Gli autori di meme
Mi è capitato, vagando per quel luogo infame chiamato Facebook nel quale capito spesso per lavoro, di imbattermi in una pagina di meme che si lamentava (anzi no, irrideva gli altri) perché altre pagine le “rubavano” i meme. Siamo davvero alla frutta.
Sono sicuro che praticamente tutti voi sappiate cos’è un “meme”, ma forse molti di voi non saprebbero darne una definizione. Per molti sono quelle robe stupide fatte appiccicando testi su foto o riciclando disegni brutti, che ti strappano una risata e diventano virali perché proprio non sapete trattenervi dal condividerle, magari taggandoci pure un amico o due. Però la definizione di “meme” esiste, e senza scomodarvi a cercarla su Google, posso dirvi che riguarda il concetto di “memoria”. Il meme in pratica è un elemento umoristico virale che fa leva su una memoria comune o comunque diffusa, per cui non ha bisogno di essere caratterizzato da una grafica di alto livello, anzi, se anche la grafica fa uso di schemi ricorrenti, è ancora più meme. Ad esempio, un meme potrebbe essere incentrato sull’esperienza comune di svegliarsi e aver bisogno di caffè per carburare, oppure di infilare una chiavetta USB nella presa e non riuscirci prima del terzo tentativo, oppure fare leva su un passo celebre di un’opera mainstream (un film famoso, un anime, un fumetto, una serie). La validità dell’elemento umoristico, se ci fate caso, può addirittura essere assente. Un meme non ha bisogno di essere sarcastico, satirico, ironico o di strapparvi un sorriso con un sagace meccanismo comico. Un meme sta lì solo per farvi tornare in mente un momento, solleticando il vostro bisogno di sentirvi parte di una comunità, la vostra necessità di comprensione, il vostro (neanche troppo) nascosto desiderio di dire “proprio come capita a me!” oppure “proprio come capita a quella persona che conosco!”.
Capite bene che per produrre un meme, non c’è assolutamente bisogno di alcun talento. Non si può essere “autori” di un meme, al massimo si può essere quelli che lo hanno creato e messo online, un merito che non attribuirei a nessuno ma che invece molti sembrano ostentare di avere, tanto da aprirci pagine e pagine su Facebook, seguitissime come se fossero artisti, quando invece non fanno altro che prendervi per il culo giocando sulla vostra ingenuità. Che poi diciamocelo, dopo anni che navigate su internet e che possedete un profilo di Facebook, dovreste esservi vaccinati dai meme, e se non lo siete ancora, se ancora li trovate “geniali” o “divertenti”, fatevi due domande.
Tornando al tema portante della riflessione, la pagina che ammucchia migliaia di consensi perché sforna senza alcuna fatica 10 meme al giorno e che si lamenta che qualche altra pagina “le ha rubato il meme” è un baluardo di idiozia e stupidità nell’oceano della confusione. Quella stessa pagina, tanto per buttare altra carne sul fuoco, precedentemente, aveva anche rubato una vignetta di un mio collega per cancellargli la firma, riscriverne la battuta e pubblicarla come se fosse un proprio meme. Direi che non ci sono parole per descrivere il tutto.
Concludendo, vorrei dedicare due parole a tutti quei miei amici, colleghi o anche sconosciuti artisti che pensano che accumulare consensi su internet con vignette che alla fine non sono che meme disegnati da disegnatori molto bravi. Dal mio punto di vista la loro bravura, in questi casi, è gettata alle ortiche. Sfortuna vuole che, in questa bizzarra epoca, anche le ortiche possano mettere like.
A cura di Luigi Bigio Cecchi