Per non dimenticare
In Game of Thrones i personaggi muoiono come mosche. Non fai in tempo ad affezionarti a qualcuno che questo può ritrovarsi decapitato, bruciato, accoltellato, sgozzato e, in definitiva, stecchito (o, nel peggiore dei casi, resuscitato come non morto). E la bravura degli sceneggiatori sta nel far commuovere il fan, che guardando la serie HBO non dovrebbe più far caso alla dipartita di un personaggio. Game of Thrones, in fatto di lutti, dunque non ha rivali? In realtà, basta ripensare a questi dieci personaggi per capire che il suo primato di serie strappalacrime può essere insidiato, anche solo occasionalmente. Prima di partire con questa ondata di lacrime e fazzolettini usati, chiariamo: non è una classifica. Si tratta di dieci morti che, a modo loro, ci hanno colpito e sconvolto tutte allo stesso modo. Fuori la scatola formato famiglia di kleenex… Si va in scena!
ATTENZIONE
Da qui in avanti si parla di morti nelle serie TV e, sebbene la maggioranza di queste si siano già concluse da tempo, il rischio di SPOILER è comunque presente. Se dovete ancora fare la maratona di Lost o vedere come finisce How I Met Your Mother (per fare due esempi), proseguite sapendo a cosa andate incontro.
1 – Mister Gates (Black Sails)
Avendo parlato di Game of Thrones, iniziamo con quello che potremmo considerare il Ned Stark di Black Sails. Perché Hal Gates ha questa particolarità, quella di essere un uomo sincero e onorevole in un ambiente composto di ladri, assassini e bugiardi come quello della pirateria. Sa che il suo migliore amico sta sbagliando, lo vede percorrere una strada pericolosa da cui teme non ci sia ritorno, vuole salvarlo, gli offre la possibilità di tornare indietro, ma alla fine, messo alle strette, di fronte alla scelta di salvaguardare l’equipaggio o l’amico, il suo senso del dovere lo porta a scegliere prima la ciurma. E paga con la vita. La scena di Hal che chiede a Flint di riprendersi prima di accusarlo di fronte agli altri, il sincero dispiacere sul suo volto, seguiti dalla follia omicida del capitano che gli ripete che non sarebbe voluto arrivare a questo e chiede scusa all’amico, sono uno dei momenti più toccanti e difficili da accettare della serie.
2 – Laverne Roberts (Scrubs)
Tra i cardini di una serie come Scrubs c’è sempre stato il concetto della morte. La capacità di saperla accettare come medici e, ancor prima, come esseri umani. Abbiamo visto molti pazienti andarsene dal Sacro Cuore, segnandone profondamente i dottori, ma quando ad andarsene è l’infermiera Laverne l’intero personale dell’ospedale si ritrova a fare i conti con un lutto personale devastante. Una morte che diventa un episodio corale, che colpisce ogni singolo membro dello staff del Sacro Cuore. Assistiamo alla follia del Dottor Cox, che si rasa i capelli e cerca di tenere nascosta la nascita della figlia per impedire che essa venga associata a quel giorno infausto. All’incapacità di Carla di esprimere il suo addio. Ai sentimenti mai sopiti del Dottor Kelso per l’infermiera e al lato più umano dell’Inserviente. E in mezzo a tutto questo c’è lo spettatore, anche lui lasciato con un vuoto da colmare.
3 – Dottor Derek Shepherd (Grey’s Anatomy)
Quando ci va di mezzo un immortale, la rabbia è enorme. Il Dottor Shepherd in undici stagioni era sopravvissuto a bombe, sparatorie, ferryboat incidentati e disastri aerei, per poi morire per un sinistro stradale. L’intera vicenda ha del paradossale: sopravvive all’incidente d’auto e si ritrova paralizzato ma cosciente, affidato alle cure di medici che ne sbagliano completamente la diagnosi e la cura. Lo spettatore viene coinvolto nel terrore del dottore, che da medico esperto com’è si rende conto di quanto sta accadendo ma si ritrova impossibilitato a intervenire, consapevole di essere giunto alla fine. L’amara ironia di un neurochirurgo che muore cerebralmente non fa che aumentare la rabbia e il dolore dello spettatore, fino al momento in cui Meredith decide di staccare la spina. L’ondata emotiva che ha sconvolto gli spettatori della serie, che ormai vedevano il personaggio come intoccabile, è stata enorme. E mentre i fan piangono, gli sceneggiatori brindano, per quella che è stata a tutti gli effetti una delle morti più riuscite nei serial televisivi.
