Nella calda mattinata del 20 giugno, nella cornice romana di Via del Corso, si è tenuta sul tetto della suggestiva location La Lanterna una conferenza stampa di presentazione dell’ormai prossimo Spider-Man Homecoming, con il regista Jon Watts e l’attore protagonista, il giovanissimo Tom Holland, presenti per l’occasione. Accomodatici sul tetto dell’edificio, refrigerati da una cupola di vetro alquanto cinematografica, abbiamo avuto modo di ascoltare regista e attore discutere di vari temi riguardanti l’attesissimo cinecomic in uscita sull’arrampicamuri, finalmente ritornato sotto l’egida di Marvel, ragion per cui, sicuramente, il sottotitolo Homecoming (“ritorno a casa”) non è affatto casuale.
Incalzati dalle domande della stampa, i due sono partiti subito da un punto cruciale: in cosa Spider-Man Homecoming differirà maggiormente dalle precedenti incarnazioni cinematiche dell’Uomo Ragno? Watts, dal punto di vista registico, e Holland, da quello attoriale, hanno cercato di restituirci quello che si definisce un autentico “ground-level superhero”, ovvero un supereroe che parte davvero dal nulla. Entrambi si sono chiesti “cosa succederebbe se un ragazzo comune di oggi, in un mondo di supereroi, ottenesse per caso dei superpoteri”, ma non solo. Tom Holland ci racconta anche di cosa significa far convivere la sua identità di eroe, sì, ma anche di “regular kid”, con l’adolescenza, il liceo e tutti i problemi che investono Peter Parker, che quindi non è soltanto anagraficamente più giovane o più attuale, ma trasuda adolescenza da ogni poro. E infatti il suo Spider-Man sarà entusiasta dei propri poteri, si divertirà, non vedrà l’ora di potersi mettere alla prova e, perché no, persino in mostra.
Questo processo di ricerca non investe soltanto il protagonista, bensì anche l’antagonista, l’Avvoltoio di Michael Keaton, che infatti comincia la sua carriera da villain come uomo assolutamente comune, in un mondo che sta cambiando sotto i suoi occhi. In questo aspetto, Adrian Toomes e Peter Parker hanno reazioni antitetiche allo stesso stimolo. Non sono mancate ovviamente parole di grande stima per l’attore che, prima dell’Avvoltoio, ha interpretato magistralmente, in ambito di eroi, Batman prima e Birdman poi. Interrogato proprio su quest’ultimo ruolo piumato, Jon Watts ha ammesso che fosse una coincidenza divertente, ma che l’abilità di Keaton è stata fondamentale e preponderante nella sua selezione per il ruolo del cattivo. E Tom Holland ci ha confessato che, da persona disponibilissima, gentilissima e di grande supporto sul set, non appena entrava nel personaggio si trasformava, e lui ne era sempre un po’ intimorito, per la sua profonda capacità di immedesimarsi e la grande carica di emozioni e “gravità” che Keaton riesce a incanalare, come sempre. D’altronde, questo promette bene per il film: sappiamo già che il timore che Spider-Man avrà dell’Avvoltoio sarà anche, in parte, autentico!
E il V.I.P. di casa Marvel che parteciperà al film, “ricambiando” il favore di Spidey riscosso in Captain America: Civil War? Parliamo ovviamente del Tony Stark / Iron Man di Robert Downey Jr., una figura cui lo stesso Avvoltoio sembra ispirarsi, in chiave negativa, e cui Peter Parker fa riferimento come mentore. Tom Holland nutre grandissima stima anche di lui, naturalmente, sfociando spesso, per sua stessa ammissione, nell’adorazione. Tom ci ha narrato il suo primo incontro con l’attore, che però gli ha riservato una grossa sorpresa: dopo due ore di prove recitative costellate di complimenti imbarazzati da parte del giovane, il vero Robert Downey Jr., è entrato nella stanza, rivelando che quello con cui Tom parlava era solo il suo stuntman. Tom, ad ogni modo, è oltremodo grato all’attore (e al suo stuntman) per aver impreziosito questo Spider-Man Homecoming, pellicola già di per sé molto scanzonata e irriverente, del suo particolare e iconico umorismo, oltre che del suo calibro attoriale.
A proposito di primi incontri, Tom ci ha raccontato anche della sua “prima volta” con la tuta di Spider-Man, che però, a sorpresa, è stata piuttosto deludente. Questo per un motivo molto semplice: visto il poco tempo intercorso tra la sua selezione e le riprese di Civil War, non si poteva fare in tempo a creare un costume ex novo per lui, così Tom ha dovuto usare quello del suo stuntman, di corporatura leggermente superiore alla sua. Quindi, la prima volta che si è messo il costume, quest’ultimo era largo e poco “super-eroico”. La seconda volta, però, creato un costume su misura per lui (come quello che Tony Stark regala a Spidey, nei film), è stata tutta un’altra musica: “Un’esperienza incredibile. Era un sogno che avevo da quando, a cinque anni, giocavo a fare Spider-Man nella mia cameretta!”
Le ultime domande hanno riguardato piccole curiosità. Interrogato su quale cattivo vorrebbero far combattere a Spidey nei prossimi film, esclusi tutti quelli già visti, Jon Watts si è detto piuttosto indeciso, vista la grande quantità di villain assurdi e carismatici che vanta l’arrampicamuri. Tom Holland si è invece pronunciato per Morbius, il vampiro vivente, e viste le radici horror del regista (Clown), anche quest’ultimo non ha disprezzato l’idea. Quando Tom ha dovuto indicarci la scena più spaventosa che ha dovuto girare (con la difficoltà aggiuntiva di non doverci fare spoiler), poi, ha scelto la sequenza di Washington, ma per un motivo particolare. Molte delle riprese di Spider-Man Homecoming sono state a dir poco avventurose, e “buttarsi da venti metri attaccati a un filo non è qualcosa cui ci si abitua facilmente”, a detta dell’attore stesso. Ma la scena di Washington fu spaventosa per un’altra ragione: per un malinteso con la troupe, Tom pensava di aver terminato le riprese e, rilassandosi, non ha disdegnato un pasto abbondante a base di chicken burger. Quando poi si è ritrovato a dover rivestire i panni dell’Uomo Ragno, panni stretti e attillati, e a penzolare a testa in giù, lo spettro del “ritorno” di quei panini si faceva sempre più pressante e, visto che la maschera non ha alcun buco per la bocca, potete ben immaginare l’angoscia dell’attore. Ma tutto è bene quel che finisce bene.
Così come bene si conclusa anche la conferenza stampa, che ha compreso anche la distribuzione di un albo speciale di Spider-Man, che trovate in edicola e fumetteria, con due storie contro il bullismo, edito in Italia con il supporto dell’associazione MaBasta (Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti), anch’essa nemica giurata dei bulli. E non solo: c’è stato tempo anche per una “scampagnata” sul tetto di un presunto Spider-Man, con tanto di ragnatele. Non si sarà trattato di Tom Holland (Tobey Maguire? Andrew Garfield?), ma è stato comunque piuttosto convincente.