È da poco approdato su PlayStation 4, Xbox One e PC il titolo action / adventure Troll and I, realizzato da Spiral House, con Maximum Games come publisher. Un’uscita azzardata, considerando che proprio marzo 2017 verrà ricordato dai videogiocatori come uno dei periodi più floridi e belli degli ultimi tempi, data l’uscita consecutiva di capolavori e altri successi videoludici. Tuttavia, i trailer mostrati all’ultimo E3 lasciavano presupporre un titolo interessante.

Tutte apparenze: bastano i primi minuti di gioco per capire che Troll and I è un prodotto non solo fatto male, ma tremendamente noioso. E più si va avanti, nella speranza che il gioco si riprenda almeno in una delle sue componenti, e più sale una certa rabbia nel vedere al giorno d’oggi risultati del genere, soprattutto in comparti che non richiedono chissà quale budget milionario, come trama e gameplay. Ma prima che questa introduzione si trasformi prematuramente nel giudizio finale, è giusto analizzare i perché di tutto questo.

Una trama banale tra storia e mito

Londra 1953. All’ interno di una fastosa villa, un signorotto inglese si diletta a leggere il giornale in cui campeggia in prima pagina la notizia della morte di Joseph Stalin. Poco dopo viene raggiunto da un uomo che fa il cacciatore di mestiere. Vi è un motivo ben specifico se lui si trova lì: deve catturare, preferibilmente vivo, un Troll, un essere leggendario avvistato in Scandinavia. Il signorotto inglese, infatti, è un collezionista, ed è bramoso di avere tra le sue rarità la mostruosa creatura. Cinque anni dopo, nelle foreste scandinave, facciamo la conoscenza di Otto, il nostro protagonista. Egli è un ragazzo un po’ figlio dei fiori, che ha perduto il padre in giovane età e che dedica la sua vita al sostentamento suo e della madre. Nella prima fase di gioco saremo impegnati a cacciare cinghiali, ma al nostro arrivo gli animali fuggiranno, per cui dovremo crearci della lance, poi dovremo seguire le tracce lasciate dalle nostre prede.

I primi problemi sono già evidenti a questo punto, perché dopo l’analisi del terreno si rischia di perdere cinque diottrie per individuare gli indizi. In seguito, una volta trovata la strada e avvistato l’animale, la cosa più sensata da fare sarebbe nascondersi dietro ai folti cespugli e scagliare la nostra lancia. E invece no, perché i cespugli sono solo dei massicci blocchi poligonali non valicabili, enfatizzando la sensazione di aver fatto un viaggio nel tempo ed essere tornati all’era PlayStation 2. E non è ancora finita: quando dobbiamo prendere la mira per tirare la lancia, la visuale tende a spostarsi in maniera fastidiosa, come se stessimo tendendo un arco per scoccare la freccia. In quel caso avrebbe avuto senso vedere tremare la visuale, ma siccome abbiamo più volte specificato che siamo armati di lance, perché rendere la caccia ancora più esasperante? Ad ogni modo, ottenuto quanto ci serve, tornando a casa accade qualcosa di inaspettato: la foresta viene avviluppata dalle fiamme e con Otto dobbiamo precipitarci a salvare sua madre. Dovremo superare una sequenza di alberi cadenti, evitandoli con il giusto tempismo. Non è stata un’impresa facile, e siamo morti una manciata di volte tra urla disumane e carni bruciate, il che spiega il PEGI 16 inizialmente incomprensibile.

Passata anche questa fase, ci ritroviamo circondati da piccole creature raccapriccianti e non certo amichevoli, paragonabili a sorci antropomorfi. Otto viene assalito dalle preoccupazioni: perché l’incendio improvviso? Da dove vengono fuori questi esseri? Il nostro protagonista non ha il tempo di ragionarci perché viene nuovamente attaccato dai mostriciattoli. Tutto sembra perduto, ma grazie al repentino intervento del Troll, Otto viene tratto in salvo. Facciamo dunque la conoscenza dell’altro protagonista che dà il nome al titolo del gioco. Egli ispira simpatia, è palesemente la versione gigante, pelosa e con i rasta dell’alieno ET. Non parla, ma sembra che abbia preso a cuore Otto perché avverte quanto sia rispettoso e riconoscente nei confronti di madre natura. È da questo punto che inizia il vero Troll and I

Un’amicizia tediosa

Il gioco si basa su un sistema di cooperazione tra i due protagonisti, ognuno dotato di particolari abilità. Otto può compiere attacchi ravvicinati con armi bianche, quali bastoni o coltelli, e a distanza, con le già citate lance. L’approccio può essere sia diretto che stealth, basandoci sull’occhio in alto sullo schermo che segnala l’allerta dei nemici. Le armi possono essere fabbricate e modificate tramite un semplice sistema di crafting. Questo si basa sulla raccolta di risorse specifiche (pietre, erbe, legname) e l’unione di esse. Otto può inoltre nascondersi e arrampicarsi.

Quanto al Troll, egli é dotato di un attacco veloce che spazza via i nemici, e uno possente che li schiaccia. Può compiere anche mosse speciali, come ad esempio congelare gli avversari. Può inoltre sollevare grossi oggetti, come rocce, per lanciarli. In realtà il gioco non punta sulle singole abilità dei personaggi, ma si basa sulla loro sincronizzazione. Come? Attraverso un menu basilare, possiamo cambiare personaggio in qualsiasi momento, in modo da sfruttare le loro capacità e superare puzzle ambientali in un percorso abbastanza lineare, tra nemici più o meno vari. Per velocizzare il tutto, possiamo salire con Otto sulle spalle del Troll o farci seguire. Il problema è che tutto ciò tende a rimanere teoria, perché di fatto Troll and I non riesce nel suo intento, sia in single player che in co-op. Il problema sta proprio nel gameplay, che fa tutto tranne che divertire.

Abbiamo già analizzato i problemi con Otto, e con il Troll è anche peggio. Sebbene particolarmente forti, i suoi attacchi, di base, sono portati alla cieca, e bisogna premere il tasto azione più volte per centrare i nemici. Soprattutto, il gioco nei suoi panni diventa ulteriormente lento e macchinoso, rendendo qualsiasi puzzle una vera tortura. I comandi e la visuale fastidiosa rendono esasperante persino il raggiungere un determinato punto, penalizzando l’esplorazione, nonostante la presenza di collezionabili più o meno nascosti. Se tutto questo discorso non vi ha ancora demoralizzato, aggiungiamo che il gioco è costellato di bug e glitch: messaggi d’errore che provocavano la chiusura dell’applicazione, interazioni malfunzinanti con elementi di gioco, terribile effetto pop-up durante l’esplorazione. Nemmeno il doppiaggio (inglese, sottotitolato italiano) e il comparto sonoro riescono a risollevare una situazione praticamente tragica sotto ogni punto di vista.

Verdetto

Potrebbe apparire un giudizio duro, ma Troll and I è un gioco da evitare. Ricordiamo infatti che il titolo è disponibile a un prezzo di 49,90€, cifra esagerata per un prodotto che si è presentato in un modo e si è rivelato l’opposto: noioso e frustante. L’unica cosa positiva è la lezione morale sul rispetto della natura, ma per il resto non si salva quasi nulla. Fa rabbia vedere risultati del genere nel 2017, semplicemente perché per emozionare e divertire basta poco, se fatto con cura. Purtroppo Spiral House fallisce pienamente nel suo intento, rendendo Troll and I una parentesi negativa in quest’epoca d’oro del videogioco.

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!