4 – La “Mamma” (How I Met Your Mother)
Quando una morte divide i fans vuol dire che ha funzionato. Ma se questa morte è destinata ad essere al centro del finale di una serie Tv che ha fatto innamorare milioni di telespettatori nel corso di nove lunghissime stagioni, vuol dire che qualcosa è stato sbagliato. In effetti, quando per otto anni crei suspense per l’incontro con la famosa “Mamma”, disseminando indizi e false piste su chi possa essere, per poi dedicare tutta l’ultima stagione alla sua presentazione, uccidere quel personaggio alla fine della stessa non può che lasciare l’amaro in bocca. Da un lato, i fan provano ira sincera per gli sceneggiatori, sentendosi come un bambino a cui è stato tolto il cucciolo appena adottato. Dall’altro, subentra una forte tristezza per l’uscita di scena quasi in sordina di un personaggio la cui presenza ha costituito un convitato di pietra per quasi una decade.
5 – Signora Wolowitz (The Big Bang Theory)
Incredibile come ci si possa affezionare a un personaggio senza averlo mai visto in faccia. La signora Wolowitz costituiva uno degli spunti comici migliori all’interno di The Big Bang Theory, fornendo ogni volta un buon motivo per ridere. Una morte, quella della mamma di Howard, per certi versi annunciata, data la scomparsa dell’attrice che le dava voce, Carol Ann Susi, ma che riesce comunque a colpire lo spettatore non solo per la sua dipartita, sempre fuori scena, ma soprattutto per la reazione nel personaggio del figlio, che passa in un solo episodio dalla rabbia nei confronti della madre a un sincero dolore per la sua perdita, circondato dall’affetto dei suoi amici e di sua moglie.
6 – John Winchester (Supernatural)
Freudiano. Le prime cinque stagioni di Supernatural, presentano questo carattere freudiano, legato alla figura di un padre assente. Se la cosa, dalla seconda stagione in poi, assume un valore simbolico, nella prima è invece perfettamente concreto e la ricerca di John è il leitmotiv della serie. Ricerca che si conclude con un incidente stradale che porta il maggiore dei fratelli Winchester sull’orlo della morte. John, in un ultimo gesto di protezione paterna, va contro tutti i suoi principi, scegliendo di sacrificarsi e dando la propria anima all’essere che odia di più al mondo pur di salvare il figlio maggiore, verso il quale non è mai stato un genitore impeccabile. Un ultimissimo atto di affetto, forse l’unico realmente sincero nei confronti del povero Dean, sempre sacrificato per proteggere il fratello minore dal suo oscuro destino.
7 – Dan Conner (Roseanne)
Ecco cosa succede quando una sit-com viene deturpata in Italia da qualche adattatore desideroso di farla passare per un film comico, mentre al suo interno tocca argomenti importanti, sulla famiglia, la discriminazione, l’obesità e l’omosessualità, col sorriso ma senza banalità. Forse solo i più vecchietti tra noi la ricordano: Dan e Roseanne stanno festeggiando al matrimonio della figlia Darlene, quando lui ha un infarto. Subito dopo sembra riprendersi, la vita per la famiglia sembra migliorare improvvisamente, salvo poi scoprire, dopo una stagione, nell’ultimo episodio della serie, che in realtà Dan era effettivamente morto d’infarto alle nozze e che quanto accaduto dopo, la nascita del nipote, la vincita alla lotteria e la vita di Dan sono solo un’invenzione di Darlene per elaborare il lutto. Col senno di poi, l’intera nona stagione diventa un lunghissimo addio a un personaggio a cui lo spettatore si era affezionato, lasciandolo interdetto, triste e arrabbiato per una perdita che non ha avuto modo di realizzare.
