Stay Nerd, in quel di Etna Comics 2017, ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Marco Gervasio, disegnatore e sceneggiatore Disney, autore fisso della celeberrima serie di Fantomius. Ecco com’è andata la nostra intervista, tra approfondimenti sul suo ladro gentiluomo, l’altro suo “figlio”, Papertotti, ed eventuali progetti futuri.
Innanzitutto grazie a Marco Gervasio per questa intervista. Tu sei l’autore di Fantomius, ormai una celebrità in casa Disney, e al riguardo volevamo farti tre domande basilari: chi è Fantomius? Da dove viene? E dove sta andando?
Le domande fondamentali della vita! (ride). Fantomius è un ladro gentiluomo, un incrocio tra Arsenio Lupin e Diabolik, che vive a Paperopoli negli anni ’20. Ruba ai ricchi, qualcosa lo tiene per sé e qualcosa lo dona ai poveri, anche in stile Robin Hood, ma allo stesso tempo è mascherato e come Diabolik ha una compagna, Dolly Paprika, anche lei ladra e anche lei mascherata. La peculiarità del personaggio è che nasce narrativamente molto dopo le avventure che sto raccontando, quando Paperino trova a Villa Rosa il diario di Fantomius e il suo costume, diventando Paperinik. In quel momento nacque il personaggio, che però non veniva approfondito, cosa che ho fatto io, ambientando quindi le sue avventure molti anni prima, creandogli un background intorno, dalla fidanzata all’inventore che lo aiuta, al poliziotto che non riesce mai a prenderlo e tutto il resto.
L’idea da dove viene? Ti sei chiesto chi fosse questo Fantomius e ti sei detto “lo racconto io”?
Esattamente. Paperinik era il mio personaggio preferito. Adesso lo è a pari merito con Fantomius, ovviamente! (ride) Ero curioso, ma nessuno aveva mai spiegato niente su questo diario di Fantomius e quando sono entrato in Topolino e ho cominciato a scrivere anch’io, ho pensato di creare queste avventure cercando di capire chi fosse, ed essendoci poco o nessun materiale su di lui ho avuto praticamente carta bianca. Ho potuto quindi creare con le mie idee, che si rifanno molto a citazioni cinematografiche, letture e altri fumetti. L’idea che mi ha spinto era la curiosità del mistero che circonda il personaggio, anche perché a me il mistero e il thriller piacciono molto.
Ecco, questa era un’altra domanda che volevamo farti. Fantomius è pieno di citazioni: ci metti dentro cinema, libri, altri fumetti. Ma è fondamentale anche l’atmosfera, che si respira già dalla colorazione vintage. Mentre Topolinia e Paperopoli sono “senza tempo”, con Fantomius ci ritroviamo proprio negli anni ’20. Come hai lavorato sull’ambientazione?
Volevo che ci fossero citazioni, da un background cinematografico e letterario legato agli anni ’20. Hercule Poirot, Sherlock Holmes, attori e film muti o dei primi tempi del sonoro. Ci sono tanti rimandi a quell’epoca. Anche agli sportivi di quel tempo. Per quanto riguarda il colore, beh, è un’altra cosa voluta da me. Volevo far capire che quelle storie non erano le storie che si leggevano di solito su Topolino, parliamo di racconti ambientati in un mondo totalmente diverso. Non è Paperino ma è Lord Quackett, non è Paperina ma è Dolly Duck, l’ambientazione non è quella abitudinaria, quella senza tempo sì ma comunque attuale di Paperopoli. Qui siamo tra il 1920 e il 1925 in divenire, credo arriveremo al ’29, nella mia visione. I colori quindi sono volutamente desaturati, danno un’idea rètro. È una cosa ricercata e abbastanza difficile, un lavoro in più ma che faccio volentieri, e ricevo molto aiuto a Milano, sia dall’Art Director Luana Ballerani che dallo studio che si occupa dei colori, Fotolito, che sono bravissimi e mi facilitano molto il compito.
Le pubblicazioni Disney, da quando è Panini Comics a distribuire, sono molto cambiate: le grandi storie e le serie vengono riproposte in diversi volumi e volumetti, in formato più grande. Questo influisce sul processo di creazione? C’è più attenzione verso le serie? Sono più valorizzate?
