoli principali con maestria, suscitando empatia nel pubblico ben oltre il minimo sindacale e svelando, dietro una locandina da “film con viaggi nel tempo”, una delicata architettura di emozioni e un mondo di significato.
Predestination non è un film semplice, né da vedere né da consigliare. Sfida lo spettatore, non cerca la sua attenzione, eppure ne richiede in abbondanza. Ci vuole persino un pizzico di pazienza. Ma, nella sua umana imperfezione, sa premiare coloro che gli dedicano fiducia e 97 minuti del proprio tempo. Peraltro, a proposito di tempo, il film potrebbe non piacervi ma in nessun caso mancherà di farvi riflettere. Non è questa la cosa più importante? È nato prima l’uovo o la gallina?