The kids from yesterday
Cosa succede a lasciar libero l’estro creativo di Gerard Way? Oltre a dodici anni di album e concerti con i My Chemical Romance, di cui è stato la voce dalla fondazione allo scioglimento, rivoluzionando il panorama musicale, il poliedrico artista si è anche avvicinato più volte al mondo del fumetto con risultati degni di nota. Il suo primo lavoro, intitolato The Umbrella Academy – Apocalypse Suite, è stato pubblicato negli Stati Uniti dal 2007 in sei albi grazie a Dark Horse Comics e, successivamente, nel 2013, con la stessa casa editrice, ha proseguito la sua carriera fumettistica con The True Lives of the Fabulous Killjoys. Ma qui, oggi, parliamo dell’attesa trasposizione italiana della sua opera prima, grazie al lavoro della casa editrice milanese BAO Publishing, dopo la notizia gustosissima arrivata di Netflix, che ha annunciato una prossima serie TV ispirata.
In questo Volume 1 verremo accompagnati dai disegni dell’artista brasiliano Gabriel Bá all’interno di un mondo surreale, con una forte vena di black humor, punteggiato da situazioni paradossali e, a volte, un po’ confusionarie. Inoltre, sebbene il titolo possa far pensare alla famosa Umbrella Corporation del mondo videoludico, l’Academy qui menzionata non ha nulla a che vedere con farmaci, armi biologiche o zombie ma, anzi, l’ambientazione è puramente supereroistica.
Nelle prime pagine veniamo introdotti nella storia che vede protagonisti sette bambini, unici sopravvissuti di una serie di 43 nascite misteriose e prive di avvisaglie. Questi pargoli dalle caratteristiche straordinarie verranno poi adottati dallo scienziato Sir Reginald Hargreeves, detto Il Monocolo. Costui cancellerà le loro identità, così da nasconderli al mondo, e li terrà con sé per addestrarli in quanto futuri salvatori, scatenando la curiosità globale sull’entità della minaccia. I sette riappariranno dieci anni dopo a Parigi sotto il vessillo dell’Umbrella Academy per sventare prontamente l’attacco di niente di meno che… la Torre Eiffel andata in berserk, in procinto di distruggere la città e sterminare i suoi abitanti! In questo frangente verranno mostrati in modo superficiale i poteri di quasi tutti i membri della squadra e dopo il breve prologo rivedremo i nostri eroi direttamente al funerale del loro padre adottivo, riuniti a seguito di una lunga separazione. Li rincontreremo diversi: ognuno di loro ha seguito la propria strada, crescendo, assumendo una propria identità e subendo significativi cambiamenti estetici. Sarà proprio questo incontro a mettere in moto una minaccia grande al punto tale da poter portare alla completa distruzione, costringendoli a rimettere insieme i pezzi dell’Umbrella Academy e salvare il mondo.
Per tutta la durata della storia, di cui non vi anticipiamo null’altro, verremo travolti da scene inverosimili come ad esempio, senza svelare troppi dettagli, un incontro di wrestling contro un polpo, titoloni dei giornali che incarnano le domande che sorgono spontanee al lettore o la prima già citata “boss-fight” del racconto, contro la torre Eiffel. In aggiunta a questa follia, frequenti presenza e uso dell’ironia condiscono la narrazione, stemperando la tensione nei momenti più concitati e con risultati che, per questo, potrebbero non convincere completamente. Soprattutto considerata la rosa di avvenimenti che i protagonisti dovranno affrontare: tradimento (non eccessivamente sorprendente), massacri, fallimenti e morte, la cui presenza è costante per tutta la durata del volume.
Sebbene la storia sia appassionante e coinvolgente al punto giusto, ci sono diversi elementi che lasciano trasparire l’inesperienza dovuta alla sua natura di primo lavoro. In primis, la caratterizzazione dei personaggi non riesce sempre a emergere degnamente, riducendo alcuni dei membri dell’Umbrella Academy a semplici comparse, oppure scalfendo solo la superficie del rapporto conflittuale con il padre adottivo che accomuna tutti i protagonisti in misura differente. Inoltre, la strategia di riprendere la storia diversi anni dopo il prologo lascia una grande quantità di interrogativi aperti su alcuni personaggi, primo tra tutti Numero Cinque che, ad esempio, affronterà nemici totalmente estranei al filone principale della trama, senza fornire alcuna spiegazione al lettore. Un ultimo difetto è lo spazio decisamente ridotto per il vero e proprio villain, che meriterebbe maggiore visibilità, decisione che porta a un finale frettoloso che lascia l’impressione dolceamara di non voler scontentare nessuno.
Verdetto:
The Umbrella Academy Volume One: Apocalypse Suite è un fumetto a tratti sorprendente, che si lascia leggere piacevolmente, coinvolgendo il lettore con i bei disegni di Gabriel Bà e uno stile che richiama musica e testi dei My Chemical Romance, di cui lo scrittore Gerard Way faceva parte. La battaglia dell’Umbrella Academy è consigliata a chi ama le vicende di supereroi tormentati da tratti noir, avvolte da surrealismo e ironia. Potrebbe però essere meno apprezzata dagli amanti delle storie profonde e dal finale incisivo. Al netto di ciò, degna di nota è anche la presenza di bozzetti e artwork relativi ai vari personaggi, più ben due storie aggiuntive a fine volume che svolsero il compito, ai tempi della pubblicazione originale, di teaser per mantenere vivo l’interesse del pubblico.