Sì, sicuramente. C’è la Definitive Collection, che è quella che raccoglie le storie di Fantomius, insieme ad altre saghe, quattro episodi per volta, che impone che esca almeno un volume all’anno. Quindi io devo realizzare almeno quattro storie all’anno. Questo risulta quindi come un dovere legato alla serializzazione. Allo stesso tempo però vi è anche un input maggiore perché sapendo che le storie verranno pubblicate su quei volumi acquistano una visibilità maggiore, una bellezza ulteriore grazie alla dimensione maggiorata rispetto a Topolino. Vi è quindi più impegno e apprezzamento. La pubblicazione in volumi extra-Topolino ha un peso sulla realizzazione delle saghe. Infatti stanno aumentando. La Definitive Collection è diventata da poco addirittura mensile, quindi le serie sono sempre più necessarie. E i volumi in sé hanno un buon riscontro, infatti qui a Etna Comics ne è esaurito più di uno, e qualcuno è sold out anche nello shop online.
Tu sei autore anche di un altro personaggio, Papertotti. È difficile creare un personaggio legato a una figura sportiva come Francesco Totti, che conquisti tutti i tantissimi lettori di Topolino, al di là di questioni di tifo?
Beh, Totti è sicuramente un personaggio universale rispetto ad altri calciatori. È riconosciuto come uno dei migliori calciatori, con doti che vanno al di là del calcio, come la simpatia e la generosità, è proprio un personaggio. La maglietta di Totti la trovi ovunque, anche fuori dall’Italia. È ovvio che ci sia la Roma di mezzo, ma il personaggio che viene rappresentato in Topolino si estranea anche un po’ da Totti, e gioca nel Paperopoli. Alla fine lui parte da Totti ma diventa un personaggio che interagisce con gli altri e, dimenticando la sua fede giallorossa, ne spiccano gli altri valori, come la simpatia e la generosità, tanto che diventa amico di Paperino. E il fatto che poco tempo fa l’Italia intera, sportivamente, si sia fermata un momento e abbia versato qualche lacrima per la cerimonia di addio di Francesco Totti, è una testimonianza di come lui sia già un personaggio universale.
Tornando su Fantomius: dove lo vedremo? Fin quando lo vedremo? C’è una tabella di marcia da rispettare che ti sei posto? E quanto è rigida?
Io ho in mente la serie e la sua conclusione, so come e perché Fantomius a un certo punto sparirà dalla scena. Rivelerò cosa succederà, ma il momento della rivelazione non credo combacerà per forza con la conclusione della storia. Per ora il volume 5 uscirà a novembre e il 6 è già previsto, quindi almeno per un altro paio d’anni ci sarà un ladro che ruba a Paperopoli. Per il seguito penso che molto dipenderà anche dalla voglia dei lettori di saperne di più. In questo momento dire che smetterà è difficile, ha un riscontro molto positivo e dato che è un personaggio di carta non invecchia come Totti, che è stato costretto a smettere! (ride) Però vedremo cosa accadrà.
Fantomius, per ora, sembra raccogliere gran parte dei tuoi sforzi. Ma ci sono altri progetti nel cassetto di Marco Gervasio? Di personaggi ancora non approfonditi ce ne sarebbero moltissimi…
Beh, è vero che Fantomius prende molto del mio tempo, quasi tutto. Però ho sicuramente intenzione di riprendere Topolino, con una storia che ho in mente da un po’. E poi, una cosa che non ho mai detto e che quindi potrebbe essere uno “scoop”, avrei anche voglia di affrontare il personaggio di Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli. Lui vive ai tempi del West e ci sarebbe molto da raccontare, mi piacerebbe affrontarlo appena Lord Quackett alias Fantomius si prenderà una pausa. Dagli anni ’20, al West, torno sempre più indietro fino ad Adamo ed Eva! (ride)
Ultima domanda: ci sono altre edizioni previste per Fantomius, a parte quelle attuali?
Adesso ristamperanno i volumi esauriti della Definitive Collection. Credo ci sia un’idea di fare un’intera raccolta con tutte le storie di Fantomius. Il dubbio è: aspettare che la serie finisca e farne una raccolta con tutte le storie, o cominciare a farle prima. Non ho certezze, a quanto ho capito l’idea è di aspettare la morte di Fantomius o la morte dell’autore di Fantomius! (ride)
Grazie mille ancora per questa intervista da parte di Stay Nerd!
Grazie a voi!