8 – Hank Schrader (Breaking Bad)
Quanto vale la vita di un uomo? Se lo chiedi a Walter White, la risposta può essere niente, così come ottanta milioni di dollari. Considerato che la morte di Walter era solo questione di tempo, forse l’addio peggiore di Breaking Bad è proprio quello di Hank, quella che nonostante tutto resta l’unica figura positiva dell’intera vicenda, complementare a quella del cognato. Nella sua caccia a Heisenberg arriva a scoprire la verità, venendo a conoscenza del segreto del professore di chimica, che nonostante tutto stima e ama alla stregua di un fratello. In un gesto contro la sua natura arriva a offrire a Walter un’ultima possibilità di redenzione, fallendo. Le cose precipitano e Hank si ritrova presto con una pistola puntata contro. Walter, in un ultimo disperato tentativo di salvargli la vita, offre a Jack Welker di prendersi ottanta milioni di dollari e andarsene in cambio della vita del cognato. Ma Hank sa come andrà a finire quella faccenda: “You want me to beg? You’re the smartest guy I ever met, and you’re too stupid to see — he made up his mind 10 minutes ago”. Senza mostrare paura, l’agente della DEA guarda il criminale e gli intima di farlo. Uno sparo e la scena si allarga, mostrando dalla distanza Hank che si accascia a terra, un istante prima che un Walter, disperato, inizi un silenzioso lamento per il cognato appena ucciso.
9 – Jin e Sun Kwon (Lost)
Lacrime. L’ultimo bacio dei coniugi Kwon è un momento di assoluto dolore per il fan della serie. Come dirà l’interprete di Jin a fine riprese, Daniel Dae Kim, la coppia dei Kwon costituiva per lo spettatore i “Romeo e Giulietta dello show”. Era inevitabile tifare per il loro happy ending, sperare che i due potessero tornare alla civiltà lasciando la maledetta Isola e tornare dalla loro bambina. Ma questo non avviene. Non che Lost non ci abbia abituato a morti continue e strazianti (perché nessuno pensa al povero Artz, esploso con un candelotto di dinamite in mano?), ma quella di Jin e Sun è assolutamente struggente. Lei è bloccata nella camera del sommergibile che si sta riempiendo d’acqua e lui tenta disperatamente di salvarla, nonostante la preghiera di andarsene, salvarsi la vita e pensare alla loro figlia, rimasta a Seoul. Quando Jin capisce di non poterla aiutare sceglie di rimanere accanto a lei, di morire con la donna che ha sempre amato e che ha appena ritrovato.
10 – Decimo Dottore (Doctor Who)
La morte è un concetto stranissimo in Doctor Who. Quando un Dottore ci lascia, sappiamo che ce ne sarà uno nuovo, e alla tristezza per la perdita di un interprete si accompagna la curiosità per il successivo. Sta quindi all’abilità degli sceneggiatori farci soffrire per la perdita di un Dottore, e forse nessuna rigenerazione è stata sofferta come quella del Decimo. Incarnazione, quella del Dottore di David Tennant, assolutamente splendida, capace di insidiare il primato nel cuore dei fan più accaniti dedicato all’indimenticabile Tom Baker, il Quarto. Per un Signore del Tempo la morte non è la fine, ma a tutti gli effetti un nuovo inizio, eppure questa Decima incarnazione del Dottore ama così tanto il proprio Io da non potervi rinunciare. Quando comprende di essere giunto alla fine, il Dottore ha una reazione straordinariamente umana: si arrabbia, piangendo e disperandosi, pensando a quante altre cose avrebbe potuto fare con quel volto e quella personalità. Inizia così un lungo addio, nel quale il Decimo ritrova i suoi companion, in una serie di incontri che fanno realizzare allo spettatore quanto questa incarnazione del Dottore sia stata sfortunata, costretta a dire addio a così tanti amici nel corso della sua avventura. Alla fine, rimasto solo nel TARDIS, con tutti i suoi affetti e gli amici alle spalle, pronuncia quella frase, quella che ha sciolto il cuore di ogni whovian: “I don’t want to go”. Un addio così difficile, quello di David Tennant. che la BBC pensò pure di chiudere la serie, avendo trovato quello che molti consideravano “il Dottore definitivo”. Almeno, grazie a Matt Smith e Peter Capaldi, noi fan siamo caduti sul morbido.