La NYU promuove le stelle nascenti.

670788_origÈ interessante rendersi conto di come si sia evoluto non solo il medium dei videogiochi ma anche il percorso formativo con cui giovani talentuosi decidono di imbarcarsi nella strada del game design. È come se il videogioco avesse trovato nuove linee guida da seguire per comporre un’opera completa, che tocchino corde più sottili ed emotive. Facendo un paragone un po’ azzardato è come se nel videogioco ora vivessimo quel momento che all’inizio del ventesimo secolo porto l’astrattismo nella pittura, che rivoluzionò ed estese le possibilità espressive di quella arte. I giovani sviluppatori che escono dall’università di New York (NYU) attraverso la sua branchia del Game Center, cominciano a fare propria anche questa realtà, forti della consapevolezza che i tempi sono maturi per il videogioco per potersi esporre al mercato direttamente con un’idea più stimolante a livello intellettuale e sensitivo, piuttosto che il canonico prodotto che segue i classici canoni tecnici e di design del videogioco.

1869256_origL’università statunitense in tal senso, ha creato questa perfetta intersezione tra studio accademico e realtà della Game Industry. Nel loro programma incubation, un autorevole comitato composto da professionisti del settore provenienti da compagine come Autodesk, Kickstarter, Microsoft, Sony e Santa Monica, assistono lo studente in quella che è la lunga traversata che un progetto deve fare fino alla sua pubblicazione, che include quindi una consulenza per il marketing e legale, nonché di approccio monetizzante attraverso eventuali campagne di crowfounding e distribuzione. Tra questi progetti uno dei più interessanti sembra Gemini.

“Gemini è un videogioco poetico che parla del viaggio di due stelle cadenti nel loro volo di ritorno verso l’alto illuminando i cieli”

4282520_orig (1)La descrizione di questo “gioco” compensa già da sola le pochissime informazioni che abbiamo su di esso e ce ne trasmette in qualche modo, lo spirito. In questo progetto di Nick Zhang e Atlas Chen, attualmente accettato dal sopracitato programma incubation e in attesa di trovare uno sbocco distributivo di qualche tipo, il giocatore controlla i movimenti di due stelle e di conseguenza l’illuminazione del cielo e le piccole interazioni con le altre stelle. Le due stelle possono “danzare” libere, esplorare lo strano e mistico mondo che le circonda, interagendo con gli elementi reattivi sullo schermo e superando gli ostacoli. L’esperimento degli sviluppatori e l’idea del gioco, sta nel provare a creare una relazione, che abbia qualche tipo di significato emotivo, tra il giocatore e il personaggio artificiale. In altre parole, noi muoveremo la stella maggiore, la più grande, mentre la stella piccola avrà una volontà autonoma ed esprimerà le proprie intenzioni e il proprio rapporto con quella grande in base ai nostri movimenti. Il giocatore potrà imparare cosi la sua personalità e trovare il modo di sincronizzare il volo insieme ad essa nella maniera più “complice” possibile per esplorare il mondo.

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Del titolo si sa ancora poco, e probabilmente poco ci sarà da sapere anche qualora venga pubblicato, ma quel poco risulta estremamente interessante. Gemini sembra voler essere un’esperienza per lo più sensoriale che dall’unione di una veste grafica semplice, quasi impercettibile, un’accompagnamento audio avvolgente e pochi imput, si pone forse l’obiettivo di fare qualcosa di diverso, seguendo quel filone di “esperienze interattive alternative” che poco hanno a che fare con il divertimento, ma che cercano di sfruttare il medium per avvicinare l’utente quasi al piacere della semplice contemplazione, un po’ come fece Flower anni fa. E se anche a livello accademico si compiono concreti sforzi per far emergere queste nuove “facce del videogioco” che poi, di fatto, rappresentano l’inedità possibilità di promuove idee originali senza il bisogno di ingenti risorse, probabilmente, vale la pena parlarne.

 

 

 

 

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!