Il bottino del re
King’s Bounty è una serie che va avanti da parecchio tempo. Il primissimo capitolo uscì nel 1990, prodotto da chi poi si sarebbe dedicato alla più famosa serie Heroes of Might and Magic. Questo titolo conteneva molte delle caratteristiche chiave della serie, come la struttura degli eserciti e il combattimento tattico a turni. Nel 2008 1C-Softclub lo riprese in mano e creò il suo seguito spirituale, King’s Bounty: Legends, che ha avuto vari sequel/espansioni stand-alone negli anni tra cui il titolo di cui sto parlando ora. Tra l’altro è l’unico che abbia mai giocato, avventuriamoci insieme in questa esplorazione. Quello che distingue King’s Bounty da HMM o altri titoli simili è l’attenzione dedicata all’aspetto RPG del gioco. Il personaggio da noi controllato si muove in tempo reale su di una mappa completamente esplorabile, alla ricerca di avversari da sconfiggere, tesori o risorse. Inoltre sempre sulla mappa sono presenti i PNG con cui interagire, parlare o da cui ricevere quest come in un qualsiasi gioco di ruolo. Si può dire che lo sia in tutto e per tutto, a parte il combattimento, di cui parlerò più avanti.
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Villains Inc.
Quasi sempre nei giochi si viene messi nei panni dell’eroe senza macchia, o nell’antieroe edgy, seguendo così la sua missione per far trionfare il bene superiore nel grande schema delle cose. Si avanza tra orde di zombie, si uccidono vampiri, procaci demonesse e orconi buzzurri e poi si finisce la storia tra le braccia della propria bella. O del proprio bello, le cose sono cambiate ultimamente. Se è vero che la realtà non è in bianco e nero ma in sfumature di grigio, quasi sempre nei giochi si vedono solo quelle chiare.
In Dark Side no, come primissima cosa ti viene chiesto di scegliere se vuoi giocare l’orcone buzzurro, la procace demonessa o il vampiro. Se già il titolo non lo ha fatto intuire, si gioca dalla parte del male.
Una volta scelto l’eroe si viene immediatamente catapultati in gioco, dove ad attenderci ci sarà un PNG che ci informerà della situazione. Se avete scelto l’orco il vostro villaggio sarà aggredito da elfi particolarmente incazzati, il vampiro dovrà scappare da degli aspiranti Van Helsing e la demonessa dai paladini che hanno ucciso suo padre. Tutti e tre avranno come obiettivo quello di raggiungere la terra neutrale dei nani, dove si incontreranno. Durante i dialoghi viene spiegato uno dei motivi trainanti della trama: nel mondo è necessario un equilibrio tra bene e male, dato che l’uno non ha senso senza l’altro. I buoni nel loro eccessivo zelo hanno spostato l’equilibrio in favore della luce, rendendo necessaria una decisa presa di posizione delle tenebre. Tuttavia lo spirito delle tenebre è rimasto imprigionato per migliaia di anni e ha bisogno di un po’ di riorganizzazione per tornare a fare il suo lavoro. Lo spirito delle tenebre per quanto sia un simpaticone non è uno sprovveduto, riconosce la necessità di una armata delle tenebre moderna, efficiente sia sul piano magico che quello scientifico. Qui comincia il lavoro del terzetto di futuri signori oscuri: esplorare il mondo cercando menti brillanti da corrompere e raccogliere accoliti per formare un esercito malvagio degno di questo nome. Per poi fare scontrare questi eserciti contro ALTRI eserciti.
