L’Inoculazione continua
Injection, all’interno del variegato mondo del fumetto, è stato senza dubbio una novità interessante. Forte di una storia capace di unire diversi generi e non mostrarsi banale, l’opera sceneggiata da Warren Ellis e disegnata da Declan Shalvey, coi colori di Jordie Bellaire, arriva finalmente nelle nostre fumetterie con il suo secondo volume. Ancora una volta il filo conduttore della trama è “l’Inoculazione”, programma a metà tra l’incantesimo e il virus per computer, capace di riscrivere la realtà prendendo spunto dalle leggende e dalle paure dell’animo umano. Dopo aver visto, nello scorso volume, Maria Kilbride alle prese con una sua manifestazione in forma di spriggan, e di Robin Morel, ultimo discendente di una lunga linea di maghi di Britannia, il secondo volume si concentra sugli altri creatori dell’Inoculazione.
In particolare, il protagonista dei cinque numeri che compongono questo arco narrativo è Vivek Headland, investigatore e stratega del gruppo. L’uomo viene contattato e raggiunto nel suo lussuoso appartamento di Manhattan dal finanziere John Van Der Zee per un caso curioso: ritrovare il fantasma dell’amante. Ben presto la vicenda assume tratti più complessi e inquietanti, complice un “prosciutto” ricavato da un bicipite umano fatto reperire a Viv nel suo appartamento. Invischiata nella vicenda si ritrova anche un’organizzazione criminale segreta, la Rubedo.
Inizia qui a delinearsi quelli che potrebbero essere i veri poteri dell’Inoculazione e, per estensione, tutte le potenzialità di Injection. Se al primo volume era demandato il compito di introdurre le vicende e far intuire al lettore quelle che potevano essere le potenzialità dell’intero fumetto, adesso ci troviamo davanti a una trama che s’infittisce e inizia a colorarsi con tinte di una vera e propria spy story macchiata di venature di fantastico e cyberpunk.
Abbandonato il taglio un pochino più “fantasy” del primo volume, complice anche lo spostamento delle attenzioni sul personaggio di Viv, assistiamo a un’autentica vicenda poliziesca, in cui però si inserisce l’Inoculazione. Il programma capace di riscrivere la realtà, dopo aver dato corpo a uno spriggan nel primo volume, ha qui scelto di scovare uno dei demoni peggiori del mondo: la finanza.
Difficile dire se si possa considerare una critica sociale (è più un blando riferimento a una triste realtà contemporanea), ma l’intuizione di questo volume è stupefacente: l’Inoculazione poco alla volta inizia a concepire i modi con i quali è più efficace colpire gli esseri umani. Per farlo, decide di conoscere tutti i segreti della finanza.
Parlando di intuizioni, senza dubbio è affascinante il personaggio di Headland: nel primo volume non eravamo ancora stati in grado di comprenderne il potenziale, che si mostra pienamente solo adesso. Risulta quasi impossibile non ripensare ad alcune delle più fortunate trasposizioni di Sherlock Holmes degli ultimi tempi di fronte al comportamento di Viv, le cui deduzioni e i cui comportamenti spesso richiamano quelli del celebre investigatore. In questo caso viene naturale pensare a un omaggio al personaggio di Sir Arthur Conan Doyle.
La storia, quindi, prosegue come già era stato preannunciato, sceneggiata alla perfezione e con una serie di plot twist che lasciano sempre di stucco il lettore, il tutto accompagnato dagli splendidi disegni di Declan Shalvey. Il problema, paradossalmente, per un’opera che avrebbe tutto per essere un fumetto pieno e complesso, sta proprio nei molti generi che il lettore potrebbe trovarsi di fronte: non gradire una delle tinte più fantasy del fumetto rischia di compromettere la lettura per qualcuno.
Verdetto
Injection vol. 2 rispetta ed amplia le premesse del primo volume. Ci troviamo di fronte a un fumetto sceneggiato e disegnato benissimo, che verrà apprezzato da tutti quei lettori in cerca di un racconto di azione denso di mistero. La lettura è consigliata ma soprattutto a lettori dai gusti molto vasti ed eterogenei, trattandosi di un fumetto che al suo interno contiene diversi generi.