Quando si parla di Made in Italy il nostro primo pensiero va inevitabilmente a capi di alta moda o molto più probabilmente al cibo, in ogni caso qualunque sia il vostro parere sulle produzioni nazionali difficilmente assocereste l’Italia ai videogame. A dispetto di parecchi team indipendenti e qualche casa un tantino più importante, il Bel Paese non è esattamente il posto ideale per produrre videogames. Questa situazione per fortuna non ha spaventato il poliedrico Massimo Guarini, già director di Shadow of Damned, che con il suo italianissimo team Ovosonico, tenta di ridare nuova linfa vitale alla produzione nostrana di videogame con il suo tanto affascinante quanto disturbante Murasaki Baby. Il gioco fu presentato alla GamesCom 2013 attirando non solo l’attenzione dei giornalisti di settore ma sopratutto quella di un pubblico sensibile e desideroso di nuovi titoli per Playstation Vita. Con un stile artistico così marcato, Murasaki Baby non poteva non conquistarci immediatamente e renderci tutti impazienti di provare la fatica Ovosonico. Circa un anno dopo Murasaki Baby si presenta sulle nostre console al prezzo di 9.99 euro, ancora meno se siete possessori di Playstation Plus. Il prezzo appare quantomai competitivo se consideriamo la caratura artistica che porta con sé.
In Murasaki Baby ci ritroveremo a scortare Baby, una tenera e inquietante creatura, che svegliatasi all’improvviso durante la notte non riesce a trovare più la sua mamma. Baby non sarà mai tra i personaggi più amati dei videogame: ha occhi e bocca invertiti, un ciuffo di capelli in testa, un vestito senza forme e un palloncino viola da cui non si separa mai. Baby sembra essere tratta da un’opera di Tim Burton, con quel suo look creepy e angosciante. Eppure Baby si fa volere bene: è piccola, sola ed ha un estremo bisogno di noi. Tramite il touch screen entreremo letteralmente in contatto con Baby e le terremo la mano per farla sentire sicura ed avanzare nei vari livelli. Il gioco si gestisce quasi esclusivamente con il touch screen della Playstation Vita. Baby, come detto, porta con sé un palloncino viola a forma di cuore. La metafora crediamo sia abbastanza semplice da capire, infatti, se il palloncino andrà distrutto, per noi sarà game over. Murasaki Baby ricorda in questo senso ICO, con Baby e il suo palloncino a rivestire i panni di un’ipotetica Yorda rivisitata in salsa noir. L’idea seppur non originalissima, è davvero ben contestualizzata e crea empatia nel giocatore come solo pochi altri titoli.
Ci si affeziona subito di Baby e si ritroverà impegnatissimi a premere fulmineamente lo schermo per salvarla e farla ricongiungere con la mamma. Benché la pericolosità degli scenari sia evidente anche da semplici screen, in Murasaki Baby riuscire a gestire sia Baby che il suo palloncino, non è sempre cosa semplice. Volendo essere più precisi il gioco è praticamente un puzzle game ambientale a scorrimento. Tralasciando piccoli nemici intenti a far scoppiare il palloncino, e ostacoli come fiamme e rovi appuntiti da evitare, Murasaki Baby si presenta come una serie di enigmi ambientali da risolvere. Viaggiando nelle varie ambientazioni ci imbatteremo in altri assurdi personaggi, anch’essi dotati di un palloncino, facendoli scoppiare entreremo in risonanza con loro e sbloccheremo i “poteri” che sono stati definiti dagli sviluppatori come Stati d’Animo. Tramite il touch posteriore sarà possibile switchare il fondale e così facendo avremo modo di utilizzare un diverso “potere” attraverso la pressione touch posteriore. Se ad esempio ci imbatteremo in un fuoco, basterà selezionare il fondale blu e far piovere, o quello rosso per spaventare i nemici a seconda delle situazioni, oppure utilizzare il vento per spostare una barca; insomma i puzzle all’interno del gioco sono abbastanza variegati anche se concettualmente non troppo impegnativi. Ciò che rappresenta una mezza delusione è proprio l’uso del multitouch in certe situazioni, tenendo presente che per far muovere Baby si dovrà sempre tenere un dito sullo schermo, in più ci capiterà di dover spostare il palloncino, il tutto mentre dovremo anche cambiare Stato d’Animo… tutto questo creerà un po’ di confusione e anche un po’ di rammarico per un layout dei comandi a volte scomodi e che in parte rovinano la splendida atmosfera.
Se non si fosse capito l’atmosfera vale da sola il prezzo del gioco, complice disegni dal look interessantissimo, musiche che accompagno il giocatore in questo sogno disturbato e cupo, una trama che seppur abbozzata ci rapisce, Murasaki Baby è gioco che nella sua brevità riesce a farsi volere bene. Non possiamo esserne completamente entusiasti perché a fronte di circa 10 euro le ore di gioco non sono tantissime, vuoi anche i difetti dei controlli e un fattore rigiocabilità praticamente nullo. Con questo non bisogna comunque sentirsi spaventati o intimoriti dalla qualità del gioco, Murasaki Baby resta comunque una piccola perla da provare, un gioco che molti definirebbero da intenditori, un titolo per chi, con gli occhi da bambino, è capace di guardare all’interno di una fiaba nera e senza tempo.