Tutto quello che possiamo imparare da uomini comuni e dalla loro sopravvivenza.
Chi vi scrive ha l’incredibile pregio o difetto, a seconda dei punti di vista, di immedesimarsi a fondo nelle storie che osserva, siano esse libri, fumetti o film, finendo per viverle parzialmente insieme ai personaggi. Questo fa sì che, per quanto apprezzi le storie dove il protagonista è un intraprendente action hero o un inarrestabile meta-umano, siano i protagonisti più umili, quelli con maggiori difficoltà, paure e paranoie a risultargli più… congeniali. Perché guardiamo in faccia la realtà: nessuno di noi è un meta-umano, siamo semplici esseri umani e quando le cose girano male, non c’è un copione benevolo che fa in modo che i proiettili o i problemi di ogni giorno ci manchino miracolosamente. Talvolta l’eroe non è un Arnold Schwarzenegger che esce da una copertura ruggendo con una mitragliatrice leggera alla mano. Talvolta un eroe, quello vero, è una persona normalissima che con ogni risorsa, ogni forza mentale e fisica disponibile, si oppone ad un destino avverso. Siamo qui per parlare di loro, oggi, gli eroi normali, quelli veri. Sono qui per parlarvi di personaggi che ci hanno lasciato un segno dentro, per ciò che hanno fatto, per ciò che fanno e, in qualche caso, per ciò che faranno per sopravvivere, nelle loro rispettive storie. Personaggi da cui possiamo imparare qualcosa.
Storie di apocalissi
C’è una teoria psicologica che sostiene che ogni individuo, prima o poi nella vita, subisca la propria apocalisse personale. Ma cosa significa questo? Che ognuno di noi nella propria esistenza vivrà un avvenimento che cambierà tutto e lo muterà per sempre. Si chiama “personale” perché l’apocalisse varia da persona a persona, appunto, e anche l’entità del cambiamento è variabile. Si tratta di un avvenimento che è una sorta di “fine”, ma al contempo un “inizio”. Oggi, però, non siamo qui per parlare di apocalissi personali, ma di apocalissi e basta. La fine dell’umanità come la conosciamo. Che sia una guerra nucleare, una pandemia globale, un collasso totale economico e sociale, i morti che tornano in vita, poco importa. Ogni scenario è terrificante a modo suo e lascia ben poco scampo. Ma i personaggi di cui parleremo in seguito sono riusciti a trionfare sulle avversità e le probabilità avverse. Quando un evento stravolge non solo la tua di vita, ma cambia tutto il mondo radicalmente (in una grande metafora narrativa? Può darsi), sopravvivere non è uno scherzo. Spesso puoi contare solo su risorse ridicole, te stesso compreso. Ma gli eroi di cui vogliamo parlarne non si sono dati per vinti e possono insegnarci qualcosa. Perché cavolo, quando sopravvivi in una realtà dove milioni, se non miliardi, sono morti, puoi essere ben definito un eroe.
Il pilota di elicottero
Nome: John
Film: Day Of The Dead (1985)
Tipo di Apocalisse: Ogni persona morta si rianima come zombie e con un solo morso infetta e uccide gli umani.
Attore: Terry Alexander
Chi è: John è un elicotterista. Quando è scoppiata l’apocalisse Z John, probabilmente coscritto forzatamente dall’esercito, è diventato il pilota di una base sotterranea situata nella Everglades. Egli infatti è l’unico pilota della base, e condivide il suo tempo libero con McDermott, il tecnico radiofonista della base, anch’esso un comune civile. La base oramai sembra l’ultimo avamposto umano esistente. Isolati, circondati dalla morte che cammina. Soli. Ma questo a John non interessa. Il pilota è un individuo calmo, quasi anonimo, fino a quando non veniamo a scoprire come vive la realtà di ogni giorno. John infatti si è arreso. Non arreso alla morte, alla sofferenza o al fatto che potrebbe venir divorato. No, si è arreso all’evidenza. All’inutilità di ciò che fanno nella base. Al paradosso di vivere in una scatola contenente milioni e milioni di dati inerenti a motorizzazione, tasse, registri demografici ormai futili e altre cose che ormai non esistono più, o che non hanno più alcun valore. Vivono dentro una tomba di ciò che è stato. Non interviene mai nella ridicola lotta di potere tra scienziati e militari, negli orrori che alcuni dottori perpetrano inseguendo il nulla, è indifferente a tutto questo. John passa le sue giornate a fare il suo lavoro, bere del buon scotch e a leggere qualcosa. Vive placidamente, in pace con sé stesso. Una pace che tutti gli altri sopravvissuti non riescono a trovare. Pensa che sia stato Dio a scatenare la fine, che sia il mandante dell’inferno sulla Terra, per ricordare agli esseri umani chi è il capo, che per quanto ci si creda potenti, qualcosa può sempre sconvolgere tutto, anche l’ordine naturale delle cose. Sentito così vi sembrerà un fanatico religioso. Ma è questo il bello: John non lo è. È semplicemente un uomo che ha trovato la sua personale spiegazione a tutto il casino scoppiato sulla Terra. Lo spiega agli altri, condivide le sue idee e basta. Non cerca di convincere nessuno, e non esita ad aiutare gli altri. Combatte contro quelle che vede come ingiustizie e non ha paura di mettersi in pericolo per salvare chi ritiene amico. Vive l’orrore con tranquillità disarmante, senza perdersi in inutili introspezioni o in guerre contro i mulini a vento. È l’unico della storia privo di angosce che guarda al domani con fiducia. In un mondo dove i morti camminano, questo non è poco.
