In questa fase dell’evoluzione dell’universo videoludico, in cui sono molti i titoli che cercano di mettere da parte le rischiose dinamiche legate al gameplay puntando fortemente sulla voglia e sul desiderio di raccontare qualcosa, un piccolo studio italiano chiamato Storm in a Teacup, presenta N.E.R.O., un walking simulator uscito circa un anno fa su Xbox One e che da poco è sbarcato su PC. I limiti principali mostrati dal gioco nella sua prima apparizione su console, erano soprattutto relativi all’assenza totale della lingua italiana, oltre che ad alcuni difetti tecnici, tra i quali vari cali di framerate e la poca cura per le texture degli elementi di gioco, non capaci di avvalorare le ambientazioni mozzafiato che accompagnano benissimo il racconto. Ma come si comporta N.E.R.O. in questa nuova versione? Vi diremo tutto nel corso della nostra recensione.

Un viaggio emozionante

Cercheremo di rivelarvi pochissimi dettagli sulla trama di N.E.R.O., dato che la storia è il punto cardine del gioco, in assenza di particolari dinamiche legate al gameplay, nemici da uccidere o intricati enigmi da risolvere. La scena si apre con un individuo incappucciato a bordo di una barca che, trascinato dalla corrente, raggiunge una baia abbandonata su un’isola e da lì inizierà il nostro viaggio attraverso varie e curate ambientazioni. La storia del gioco porta avanti due racconti paralleli: uno legato a due genitori alle prese con la malattia incurabile del loro bambino e un secondo che mette insieme i pezzi legati alle avventure dei briganti che abitavano l’isola. Appena giunti sulla terra ferma, muoveremo i primi passi che ci porteranno a costruire il racconto, attraverso una visuale in prima persona e con i semplici comandi di movimento, corsa e cast di alcune sfere di magia, queste ultime utili per la risoluzione degli enigmi, se così possiamo chiamarli.

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Il racconto è portato avanti da una voce narrante e varie scritte luminose sparse nei livelli, che riescono a coinvolgere il giocatore già dai primi minuti di gioco, spingendolo ad arrivare alla conclusione. Un primo passo avanti rispetto alla precedente versione apparsa su Xbox One, è la presenza dei sottotitoli in italiano e le scritte interamente tradotte, che rappresentavano uno dei limiti principali del gioco, anche se si riscontra qualche errore/ripetizione qua e là, ma in generale il lavoro è del tutto ineccepibile. Le ambientazioni, fatte di caverne, villaggi abbandonati e immensi monumenti, sono davvero curatissime e suggestive, perfettamente in grado di fare da contorno al racconto. Difficile non rimanere a bocca aperta davanti ai giochi di luce, ai colori e a qualsiasi cosa faccia parte della scena, sicuramente uno dei punti di forza del lavoro, sotto questo aspetto davvero encomiabile.

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Non è tutto oro quel che luccica

I problemi principali legati alla struttura del gioco nella versione Xbox One, non potevano non riflettersi in maniera speculare su PC. I contenuti offerti da N.E.R.O. non vanno oltre la narrazione, circondata da un ottimo level design e una colonna sonora particolarmente piacevole. Le azioni possibili li limitano all’attivazione di alcuni meccanismi, tramite la pressione di vari interruttori, oppure lanciando su di essi una sfera luminosa e alla pressione di tasti posti sulla pavimentazione. In molte occasioni sarà necessario ricorrere all’aiuto del nostro compagno, che si incontrerà nelle prime fasi del gioco, ordinandogli di effettuare determinate azioni. Gli enigmi presentati sono estremamente semplici, tanto da non poter essere nemmeno considerati tali in alcune occasioni, fatta eccezione per l’ultimo, che richiederà un impegno maggiore, ma niente di particolarmente dispendioso. All’interno dei livelli, sono sparsi degli oggetti, poco visibili e ben nascosti, che consentiranno di aggiungere ulteriori elementi alla trama. La presenza di questi elementi, però, uniti agli enigmi che spesso risultano essere inutili e con meccanismi poco chiari, sembrano essere inseriti nel gameplay con il semplice obiettivo di allungare il brodo. Il sistema di movimento è davvero lento e rende molto frustrante lo spostamento, costringendoci a tenere costantemente premuto il tasto dedicato alla corsa ma, anche in quest’ultimo caso, la velocità non è particolarmente elevata. Non sappiamo se la scelta abbia voluto favorire un’esplorazione più lenta e curata, per focalizzare l’attenzione sulle numerose sfumature delle ambientazioni, però ci sentiamo di dire che è uno degli elementi che abbiamo apprezzato di meno. Il motore grafico Unity è stato ottimizzato a dovere in questa versione, non soffreddo dei numerosi cali di framerate visti sulla versione Xbox One, anche se in qualche occasione abbiamo notato qualche incertezza, ma niente di particolarmente grave. Buon lavoro anche sulle texture, che in parte sono state migliorate, tranne che per alcuni elementi della scena che sono stati chiaramente trascurati. La durata complessiva, anche a fronte degli elementi riempitivi inseriti, si aggira intorno alle 3 ore, durata che rientra nella media delle avventure videoludiche di questo genere.

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Settimio Capozzoli
Ingegnere per hobby, Nerd di professione. Appassionato di Videogames, da quando mio padre mi regalò un Atari 7200 con MidnightMutants (avevo solo 2 anni) ed attratto da qualsiasi aggeggio elettronico. Odio profondo per Assassin’s Creed, dopo averlo lodato fino al terzo capitolo ed amante di Halo, Dragonage, The Witcher e di quel gran figo di Illidan Stormrage. Da grande sogno di diventare uno Spartan.