Il primo conflitto mondiale non può non essere ricordato attraverso quelle che furono, al tempo, le prime vere innovazioni in campo bellico. Allo scoppiare della guerra del 1914, durante quello che era un tempo di lenta ma costante evoluzione dell’ingegneria meccanica, si nota una vera e propria impennata nello sviluppo tecnologico in campo militare, e come potrebbe essere altrimenti, vista la mole di battaglie che si andarono combattendo così aspramente nelle trincee? Accantonata l’idea di affidarsi solo alle pallottole (che non furono comunque certo risparmiate durante la guerra) si passò a quella di sterminare interi battaglioni con poche mosse, e proprio questo pensiero pareva essere il pallino di coloro che idearono le prime versioni di quei macchinari, quell’equipaggiamento e quelle armi a cui oggi siamo abituati. Così si vederono sui campi di battaglia i primi elmetti in acciaio e nacque quella che sarebbe diventata un pezzo di artiglieria inseparabile dal concetto di soldato stesso, ovvero la mitragliatrice leggera. I cieli diventarono testimoni delle prime battaglie aeree tra piloti e i pesantissimi carri armati britannici entrarono a far parte della storia. Andiamo a vedere dunque nello specifico le principali innovazioni nell’impiego di armi e mezzi della prima guerra mondiale.
1- Il Carro armato
L’idea semplice ma efficace di un tenente dell’esercito della Regina d’Inghilterra ha dato i natali a uno dei mezzi corazzati più famosi della storia. Visto ormai da tutti i profani e non come il corazzato di terra per eccellenza, il modello Mark 1 ora sfigurerebbe accanto ad un Leopard II, un Abrams o un T-90, ma al tempo fu una delle più grandi genialate mai partorite da mente umana, e pensare che il primissimo prototipo non era altro che un paio di lamiere fuse ad un automobile! I primissimi tentativi anche solo di smuovere un carro armato furono quello che oggi si definirebbe un epic fail, al punto che si pensò di archiviare il progetto quando uno dei cingoli finì in una trincea bloccando totalmente il mezzo. Il primo modello non aveva alcuna mobilità, tanto che venne utilizzato per la guerra di posizione e solo durante la seconda guerra mondiale vi fu il suo utilizzo in azioni tattiche di profondità. Qualcuno si chiederà perché lo chiamano “Tank” in inglese: la risposta sta nel velo di segretezza che girava attorno alla progettazione del mezzo, infatti gli operai incaricati della produzione del Mark 1 pensavano di star lavorando a dei nuovi tipi di serbatoi d’acqua mobili (tank = serbatoio).
2- Cacciabombardiere
Su questo punto ci sarebbe da scrivere almeno metà della storia dell’aviazione mondiale e quasi tutta la storia dell’aviazione militare che, proprio agli inizi del 1915, vede una sorta di seconda genesi. Dimentichiamoci un attimo dei due “rossi volanti” del mondo nerd e non (Il barone e il porco) e partiamo dal principio. Gli aerei erano principalmente utilizzati per azioni di ricognizione, nella guerra di trincea conoscere le posizioni nemiche era di vitale importanza così come lo è oggi ma pare che all’epoca bastassero un buon pilota con taccuino, matita e radio per svolgere il lavoro di scout volante e, se si aveva una buona mano e una mira niente male si poteva sganciare anche qualche bomba con le mani…si, avete letto bene, le bombe prima si lanciavano dagli aerei come gavettoni a ferragosto. Come già citato l’anno era il 1915, i tedeschi riuscirono a concepire un preciso sistema di sincronizzazione tra l’elica frontale del velivolo e le mitragliatrici. Nasce il primo aereo da caccia portando con se il concetto tutto nuovo di battaglia aerea e donando un’aura di mistero e romanticismo ai piloti che divennero i nuovi “cavalieri” del periodo. Solo tre anni dopo si assiste allo sviluppo del caccia bombardiere, un aereo in grado di sganciare ordigni esplosivi e ingaggiare battaglie aeree. Quest’ultimo tipo di velivolo porta con sé il terribilmente conosciuto “bombardamento a tappeto” che non risparmia punti nevralgici come linee di comunicazione e vie di fuga delle unità di terra nella sua furia distruttrice. Piccola menzione va fatta anche ai dirigibili Zeppelin che vennero utilizzati per bombardare la città di Londra nelle primissime fasi del conflitto mondiale e poi quasi del tutto abbandonati in favore degli aerei.