Cosa ci insegna: che a volte è inutile affannarsi, crocifiggersi l’anima con problemi inutili. Ha dentro di sé incredibile sicurezza e serenità, derivategli dal fatto di aver accettato ciò che è successo. Una volta accettato, è più facile pensare a come vivere il domani. Sopravvivere è difficile se siamo in conflitto con gli altri o con noi stessi. Se hai una mente sgombra e tranquilla, riuscirai meglio in tutto.
Citazione: “Questa è una grande, enorme tomba di 14 miglia, con un epitaffio di cui nessuno importerà mai nulla.”
La sopravvissuta di Londra
Nome: Selena
Film: 28 Giorni Dopo (2002)
Tipo di Apocalisse: Un’infezione altamente contagiosa e rapida di un ceppo di rabbia mutata rende le persone pericolosi assassini ferali.
Attore: Naomie Harris
Chi è: Selena era una normale farmacista quando l’epidemia di rabbia colpì il regno unito. Come altri inglesi non è riuscita ad essere evacuata, e sopravvive nella Londra post-infezione. Salva la vita a Jim, un fattorino risvegliatosi dal coma nella capitale abbandonata. Selena colpisce per quanto sa essere spietata eppure dolce al contempo. È una persona normale, che semplicemente fa ciò che è necessario per sopravvivere e far sì che gli altri vicini a lei facciano lo stesso. Quando sul suo compagno Mark, dopo un combattimento con due infetti, Selena pare notare i segni dell’infezione, quest’ultima fa una scelta critica. Non esita un secondo ad uccidere brutalmente a colpi di machete il suo inerme compagno, contagiato. Non gli dà il tempo di trasformarsi, fa ciò che è necessario. Protegge lei e Jim, con un gesto brutale ma indispensabile. Selena dimostra un incredibile freddezza in momenti di tensione, non si lascia scoraggiare e prende sempre la decisione migliore. Per quanto possa sembrare spietata è però anche compassionevole, tant’è che quando capisce che lei e Hannah stanno per essere abusate da dei militari, non esita un istante a drogare la ragazzina con una pesante dose di Valium, per evitare che gli orrori che avrebbero subito potessero danneggiarla in maniera irreparabile. Fa un’altra scelta critica, decide di portare la ragazzina in uno stato di semi incoscienza per proteggerla da un mondo crudele. Fredda, amorale e perfetta. Selena è una sopravvissuta incredibile, si focalizza sempre su cosa fare nell’immediato, e come farlo al meglio.
Cosa ci insegna: Selena non lascia che l’orrore che la circonda la trasformi in un mostro priva di cuore. Non lascia Jim al suo destino, salvandolo dagli infetti e non lo lascia morire per una seconda volta, quando ferito da una pallottola. È maestra nel prendere decisioni drastiche unendo una logica ferrea e calcolatrice a un incredibile lato umano. A volte siamo costretti a prendere decisioni difficili in finestre di tempo ristrette, ma fare scelte giuste e tempestive aiuta noi e gli altri a sopravvivere.
Citazione: “E tu ce l’hai un piano? Vuoi salvare il mondo? O ci vogliamo innamorare per poi scopare? Secondo me, il meglio che possiamo fare è sopravvivere.”