Esagoniera
In Dark Side i combattimenti avvengono in due modi: o incontrando un nemico che vaga sulla mappa, il quale avvierà la transizione al campo di battaglia, oppure attaccando una roccaforte, dove ci sono già i nemici ad aspettare chi sia abbastanza temerario da tentare un assalto frontale. Il protagonista ha a sua disposizione un piccolo esercito personale, costituito da 5 unità e due riserve che non partecipano al combattimento. Per quanto possano sembrare poche, in giochi del genere l’unità che si controlla rappresenta la sua intera truppa, quindi la vita di una pedina è la somma della vita di tutte le unità che compongono la squadra. In sostanza è una battaglia campale in formato zip. All’inizio il giocatore ha a disposizione solo una manciata di unità in tema con il protagonista scelto, però ben presto se ne possono avere altre come mostri neutrali (nati da uova che si trovano in giro), unità degli altri due signori oscuri, o uomini e creature con cui si stringono accordi durante la trama. Per esempio dopo aver messo sul trono di un regno un nostro seguace, questi ha dato il via all’addestramento di cavalieri e stregoni oscuri messi a nostra disposizione. La dimensione delle nostre 5 truppe dipenderà da una caratteristica chiamata Leadership, che aumenta con il livello del protagonista, l’equipaggiamento o raccogliendo specifici oggetti in giro per la mappa. Più leadership si ha, più potranno essere potenti i nostri eserciti zippati. Se la truppa oltrepassa il limite imposto dalla leadership questa sarà fuori dal nostro controllo e farà quello che le pare in battaglia. Questa è una cosa che vorrete evitare a tutti i costi, fidatevi. Ogni truppa ha determinate statistiche di attacco velocità eccetera, oltre a specifiche abilità attive e passive: il cerbero può attaccare tre nemici adiacenti, gli scheletri arcieri hanno frecce velenose, i goblin possono saccheggiare i cadaveri per trovare monete d’oro.
Organizzare un esercito efficiente comporta comprendere queste abilità e saperle usare in modo accurato. E tutte queste truppe dove le mettiamo, su una scacchiera? Nooo, meglio.
I combattimenti di Dark Side si svolgono su di una griglia composta da esagoni. Questa, oltre a permettere movimenti in diagonale, permette alle singole unità di essere circondabili da SEI lati contemporaneamente, aggiungendo un ulteriore spessore al lato strategico. Il turno di ogni truppa in campo è deciso dalla sua velocità (spingendo ALT compaiono le barre della vita e numeri che indicano tra quanto è il loro turno) e ha a sua disposizione una certa quantità di punti azione da spendere. Questi punti si possono usare per muoversi, attaccare ma solitamente usare le abilità attive non ha costo. Una truppa in un turno può quindi muoversi e attaccare o muoversi consumando tutti i suoi punti, nel frattempo usando le sue abilità.
Armiamoci e partite
Durante la battaglia il protagonista non partecipa direttamente, ma oltre ad essere quello con la leadership, il giocatore può influire sul corso della battaglia in vari modi. Innanzitutto le sue statistiche influiscono su quelle delle truppe, inoltre a sua disposizione ha tre skill-tree in cui spendere le rune trovate in giro o ottenute salendo di livello. Queste skill possono essere cose semplici come l’aumento di attacco o difesa delle truppe, ma possono anche essere cose più subdole come trappole disposte in punti casuali a inizio scontro, oppure poter convincere una percentuale di truppe avversarie a fuggire o tradire il loro schieramento. Esistono tre tipi di rune, uno per skill-tree e i protagonisti livellando ne ottengono più di un tipo rispetto ad un altro. L’orco per esempio è avvantaggiato nel tree che riguarda i parametri fisici delle truppe e la forza bruta.
E poi ci sono gli incantesimi, tanti incantesimi. Nella mia partita ho scelto il vampiro che è il mago dei tre e oh boy, quanti incantesimi posso utilizzare. Ce ne sono di tutti i gusti, come i semplici accelerare o rallentare le truppe, palle di fuoco o evocazioni. Ad un certo punto ho evocato una fenice immortale e capace di attaccare tre nemici contemporaneamente dandogli fuoco. Ovviamente la potenza e l’utilità degli incantesimi è legata a come si sta esplorando lo skill-tree.
In giro per il mondo o nei negozi si possono ottenere numerose pergamene di incantesimi, che possono essere usate in battaglia o, se si soddisfano i requisiti, imparate per avere permanentemente l’incantesimo.
E l’orcone che casta poco o niente che fa? Manda solo le truppe a picchiarsi senza cose fighe da parte sua? No, ora ci arrivo.
Dopo aver finito la prima parte introduttiva lo spirito delle tenebre ci affiderà una palla di oscurità con una maschera sopra. Si chiama Blackie, che ci introdurrà a modo suo al sistema della Rage, già presente negli altri King’s Bounty.
La rage è una risorsa che si accumula in battaglia ricevendo o infliggendo danni. Questa può essere poi consumata per utilizzare skills assurdamente potenti che sono legate ai tre protagonisti: Blackie si trasforma in una sua versione di uno dei tre protagonisti e lancia un incantesimo potentissimo.
