Le polemiche sul giro di vite contro l’immigrazione del neo-presidente americano Donald Trump hanno avuto delle conseguenze dirette anche nel mondo del cinema, visto che proprio a causa delle nuove politiche di Trump, il regista iraniano Asghar Farhadi, non potrà partecipare alla cerimonia degli Oscar, dove il suo film concorre per il premio per il miglior film straniero.
Il regista ha fatto sapere tramite un comunicato stampa, che anche qualora gli venisse concessa una deroga per poter partecipare alla cerimonia, non ha comunque intenzione di prendervi parte.
“Con grande dispiacere devo annunciare di aver deciso di non partecipare alla cerimonia degli Academy Awards insieme ai miei colleghi della comunità cinematografica. Nel corso degli iltimi giorni e nonostante le ingiuste circostanze che sono sorte per gli immigrati e i viaggiatori di diversi paesi verso gli Stati Uniti, la mia decisione era rimasta la stessa: di partecipare alla cerimonia e di esprimere le mie opinioni riguardo queste circostanze alla stampa presente all’evento. Non ho mai avuto intenzione di non partecipare, nè di boicottare l’evento come forma di protesta, perché so che molti nell’industria cinematografica americana e nell’Academy si oppongono al fanatismo e all’estremismo che oggi stanno prendendo piede più che mai.
Sembra però che la mia presenza sia accompagnata da dei se e da dei ma, che per me non sono accettabili, anche nel caso si facessero delle eccezioni per consentirmi di partecipare.”
Farhadi ha proseguito: “Credo che le similitudini tra gli esseri umani su questa Terra e le sue varie nazioni, culture e fedi, superino le varie differenze. Credo che la causa di molte delle ostilità tra le nzioni del mondo sia da ricercare nelle reciproche umiliazioni portate avanti in passato, e non c’è dubbio che le umiliazioni di oggi siano il seme per le ostilità di domani. Umiliare una nazione con il pretesto di salvaguardare la sicurezza di un’altra, non è un nuovo fenomeno nella storia ed è sempre stato terreno fertile per la creazione di nuove divisioni ed inimicizie. Esprimo qui dunque la mia condanna per le ingiuste condizioni imposte ad alcuni dei miei compatrioti ed ai cittadini di altri sei paesi, tentando di entrare legalmente negli Stati Uniti d’America e spero che la situazione attuale non darà adito a nuove divisioni tra i paesi.”
Voi che ne pensate?
(Fonte: Deadline)