Il viaggiatore del globo
Nome: Gerry Lane
Film: World War Z
Tipo di Apocalisse: Un virus incredibile trasforma in pochi secondi le persone contagiate in creature aggressive e sovrumane.
Attore: Brad Pitt
Chi è: Gerry Lane è un prezzolato veterano dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ex ispettore per loro conto e probabilmente anche ex militare, quest’uomo si è appena ritirato dalla sua vecchia professione, quando l’umanità si ritrova sull’orlo dell’estinzione a causa di un virus nuovo e devastante. Gerry non solo riesce grazie alle proprie conoscenze a portare la propria famiglia in salvo, ma riuscirà anche a trovare un punto debole nel virus. È un sopravvissuto naturale, la sua percezione dell’ambiente circostante e la sua intelligenza gli assicurano sempre un vantaggio sulle difficoltà. Esemplare il momento in cui, nel fuggi fuggi generale, si prende la briga di notare quanto il contagio ci metta a trasformare una persona in un mostro. A cosa potrebbe servire un’informazione del genere? Beh, se siete soli poco o niente, ma se avete con voi la vostra famiglia… Dopo, non sapendo ancora benissimo come il morbo si diffonda, Gerry teme di essere stato infettato, si sporge quindi dal palazzo, contando fino a 10 (i secondi che un essere umano impiega per trasformarsi, se infettato). Qualora fosse stato contagiato, gli spasmi del mutamento lo avrebbero fatto precipitare, non mettendo così in pericolo la sua famiglia. Un ragionamento complesso da fare in una situazione in cui tutta la tua realtà e le tue sicurezze sono andate distrutte. Gerry mostra un altro pregio incredibile: è maestro nell’utilizzare le poche risorse a lui disponibili. Non esita a rubare un camper per portare in salvo la sua famiglia e si costruisce dei bracciali protettivi con vecchie riviste e nastro adesivo (il miglior amico del sopravvissuto, ve lo dico per esperienza). Può sembrare una stupidaggine, ma quando hai a che fare con dei mostri che cercano di azzannarti, è meglio avere gli avambracci ben coperti. Perché? Semplice, istintivamente un essere umano pone le proprie braccia a protezione di sé stesso, è quindi facile immaginare che in caso di colluttazione improvvisa la zona a rischio morso sia proprio l’avambraccio. Inoltre, per chi non lo sapesse, diversi strati di carta sono eccezionalmente resistenti. Basti pensare che anche i proiettili potenti hanno difficoltà a passare centinaia e centinaia di fogli di carta attaccati. Gerry analizza tutto questo in pochi istanti e si crea delle protezioni improvvisate anti-morso. La sua mente analitica è ciò che gli permette di individuare nel caos generale dei dettagli che lo condurranno ad un aiuto concreto per l’umanità. Finisce per viaggiare per il mondo, mantenendo nella sua mente l’idea che ciò che sta facendo è per la sua famiglia. Combattere per un tale obiettivo rende chiunque più forte. Inoltre, come la precedente Selena, è in grado di prendere decisioni in pochi istanti: non esita ad amputare violentemente un braccio ad una soldatessa dopo che è stata morsa a un dito. Il nostro sopravvissuto non è sicuro che questo gesto la salvi, ma decide che vale la pena tentare piuttosto che lasciarla trasformare.
Cosa ci insegna: Gerry Lane ci insegna che utilizzare la testa e ciò che abbiamo intorno nel migliore dei modi è fonte di grande speranza per la sopravvivenza. Scelte adatte e risorse ben utilizzate ci permettono di spuntarla o di darci un grande aiuto nelle difficoltà. Saper correre ed essere forti non aiuta se dietro non abbiamo una mente lucida e analitica.
Citazione: Segen (Soldatessa): “Come facevi a saperlo? Come facevi a sapere che tagliarla avrebbe funzionato?”. Gerry: “Non lo sapevo.”
La Leggenda
Nome: Robert Neville
Film: Io Sono Leggenda (2007)
Tipo di Apocalisse: Il Morbo di Krippin, un virus geneticamente modificato inizialmente pensato come cura per il cancro ha ucciso il 90% della popolazione mondiale. L’1% della popolazione si è dimostrata immune, mentre il rimanente 9% si è trasformato in mostri sovra-umani assetati di sangue, ma solamente notturni.