3- Armi chimiche
Una delle nazioni più avanzate nella ricerca e sviluppo di componenti chimiche per agricoltura e settore tessile era la Germania, subito si pensò ad un utilizzo bellico di simili sostanze, ma l’idea si scontrò con un primo rifiuto da parte delle alte cariche militari e pubbliche, le quali mal vedevano il concetto di “veleno” sul campo di battaglia e anche la Convenzione di Aja si pronunciò bandendo l’uso di proiettili o ordigni che avessero il solo scopo di diffondere gas mortali. All’atto pratico gli eserciti si trovavano in situazioni di stallo che potevano durare lunghissimi periodi ed ogni nazione cercava il giusto mezzo per uscirne, la Francia in primis utilizzò i lacrimogeni ed altri tipi di agenti irritanti contro il nemico mentre i tedeschi passarono direttamente dal non voler usare armi chimiche all’uso del cloro in bombole, avrebbero poi optato per il lancio di proiettili in grado di emettere direttamente la sostanza una volta sparati nella trincea nemica. Altri agenti chimici utilizzati furono il fosgene, il bromo e l’ancor più infame iprite, quest’ultima in grado non solo di causare danni gravissimi per contatto cutaneo, ma anche di persistere nelle aree colpite e di entrar a far parte del ciclo dell’acqua riproponendosi insieme alle precipitazioni atmosferiche tempo dopo l’utilizzo della sostanza.
4- Maschere anti-gas
Davanti ad un nemico che si avvaleva di armi chimiche non poteva che nascere il bisogno di proteggersi dagli agenti maligni che venivano letteralmente sparati nelle proprie linee. Gli stessi tedeschi, prodighi di cloro e bromo, idearono i primi modelli di maschera anti-gas, si trattava di semplici maschere in garza e cotone trattato con alcalini che avrebbero dovuto annullare, o almeno mitigare, gli effetti dei gas nocivi. Tali maschere vennero poi integrate con i famosi occhialoni fino ad assumere la forma inquietante che ben tutti conosciamo e dalla quale Psycho Mantis in Metal Gear non sapeva separarsi.
5- Lanciafiamme
E siamo arrivati al vero punto caldo, gioco di parole non voluto ve lo giuro, di questa lista, quello che nei film d’azione di un certo stampo non può mancare mai, soprattutto se girati negli anni ’80, il lanciafiamme. Il famoso Flammenwerfer, di chiare origini tedesche, venne sviluppato dall’ingegnere Richard Fiedler e venne usato per la prima volta sul campo di battaglia a Malancourt dove il suo impiego ebbe effetti devastanti. Non parliamo solo di quelli fisici, c’è da pensare anche all’impatto psicologico che un’arma in grado di sputare fuoco aveva su chi, già provato dalla battaglia, se la ritrovava davanti per la prima volta. La divisione dell’esercito tedesco composta dai soldati che adoperavano tali armi era chiamata semplicemente “Distaccamento lanciafiamme”. L’arma aveva bisogno di due operatori, nella sua versione piccola, per essere spostata, uno che trasportava le bombole e l’altro la lancia con la bocca da fuoco mentre il modello più grosso e con gittata maggiore abbisognava di un’intera squadra. Le altre nazioni non si fecero certo attendere nella corsa a chi ce lo aveva più focoso (il lanciafiamme) e così Francia, Italia e Inghilterra si adoperarono per acquistare prima e produrre poi quella che è divenuta una delle armi più criticate della storia, considerata la lenta e dolorosa morte che provocava. Eppure c’è da dire che, per quanto l’invenzione tedesca fosse già terribile, non v’è limite all’inventiva, soprattutto in campo bellico, tant’è che gli inglesi nel 1916 se ne uscirono con il Livens Large Gallery Flame Projector, ossia un lanciafiamme che veniva utilizzato in gallerie scavate sotto la cosiddetta “terra di nessuno” per azioni d’assedio.
6- Sommergibili
Nel 1913 i tedeschi, dato che non si facevano mancare niente, realizzarono il primo Unterseebot, conosciuto ai più come U-boot, arrivando a possederne trenta unità all’inizio del conflitto. Anche se inglesi e francesi avevano dato i natali a questo tipo di mezzo nautico unico nel suo genere fu proprio la Germania ad impiegarli principalmente per azioni di guerra dando caccia a imbarcazioni nemiche e anche a quelle neutrali, temendo trasportassero in segreto approvvigionamenti e armi per i loro nemici. Piccola curiosità, come per la battaglia aerea anche in quella sottomarina vigeva un certo codice d’onore, infatti prima di silurare un’imbarcazione si mandava all’equipaggio un avviso in modo che gli uomini si mettessero in salvo e solo all’evacuazione completa si faceva fuoco sul bersaglio, cosa che i simpaticissimi eredi di Sigfrido non fecero.