L’immagine ai confini della realtà
L’apparenza inganna e diventa una realtà virtuale distorta: benvenuti nella Fast Feedback era.
In questo piccolo spazio, messo a disposizione dai ragazzi di Stay Nerd, ho parlato in modo molto superficiale del modo in cui i nuovi media (e in particolare i social) stanno influenzando le persone e il loro modo di comunicare (in modo negativo), e di come tutto questo si rifletta sulle tecniche di promozione e marketing. Il pubblico si sta lentamente abituando a questa nuova forma di comunicazione istantanea, liquida, superficiale e vuota, e gli uffici di marketing non fanno altro che accontentare i loro spettatori, visto che il loro principale obiettivo è farsi ascoltare/leggere/vedere, avere visibilità (nuova moneta di scambio dei giorni nostri). Secondo la mia opinione tutto dipende dalla quantità enorme di informazioni che ci arriva ogni giorno e dall’incapacità dell’uomo “comune” di riuscire a ri-elaborare tutto quello che riceve.
Per fare un esempio: è come se la vostra testa fosse un bicchiere, le informazioni l’acqua, i media una persona che vi versa da bere e voi degli assetati.
(S)Fortunatamente l’uomo, come ogni essere vivente, si evolve e si adatta all’ambiente in cui vive, modificando non solo le proprie caratteristiche fisiche (vedi gli esseri umani nel film di animazione Wall-E) ma anche le proprie capacità mentali. Tornando al nostro bicchiere: poiché non riuscite più a bere bicchieri stracolmi d’acqua (immaginatevi di avere davanti un bancone pieno di bicchieri riempiti fino all’orlo) vi accontentate di piccoli sorsi (un esempio stupido ma spero chiaro). Da quel breve assaggio elaborate le vostre conclusioni su tutto, molto velocemente, perché sta arrivando un altro bicchiere, e come prevedibile, quello che vi resta sono opinioni superficiali, distorte e lontane dalla realtà. Tutto questo non può che influenzare la cultura di una popolazione, che diventa sempre più distratta, anche a causa della totale assenza di punti di riferimento, persone che non riescono a riconoscere i propri errori, se non quando ormai è troppo tardi.
Non so se avete avuto l’occasione di vedere al cinema il film “Lui è tornato” (ispirato a un libro e che consiglio a tutti di vedere o leggere). Fa paura come le persone reagiscono davanti a qualcosa che dovrebbero temere (per assurdo, nel film, le persone più aperte mentalmente sono una donna affetta da demenza senile e un uomo che verrà considerato matto… guardatelo).
Diceva il buon Darwin “Non mi sono accorto che l’intonazione della società abbia preso un qualche carattere particolare; ma con questi costumi, e senza il lavoro dell’intelletto, non può a meno di deteriorare.”
Così navigando su internet capita di incontrare un “triste” Yotobi che, nel suo The Late Show, si ritrova a fare un esperimento per verificare se i commentatori dei suoi video/post, effettivamente guardano (e aggiungo, comprendono) quello che mostra e dice, oppure capita di imbattersi in una classifica di libri best seller dove tra gli autori trovi web star che presto diventeranno meteore (lo considero una sorta di feticismo letterario, dove si compra un libro solo per poter avere un autografo o un bel souvenir da libreria).
L’immagine sostituisce i contenuti.
Una volta si diceva: “l’apparenza inganna”, ora si potrebbe sostituire questa frase con un “l’apparenza è il contenuto”. Quindi non c’è da sorprendersi che la “visibilità” si sia trasformata in una moneta di scambio, perché apparire diventa essenziale per poter vendere, anche al costo di fare pessime figure.
E qui mi riferisco agli esempi del pandoro Melegatti e la sua campagna basata su Valerio Scanu dove hanno ignorato completamente il valore del proprio prodotto, oppure della Nivea che decide di mettere in piedi una sorta di Haka, con degli attori vestiti da giocatori del Milan senza considerare il valore tradizionale della danza neozelandese e la piena crisi esistenziale della squadra di calcio (io ero milanista, una volta, ora non seguo più nulla del calcio, nemmeno i videogiochi… viste anche le pessime uscite di PES e FIFA degli ultimi anni, che tristezza… scusatemi l’attimo di sconforto).
Non so se qualcuno ha già definito questo periodo storico, ma credo che il termine “Fast Feedback” riassume perfettamente la comunicazione degli ultimi anni. Commenti immediati, relazioni liquide, opinioni superficiali e via verso la prossima notizia/evento/video/post. Da parte mia posso solo dirvi che sento la necessità di uscire da questo meccanismo, non tanto perché non lo conosco o ne ho paura, ma perché veramente ho bisogno di sentire girare gli ingranaggi del mio cervello (che negli ultimi tempi mi sembra abbastanza arrugginito, visto che anche io ho iniziato ad assuefarmi a questo sistema).
Quando ho iniziato questa rubrica pensavo bastasse avere la consapevolezza di ciò che è vero o falso, ma vedendo quello che è successo in questi ultimi anni, non credo sia sufficiente.
Se decidi di rimanere in un sistema senza riuscire a proporre un’alternativa, senza lottare, ma solo osservandolo e analizzandolo, questo sistema prima o poi ti cambia. E il cambiamento può essere inaspettato, così come è stata inaspettata la mia reazione dopo aver appreso che una notizia da me condivisa era falsa (io che di solito sono un rompiscatole sul verificare le fonti).
Così ho deciso di cambiare.
Fruttando anche una proposta molto allettante arrivata i primi di Aprile, ho deciso di cambiare di nuovo vita (sì lo so, sono in perenne rivoluzione), assumendomi la responsabilità di tutti i pro e i contro di questa scelta (e le eventuali conseguenze). Sfortunatamente, tra i contro, c’è anche la chiusura di questa rubrica, ma spero mi perdonerete.
Non so quanti hanno letto le mie farneticazioni, penso sia stata abbastanza ignorata “dall’internet”, ma volevo comunque ringraziare voi, Raffaele e i ragazzi di Stay Nerd, perché sinceramente mi ha permesso di mettere in ordine i miei numerosi pensieri. Quindi grazie a tutti per avermi letto in questi mesi e continuate a leggere Stay Nerd, non si sa mai che arrivi qualche sorpresa.