Attore: Willie Smith
Chi è: Robert Neville, brillante virologo e membro dell’Esercito degli Stati Uniti è l’ultimo uomo di New York. Arroccato di notte nella sua casa fortificata, cerca ogni giorno in compagnia del suo cane femmina, Samantha, una cura al morbo che ha causato l’apocalisse. Neville è solo da ben più di 3 anni e nonostante questo mantiene la sua salute mentale, tramite piccole astuzie e trucchi. Si mantiene concentrato lavorando, allenandosi fisicamente e mandando dei segnali radio ogni giorno. Utilizza anche dei manichini per fingere di avere delle interazioni sociali (come nella serie comica, ma sotto questo punto di vista simile, Last Man On Earth), soddisfacendo così uno dei bisogni più impellenti dell’essere umano: la comunicazione. Neville ha visto anche morire di fronte a lui le sue uniche ragioni di vita: sua moglie e sua figlia. Molti sarebbero impazziti o avrebbero mandato al diavolo tutto, ma lui no. Si ostina ogni giorno a cercare una cura per il virus di Krippin. Per quanto ne sa potrebbe essere l’ultimo uomo sulla terra. Potrebbe uccidersi, come la protagonista de “La morte come dono (splendido corto inserito in alcune edizioni DVD e blu-ray del film). Potrebbe lasciarsi andare, ubriacarsi e passare ciò che gli resta da vivere nella solitudine o in attesa che un errore gli costi la vita. Ma lui tiene duro, ogni giorno, per 1002 giorni. Samantha, il suo pastore tedesco, è la sua unica fonte di (vera) compagnia e, in seguito ad eventi tragici ed inaspettati, Robert è costretto ad uccidere anche lei. Esausto e ormai stanco di tutto, l’uomo raggiunge il suo punto di rottura e decide di portarsi via più infetti possibili prima di essere ucciso. Ma qui, forse per destino, forse per pura e insondabile fortuna, viene salvato. Fortuna, destino, parole mai così vicine al risultato, mai così distanti come concetto. Viene tratto in salvo da altri due sopravvissuti, una donna e un bambino. Quest’ultimi sembrano ridargli un motivo per andare avanti. Robert Neville trova infine una cura. E si sacrifica per salvare l’umanità, sopravvivendo come leggenda. Oppure (in base al finale della pellicola che scegliamo di vedere) sopravvive per poi partire alla ricerca di un posto da dove cominciare e ricostruire tutto ciò che era andato perso. In entrambi i casi, una parte di lui sopravvive.
Cosa ci insegna: una cosa fondamentale, mai arrendersi. Di tutti i personaggi inseriti in questo articolo, è sicuramente quello che più viene provato. Certo, ha una casa comoda e sicura, tutte le risorse che vuole. Ma vi assicuriamo: la privazione di interazioni sociali per mille e passa giorni è la peggior condanna che un essere umano può subire. Pochi altri sarebbero sopravvissuti. Anzi, non solo sopravvissuti, perché Robert Neville non solo sopravvive, ma porta avanti anche le sue ricerche. Sarebbe facile dire che alla fine anche lui si è arreso. È vero, aveva raggiunto il punto di rottura, tutti noi ne abbiamo uno. Ed è più che legittimo che anche lui, alla fine ci sia arrivato. È stato salvato dalla fortuna? Una lettura fin troppo semplicistica. Pensateci, è sopravvissuto da solo per un migliaio di giorni. Non ha mai mollato. La fortuna aiuta gli audaci, dicevano i latini. Ed è vero, le cose migliorano solo se resisti. Se fosse sopravvissuto solo 900 giorni, nessuno avrebbe salvato il mondo. Se fosse sopravvissuto 999 giorni, nessuno lo avrebbe salvato su quel molo. Non è fortuna, è questione di statistica e di volontà. Più sopravvivi, più le cose possono migliorare. Più resistete, più le cose possono risolversi. Non arrendetevi mai, trovate le forze ovunque possiate, ma non gettate mai la spugna. Resistete, con ogni mezzo possibile, con ogni trucco, ad ogni costo: resistete.
Citazioni: “Non è stato Dio a fare questo, ma noi.” (Robert Neville parlando dell’Apocalisse).
“Perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero. Come potrei farlo io? Illumina l’oscurità.” (Robert Neville, citando Bob Marley).
L’uomo buono
Nome: Riley Denbo
Film: Land Of The Dead (2005)
Tipo di Apocalisse: Ogni persona morta si rianima come zombie, e con un solo morso infetta e uccide gli umani.
