Arrrrh!
Il parco esclusive di Xbox One non è certamente dei più nutriti, soprattutto dopo la cancellazione di Scalebound, che ha fatto raffreddare lo spirito di molti affezionati della macchina Microsoft.
All’orizzonte però si affaccia Sea of Thieves, un interessante titolo multiplayer a tema piratesco sviluppato dagli inglesi di RARE, software house che in passato non sbagliava un colpo. Abbiamo avuto occasione di mettere le zampe sulla technical alpha di Sea of Thieves per circa tre ore, in versione Xbox One – il gioco sarà disponibile anche per PC tramite il programma Play Anywhere di Microsoft – e quello che abbiamo visto ci è anche piaciuto parecchio.
Ma cos’è, esattamente, Sea of Thieves?
Sicuramente si tratta di un titolo ambizioso, che punta a portare sulle nostre console e PC un concept che ad oggi non avevamo ancora visto.
Nei panni di un pirata, si prende parte ad una ciurma in cerca di tesori nascosti, in un’ampia zona di mare costellata di isolette. L’aspetto cooperativo è assolutamente predominante, perché mentre uno dei quattro membri dell’equipaggio è al timone gli altri devono curarsi di regolare l’angolazione e l’altezza delle vele, abbassare l’ancora al momento giusto, utilizzare i cannoni e fare in modo che la nave non vada a picco dopo un attacco da parte di una ciurma rivale.
Il gioco infatti, per quanto abbiamo potuto provare, si potrebbe ridurre ad andare a cercare i tesori in giro per le isole e a sopravvivere percorrendo il percorso che le divide. Non ci sono indicatori di sorta che ci dicono dove andare però, e l’unica indicazione che abbiamo è la mappa della prossima isola da raggiungere, da cercare su un grosso tabellone nella nave, per poi arrivarci sfruttando i punti cardinali. Nel percorso può capitare di imbattersi in altre imbarcazioni con a bordo altri giocatori, e quindi di ingaggiare battaglia. Mentre il timoniere cerca di offrire alla nave avversaria il fianco per portarla a favore dei cannoni, gli altri tre membri dell’equipaggio si devono curare di mirare, sparare e soprattutto ricaricare dopo ogni colpo le bocche di fuoco. Tutto questo mentre si viene bersagliati dai colpi avversari, che aprono delle ferite sulla nostra imbarcazione, che è naturalmente necessario riparare in fretta. Quello che può apparire estremamente semplice se raccontato a parole, assume tutto un altro significato pad alla mano, mentre si gioca assieme ad altri esseri umani. Un microfono, e preferibilmente un team di amici, sembrerebbe d’obbligo per poter trarre il massimo dalla prossima creatura RARE, perché gestire puntualmente delle situazioni concitate come una battaglia navale ci è sembrato piuttosto ostico senza la dovuta coordinazione. Oltre alle battaglie però, ci sono i tesori da trovare una volta raggiunte le isole, possibilmente ammainando le vele e abbassando l’ancora prima di schiantarsi violentemente contro la costa.
Una volta a terra, l’unica indicazione che avremmo è una canonica croce rossa sulla mappa, e dovremo orientarci ad occhio per scavare nel punto giusto e tirare fuori il tesoro. Ed è più difficile di quanto sembri, anche perché ad accoglierci abbiamo trovato dei simpatici scheletri armati di fucile. Una volta raccolto il tesoro lo si può vendere, per poi puntare verso una nuova avventura.
Ovviamente, trovandoci di fronte ad un’alpha, i contenuti erano piuttosto limitati, ma quello che abbiamo visto ci è piaciuto, per diversi motivi: innanzitutto la struttura di gioco si presta benissimo a varie divagazioni sul tema, che speriamo gli sviluppatori implementino nel prodotto finale, come dei dungeon o delle sezioni più o meno sparatutto, per arrivare a trovare tesori non scavando, non senza difficoltà, nella superficie dell’isola.
Vendendo poi i forzieri, è possibile ottenere denaro che non abbiamo capito come spendere, ma poter ad esempio personalizzare la propria nave con nuovi equipaggiamenti sarebbe assolutamente una cosa gradita. Abbiamo anche notato che proprio i forzieri possono indurre degli stati alterati a chi li porta: abbiamo trovato il forziere del Grog, che fa barcollare il giocatore come un ubriaco quando viene trasportato. Questa meccanica, per quanto semplice, potrebbe aprire il gioco ad un enorme ventaglio di possibilità; abbiamo detto qualche riga fa che sarebbe bello trovare dei dungeon in cui cercare i tesori. Immaginate quindi, una volta raccolto il forziere, di dover scappare di corsa perché il sotterraneo sta crollando, ma barcollando perché proprio la cassa vi rende ubriachi, mentre i compagni cercano di difendervi. Negli avamposti dove è possibile vendere i tesori abbiamo inoltre trovato delle case (oltre al bar, in cui dopo tre o quattro bicchieri di grog abbiamo iniziato a non stare più bene in piedi, e dopo essere faticosamente saliti sulla nave siamo caduti fuori bordo perché troppo ubriachi).
Chissà che nel prodotto completo non sia possibile esplorare dei villaggi, e trovare missioni secondarie o segrete. Stiamo un po’ volando con l’immaginazione, ne siamo consapevoli, ma lo facciamo per farvi capire come effettivamente ci sia un grande potenziale all’orizzonte per Sea of Thieves. Le meccaniche di guida della nave, o anche più semplicemente le meccaniche di gameplay relative all’esplorazione a piedi e quelle sparatutto, sono certamente semplici e forse anche acerbe, ma c’è tempo per migliorarle e soprattutto guadagnano molto valore dal giocare tutti insieme.
Le possibilità di tirare fuori un grande titolo certamente ci sono tutte, grazie ad una struttura di base plasmabile in qualsiasi direzione, che se adeguatamente curata permetterebbe agli sviluppatori di supportare il gioco per anni, innestando di volta in volta diverse novità. Quello che abbiamo visto dunque ci ha convinto che vale la pena seguire lo sviluppo di Sea of Thieves per vedere come si concluderà.
E poi il mare è realizzato troppo bene!