La rage è una risorsa affiancata al mana degli incantesimi, e mentre il vampiro ha più Mana degli altri il re della rage è l’orco, con la demonessa che sta a metà tra i due.
Anche i cattivi questano
Esattamente. Quando non si è impegnati a guidare le proprie armate si ha a che fare con numerose quest primarie e secondarie, che portano il giocatore ad esplorare varie regioni e città. È in queste occasioni che si osserva il lavoro fatto nella scrittura dei dialoghi. Non sono nulla di trascendentale, e il più delle volte non sono quello che ti aspetti da un signore del male ma ciò non è per forza un male. Spesso sono dannatamente divertenti.
Le quest non mancano e si concatenano tra di loro meglio di quanto mi in aspettassi, al punto che per la soluzione di una è spesso necessario concluderne un’altra. Per esempio ho salvato un ragazzino mentre cercavo il modo per attirare fuori dall’abbazia una fanatica religiosa. Conclusa la quest del ragazzino gli ho chiesto di far finta di essere mio ostaggio per tirarla fuori dalla sua tana.
Dark Side non è un gioco che si prende troppo sul serio e come già detto il male viene considerato un business. Una volta tanto vediamo da dietro le quinte come si organizza un esercito malvagio partendo praticamente da zero. Anche se all’inizio può sembrare che il gioco cerchi di farti simpatizzare con i tre protagonisti (villaggio bruciato, vampiro braccato, padre ucciso), la comparsa dello spirito delle tenebre mette tutto subito sui binari giusti, che non ho intenzione di spoiler are ulteriormente.
Come ultima cosa dico che durante la storia otterremo dei companion, con cui parlare o per cui fare missioni. Per compiacerli, si può dire. Portando a termine i loro incarichi riceveremo dei bonus, come l’aumento di una statistica o altro.
Un attimo di serietà
Per quanto l’esperienza generale di King’s Bounty: Dark Side sia piacevole, ho riscontrato alcuni problemi che la danneggiano in modo più o meno grave. La maggior parte sono bug e problemi di bilanciamento di alcuni incontri e unità, anche a difficoltà normale, che possono causare fastidi più o meno gravi. Tuttavia sono fiducioso sul fatto che 1C stia provvedendo a sistemarli, se non l’ha già fatto. Del resto siamo ancora in Early Access. Il motore grafico è quello che è. I modelli delle unità, gli effetti delle magie e delle abilità sono ferme a quelle del primo King’s Bounty: Legends. A parte varie eccezioni (la fenice è meravigliosa, così come alcune unità di alto livello), le animazioni delle unità sono legnose e le fanno sembrare gravemente stritolate dalla griglia esagonale. Un esempio è un tipo di cavaliere, che incontrerete abbastanza spesso andando avanti nella prima città: sta in posa nobile, con la spada tra le mani e la punta appoggiata a terra. Il suo attacco principale non consiste nel afferrare propriamente la spada e sferrare un fendente, ma sollevare le mani, torcere i polsi e conficcare la spada dall’alto verso il basso nel nemico. Dark Side è pieno di piccole cose che lo rendono una grande esperienza, ma ha anche le sue piccole cose che rovinano un complesso che è in verità molto valido.
A compensare per le unità ci sono tuttavia gli scenari di battaglia, sempre coerenti con la zona geografica in cui si sta combattendo. I pc moderni danno decisamente una buona spinta in più alle texture. Lo so che è semplicemente il continuo di una saga e non un sequel nel senso proprio del termine (è come dire Soulstorm per Dawn of War), ma l’aspetto grafico è una cosa da far notare quando il 70% del mercato videoludico moderno è OMG THE GRAPHICS. Qui non è una scelta stilistica particolare, è semplicemente grafica vecchia. Ammiro però la volontà di 1C di mantenere vivo lo spirito del gioco originario. Dove non arriva la grafica poligonale arriva però il comparto artistico generale. I menù, le roccaforti e tutto ciò che non comporta il 3d hanno belle illustrazioni (vedere immagine di cover) che alzano la qualità della “grafica” intesa come insieme complessivo. Hanno quel loro stile colorato ma comunque serioso che a me piace non poco.