Attore: Simon Baker
Chi è: Riley è uno dei sopravvissuti che abita nell’avamposto di Pittsburgh. Fortificato da una recinzione elettrica e difeso da due fiumi ai lati, questo avamposto prospera grazie ad una particolare condizione. I ricchi abitano arroccati nel Fiddler’s Green dove vivono una vita lussuosa, come se nulla fosse successo. I poveri abitano invece nei sobborghi senza o con pochi servizi. Infine ci sono diversi mercenari che si sobbarcano il compito di uscire dalla zona sicura e andare in cerca di provviste. Riley è il capo di questi mercenari, un capo carismatico ed estremamente umano e intelligente. Esso infatti conduce le proprie operazioni con saggezza e rispetto per tutti, morti inclusi. Cerca di proteggere la vita dei suoi uomini per quanto possibile, evitando al contempo inutili massacri di zombie. Riley però è stanco, vorrebbe andarsene, ma finisce raggirato e frodato dal signore della città: Kaufmann. Il quale si vuole tenere ben stretto quelli che sono i suoi servi, inclusa una risorsa preziosa come il signor Denbo. Riley dimostra una calma e una freddezza incredibili, nonché una serenità allucinante. Ha una buona parola per tutti, cerca di aiutare il prossimo e non esita a rischiare la propria vita per salvare i poveri e i bisognosi. Più volte prende una decisione volta al bene di tutti e non solo il suo o quello di chi gli sta vicino. È grazie a lui se molti abitanti del triangolo d’oro (la zona di Pittsburgh fortificata) si salvano. Solo quando tutti sono in salvo, persegue i propri scopi. Progettatore del Dead Reckoning, il veicolo forse più formidabile mai visto in un film post-apocalittico, questo personaggio mantiene la sua straordinaria personalità durante tutto l’arco della storia, non tradendo mai i suoi principi e soprattutto non tradendo mai chi ripone fiducia in lui. Dimostra una spiccata umanità quando si dispiace per la morte inutile e paradossale di un giovane ragazzo. Eppure al contempo è un uomo che accetta e convive con gli orrori di quell’orrendo mondo. È particolare e straordinario l’equilibrio che Riley ha raggiunto. Da menzionare inoltre la sua intelligenza in combattimento, mentre molti altri buttano proiettili in quantità, lui rimane calmo e con le sue due pistole procede nell’abbattere gli zombie con calma e colpi ben mirati. Questo personaggio è inoltre dotato di una profonda ironia e, forse, un particolare cinismo che gli permette di affrontare l’inferno in terra. Volete capire come? Leggete la citazione.
Cosa ci insegna: Riley ci dà il messaggio più incredibile, anche sopravvivendo a tutto e tutti, si può rimanere umani. Badate bene, questo non significa essere deboli. Riley Denbo è senza dubbio il personaggio caratterialmente più forte della storia, eppure, insieme alla sua spalla, il più umano. Non permettete che le esperienze tragiche e provanti della vita vi trasformino in qualcosa di brutto. Le difficoltà potranno anche sopraffare il vostro corpo, ma la vostra mente no. Si può sopravvivere e resistere, mantenendo il vostro lato umano, il vostro lato buono.
Citazione: Slack: “Qual è la tua storia, Riley?”
Riley: “Io non ne ho, non ho avuto drammi particolari, poi tutto è cambiato.”
In un’altra occasione, Slack: “Quanto tempo gli resta?”
Riley: “Mio fratello è stato morso, ci ha messo meno di un’ora a trasformarsi.”
Slack: “E poi che è successo?”
Riley: “L’ho ucciso.”
Slack: “Meno male che non hai avuto drammi nella vita.”
Riley: “Infatti li ha avuti mio fratello.”
Cari lettori, siamo arrivati alla fine del nostro viaggio. Abbiamo questo articolo pensando sì a questi incredibili personaggi, ma anche a cosa ci insegnano, come avete visto. Perché per migliorarci dobbiamo imparare da ogni cosa che vediamo o sentiamo e possiamo trarre insegnamenti anche da storie incredibili, come quelle che parlano di apocalisse (certo, sperando che non si avverino e restino una grande metafora). Perché in fondo anche noi, nel nostro piccolo, siamo dei sopravvissuti. Pertanto, fate tesoro di ogni cosa che vi possa aiutare a resistere al buio e ai suoi incubi. Sopravvivete.