Durante Etna Comics abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con Mirka Andolfo, fumettista, illustratrice e colorista italiana che a dispetto della giovane età vanta delle collaborazioni molto importanti e a tutto tondo, da Bonelli, Panini Comics, Tunuè, per passare poi a DC, Marvel ed altre ancora.
La fumettista ha risposto con cordialità a tutte le nostre domande, e vi proponiamo l’intervista integrale.
Hai iniziato come colorista, e continui ancora con questo lavoro. Quanto è importante il colore nel racconto di una storia?
Sì, continuo a fare questo lavoro anche se adesso più che altro lo faccio sui miei lavori, non più come colorista per altri autori. Ad ogni modo il colore è fondamentale. Anche per creare l’atmosfera, o per far capire meglio lo svolgimento di una storia o l’ambientazione; se è di giorno, in un interno… Per cui sì, è decisamente importante. Non riesco ad immaginare i miei disegni senza il colore.
Poi, ovviamente, un fumetto si può leggere anche senza, come quelli della Bonelli, ma per me è vitale. La stessa storia con una palette diversa di colore può cambiare significato.
È uscito il quarto volume di Sacro/Profano che presenta già dal titolo, Nel nome del Padre, una grossa novità. Ce lo vuoi presentare?
Non lo definisco un quarto volume, perché la trilogia è già conclusa. Non era in programma, ma l’abbiamo fatto, così ecco questo titolo auto-conclusivo dove vediamo Damiano e Angelina alle prese con questa bambina. Tra l’altro è un fumetto diverso dalle storie precedenti perché non è più fatto ad episodi, ma è una storia unica, lunga, un po’ come lo erano le storie di apertura nei volumi precedenti, quindi è stato divertente provare a fare questa cosa.
Certo, tu hai preso due personaggi che di solito usi in un format episodico e gli hai dato spazio in una storia di più ampio respiro.
Esatto. Tra l’altro la storia l’ho scritta insieme a Davide Caci questa volta, e il suo aiuto è stato molto prezioso.
Quindi come ti sei trovata in questa collaborazione?
Bene, ma dopo un po’ sentivo la necessità di raccontare una storia lunga e di lasciare da parte le gag, per una volta.
A proposito delle gag: tu hai uno stile ironico, molto provocatorio, ma non volgare. Ti risulta naturale perché sei proprio così o hai bisogno di lavorarci su?
No, sinceramente sono molto istintiva e non pensavo di risultare provocatoria.
Vagamente provocatoria…
Sì, capisco cosa vuoi dire, ma no, mi risulta abbastanza naturale. Non mi metto mai a studiare le gag a tavolino.
Parliamo di Wonder Woman, un altro grosso lavoro a cui hai aderito. Come ti sei trovata a disegnare Diana?
Benissimo, tra l’altro ho iniziato con uno degli ultimi numeri di Greg Rucka sulla testata. E Greg Rucka è bravissimo, gentilissimo, mi sono trovata davvero bene.
Poi, proprio qualche giorno fa, ho consegnato il mio primo numero realizzato con la nuova sceneggiatrice, Shea Fontana. Con Shea stiamo lavorando in questi giorni al secondo volume e ne sono, ovviamente, felicissima. Sono molto in ansia per il fatto che sto facendo Wonder Woman e spero di riuscire a dare il massimo.
È un personaggio che ti piaceva?
Ammetto che non conoscevo particolarmente bene Wonder Woman, ed ho imparato a conoscere il suo personaggio però proprio grazie a questo lavoro. È un’icona, è sempre stata forte, bella, una donna da ammirare.
Il film l’hai visto?
Non ancora. Purtroppo quando ci sono state le prime proiezioni ero a una fiera e non sono potuta andare, ma spero di vederlo presto.
Tu hai disegnato anche dei numeri di Miss Marvel per…
…Per la concorrenza, sì!
Anche se la Distinta Concorrenza è la DC, ma va bene lo stesso. Quindi vorremmo chiederti: diversi approcci, diversi i personaggi o somiglianze nell’approcciare?
Sono dei personaggi completamente diversi, a parte il fatto che sono delle donne molto forti. Miss Marvel è comunque più giovane di Diana.
Lei è una ragazzina musulmana molto coraggiosa per come affronta le difficoltà. Si trova in un paese in cui ci sono molti stereotipi sui musulmani contro cui deve confrontarsi, oltre ai cattivi.
Io sono abituata a lavorare su personaggi assai diversi, quindi l’approccio non è stato particolarmente differente da quello dei DC Comics.
Miss Marvel ha uno stile più da cartoon, mentre con Wonder Woman ho cercato di essere un po’ più realistica, nonostante non sia il mio stile.
Però Wonder Woman richiede un altro tipo di epica.
Sì, anche perché Miss Marvel è più giovane pure come target, a mio modo di vedere, per questo ho cercato di adottare un stile più da “cartoon”.
D’altronde, da quando è nata, Miss Marvel è una testata più giovanile e scanzonata, che tratta di tematiche anche delicate, ma attraverso una lente più ironica.
Secondo te è indicativo, per il suo successo, il fatto che tratti temi un po’ delicati?
In parte. Il messaggio è molto importante, ma ritengo che il suo successo dipenda dal fatto che sia un bel fumetto, è una storia interessante. Questo è il suo punto di forza.
Abbiamo parlato di Wonder Woman e Miss Marvel. E poi? Altri progetti futuri?
Ci sarà qualcosa quest’anno dopo Wonder Woman. Io, sempre con DC Comics, lavoro per la testata Bombshells e ci saranno novità in futuro, con altri personaggi ed altre testate.
Per Sacro/Profano ci stiamo ancora pensando, mentre a Lucca Comics ci sarà Contro Natura 2.
Contro Natura che è per Panini Comics. Lo vuoi presentare, magari a chi non lo conosce? È un po’ particolare…
Sì, è vero, infatti non so mai bene come presentarlo. È ambientato in un mondo di animali antropomorfi, e per me è un bene dato che io non amo ambientare le storie nel mondo reale; quindi vediamo una donna cane, un uomo gatto, tanto per fare un paio di esempi, e scopriamo che chi appartiene a specie diverse non può stare insieme. C’è un governo un po’ orwelliano, se vogliamo.
È un arazzo di ispirazioni.
Praticamente sì, e c’è la protagonista che in alcuni suoi sogni, molto strani e misteriosi, si innamora di un lupo. Questo, ovviamente, crea dei problemi.
Molte cose poi si scopriranno andando avanti, dato che si tratta di una trilogia.