Molto più che un remaster di Indovina Chi

Partiamo dalle cose importanti: Dimmi chi sei! è un party game. Lo diciamo subito sia perché si tratta di un gioco difficile da inquadrare (è il primo che sfrutta il nuovo sistema di Sony denominato PlayLink, ma dopo ci torneremo) sia perché in pochi ne avevano sentito parlare, anche grazie alla campagna di marketing praticamente nulla, se non per un breve momento sul palco dell’E3 appena concluso. Lo studio di sviluppo Wish Studios, composto anche da ex sviluppatori di Buzz e relative espansioni, è riuscito a creare un gioco innovativo e divertente sfruttando il già citato PlayLink, la modalità di gioco in cui si collega il proprio smartphone alla PS4 e si gioca senza utilizzare il joypad.

Sulla carta l’idea è geniale: ormai tutti abbiamo uno smartphone in tasca e il poterlo usare come joypad interattivo tramite una semplice app è intrigante, ma funzionerà davvero?

Per giocare a Dimmi chi sei! bisognerà infatti scaricare l’omonima applicazione dallo store digitale del proprio telefono e collegarla alla PS4, operazione che nella sua complessità tecnologica si dimostrerà, telefono alla mano, veramente intuitiva e in grado di superare quasi tutte le barriere generazionali (chi vi scrive ci ha giocato anche con la propria madre, che a videogiochi è ferma al Tetris del Gameboy), permettendo di divertirsi immediatamente e senza pensarci troppo su, un po’ come un Mario Party di Nintendo a caso.

Una volta scaricata l’app e collegata alla PS4 (c’è anche la possibilità di creare un hotspot tra console e cellulari, nel caso la linea internet non regga troppi dispositivi tutti assieme), in pochi semplici passi verrà richiesto di creare un account e scattarci un selfie da inviare alla PlayStation, “sparandolo” verso la console col dito, un po’ come prometteva di poter fare la compianta WiiU nei trailer di lancio. Questi sono i primi assaggi di questa interazione virtuale tra lo smartphone e la console: la semplicità di utilizzo e il divertimento dei mini-game sono il vero punto di forza del gioco, che non mostra poligoni ed effetti particolarmente ricercati ma che punta tutto sull’interazione tra i giocatori e tra i loro telefoni. Dal punto di vista del funzionamento tecnico, non abbiamo mai riscontrato disconnessioni né problemi di altro genere, e siamo stati piacevolmente colpiti dal fatto che l’app non consuma molta batteria.

Una volta creati i vari account si comincia a giocare e, come ogni buon party game da divano, il gioco è composto principalmente da mini-giochi. Si passa dal rispondere a domande su uno dei giocatori (e il punteggio sarà calcolato in base a quanto vi conoscerete a vicenda), a selfie dove bisogna riprodurre il più fedelmente possibile una smorfia mostrata a schermo, il tutto tra risate e prese in giro, vero fondamento del multiplayer locale. Altro mini-gioco molto divertente sarà quando il gioco ci chiederà di disegnare, sempre sul cellulare tramite un semplice editor, il soggetto indicato sullo schermo mentre la voce narrante ci metterà ansia con un conto alla rovescia particolarmente avido di secondi. Davvero divertente.

La formula di gioco è praticamente quella di un gioco da tavolo: si gioca a turno e bisogna rispondere a domande o quiz di varia natura sui partecipanti. Certo, magari non tutti apprezzeranno le “interrogazioni”, a volte piuttosto personali (esiste la possibilità di filtrarle, per i più piccini o per quelli più permalosi), mentre altri le troveranno coinvolgenti. Le sfide proposte sono sempre più o meno variegate, con quel pizzico di imprevedibilità che non guasta mai, soprattutto in giochi come questo dove alla lunga l’entusiasmo si spegne. Per fortuna che gli sviluppatori hanno inserito la possibilità di creare le proprie domande tramite l’app, cosi una volta raggiunto il punto di fumo del gioco (cioè quando si conoscono tutte le domande) si può sempre sparargli dentro ulteriore linfa vitale, con aggiunte bastardissime o piccanti. Al di là di questo non c’è molto altro da dire: il sistema calcola un punteggio per ogni risposta azzeccata, che potrà essere raddoppiato con un Jolly giocato alla cieca, ovvero prima di sapere se si ha indovinato la risposta o meno.

Buona fortuna e che vinca il migliore!

Verdetto:

Come in tutti i party game da divano che si rispettino, ci si diverte di più in compagnia di amici e conoscenti con questo Dimmi chi Sei!. Il gioco fondamentalmente si basa sulla conoscenza che si ha gli uni degli altri e, grazie all’intuitività dei mini-giochi e del buon funzionamento dello stesso PlayLink, apre la strada a utilizzi molto interessanti anche in giochi più complessi (un Dead Space con inventario su smartphone sempre a portata di dito, perché no?). Davvero un ottimo banco di prova per Sony che dimostra di saper percorrere anche strade nuove e innovative. Se, come dice il detto, “il mattino ha l’oro in bocca”, questo PlayLink può essere davvero considerato un solare, divertente e ottimistico mattino.

Marco Berri
Inciampato quasi per caso in una sala giochi in tenera età, il passaggio dal cabinato in sala giochi al pad non l'ha minimamente traumatizzato. Legge libri e fumetti, guarda film e serie tv ma soprattutto gioca a un sacco di videogiochi e ha una passione smodata per le console portatili. Ha diviso l'adolescenza tra i tavoli dei tornei di Magic e il campetto da basket sotto casa ma ora conduce una vita moderata a base di snack e alcolici, quando non mangia sushi in giro per le Tre Venezie con la fida morosa. PS: si bulla in giro dicendo che ha battuto il campione mondiale di Street Fighter 4