Cattivi Vicini 2 è la commedia che ti aspetti.
Come una normalissima pellicola, anche questa non scampa alla regola del sequel, e pertanto se avete “amato” l’originale, con la sua audacia e la sua dissennata ironia, stavolta non fatevi trovare impreparati, ma anticipate voi stessi il passo indietro che questo film era ovvio facesse.
Tuttavia Seth Rogen è sempre Seth Rogen, e laddove leggi il suo nome c’è un contrassegno di garanzia (ma per favore ridategli il vecchio doppiatore).
Il suo carisma ed il suo impegno sono una costante; la sua innata predisposizione al far ridere è una certezza.
Lo ossequiamo e gli facciamo la sviolinata, perché dopo anni di prodotti sempre giusti, oltre ad avere il merito di averci in parte liberato dall’ormai logoro monopolio Sandler-Stiller, non perde il vizio di sorprenderci ed attualizzare il concetto di risata. Sta al passo coi tempi, e quelli comici non li sbaglia mai; inoltre per i nerd della sua generazione è un po’ un orgoglio vederne uno stazionare a pieno regime tra gli hollywoodiani.
Posando il violino e passando all’analisi, Cattivi Vicini 2 è anche un film godibile.
Scopiazza un po’ ovunque, ma più che altro si prende la licenza di ammiccare, ed allora troviamo riferimenti agli American Pie, al quale strizza l’occhio sia per le gag che per il tema della fratellanza, sia a lavori come Project X, con feste che spaccano quasi quanto quella prodotta da Todd Phillips e Nima Nourizadeh.
Donne nude e seminude, bicchieri sempre pieni, musica da capogiro e caos totale sono tutti gli elementi che incorniciano la pellicola di Nicholas Stoller, rendendolo uno straordinario affresco di colori e piacevolezze estetiche, seppur frivolo quanto vuole e deve essere.
Se cerchiamo il pelo nell’uovo, ovviamente c’è. La cottura è esagerata e la pappa si amalgama troppo, e così questo sequel non solo è un po’ inferiore al numero 1, ma ha il difetto di non raccontarci nulla di nuovo, di non sorprenderci né in negativo e né in positivo.
E’ esattamente quello che pensi di vedere quando metti il piede nella sala, e sai già che probabilmente ti sfonderai di coca-cola e finirai il tuo cesto di pop-corn, tra qualche risata grassoccia e un po’ di sorrisi sordi o dal volume basso.
Il conflitto generazionale non porta nulla di nuovo, ma quantomeno è ben rappresentato grazie ad un cast eccellente che ormai ci ha fatto rivalutare persino Zach Efron.
Chloe Grace Mortez, oltre a farsi sempre più bella, è anche sempre più brava e dimostra la sua versatilità, inserendosi – Cattivi Vicini a parte – di prepotenza tra le migliori della sua generazione.
Rose Byrne, già ammirata in queste vesti nel primo episodio dell’opera di Stoller, sfodera un’altra grossa performance attoriale, nonostante ci faccia sorridere l’idea di averla vista in X-Men: Apocalipse solo un mese fa.
E così in un’alternanza di gag (non tutte divertenti, a dire il vero) e situazioni al limite, scorre piuttosto naturalmente la canonica ora e mezza consigliata a standardizzata per pellicole di questo tipo, mentre una mosca attraversa la sala ed osserva lo spettatore medio divertito, e quello avvezzo alla critica un po’ contrariato per non aver atteso l’uscita sulla paytv.
Di sicuro entrambi avranno altro a cui pensare già sulla strada dalla poltrona al parcheggio.