Chi troppo vuole nulla stringe
Dopo aver dedicato sforzi, più o meno considerevoli, nel corso della loro carriera alla serie di Saints Row, free roaming fuori di testa che ha conquistato un nutrito numero di fan nel mondo -lasciandone comunque indifferenti altrettanti- Volition decide di fare qualcosa di diverso, anche se non cambia totalmente rotta.
Agents of Mayhem è uno sparatutto in terza persona open world, che racconta la lotta dell’agenzia fondata dalla bella Persephone, contro i malvagi Legion, un organizzato gruppo di perfidi soldati, scienziati pazzi e leader machiavellici, che sono praticamente una macchietta dei classici “cattivi” dei cartoon anni 80/90. In effetti, tutto il gioco richiama volutamente quel tipo di narrazione stereotipata, fatta di piani assurdi per la conquista del mondo attraverso le più bizzarre e implausibili operazioni criminali. La scelta stilistica, da una parte dona al prodotto una certa originalità, e permette di inserire nel comparto narrativo chicche come filmati completamente animati per spiegare i punti salienti della storia, come fossero puntate di “Action Man” o “G.I. Joe”, dall’altro, rende anche tremendamente prevedibile, blanda e superficiale la progressione del gioco, e probabilmente, a meno che non siate nel mood giusto, vi annoierete presto di tutti gli inutili “blablabla” del gioco che tratteggiano dialoghi e personaggi per lo più poco interessanti.
I toni comunque sono sicuramente meno demenziali e surreali rispetto a Saints Row (nonostante ne costituisca uno spin-off ufficiale) e personalmente è una cosa che ho apprezzato. Sicuramente comunque, l’asso nella manica di Agents of Mayhem è rappresentato dal suo peculiare approccio al genere. Nel gioco infatti sono presenti ben 12 Agenti diversi giocabili, un’offerta piuttosto singolare per un gioco single player. Sebbene ognuno di essi abbia un arsenale ben preciso che lo caratterizza e distingue in maniera netta rispetto a tutti gli altri, è possibili espandere moltissimo le abilità dei singoli Agenti, personalizzandone anche le possibilità offensive e difensive. In partita, ne potrete usare comunque sempre e solo 3 (switchando da uno all’altro), eccetto le missioni in cui dovrete sbloccare quelli nuovi, che, assieme a quelle dedicate alla story line di ognuno di essi, sono le uniche in cui potrete usare un solo personaggio.
Sul fronte gameplay, ma anche su quello del design, non c’è dubbio sul fatto che gli agenti siano tutti molto ben caratterizzati. Pare quasi un roster preso da Overwatch (sicuramente a cui si sono ispirati gli sviluppatori viste le varie somiglianze nella gestione dei personaggi). Alcuni saranno molto equilibrati tra potenza di fuoco e agilità, altri saranno adatti ad un gioco più preciso sulla distanza, altri ancora, richiederanno un approccio all’azione totalmente diverso, sfruttando torrette difensive o raggi congelanti. Ogni agente ha una modalità di fuoco standard, una abilità speciale, e una mossa “mayhem” particolarmente efficace e utilizzabile solo previo riempimento di una barra apposita. Inoltre, salendo di livello, sbloccheremo vari gadget personali che potremmo inserire -solo uno per categoria- negli slot dedicati all’abilità speciale, all’arma e alle condizioni passive del personaggio.
Questi gadget forniscono bonus e malus dalle più svariate nature, andando ad arricchire un sotto impianto gdristico molto sviluppato per un titolo del genere, in cui in maniera abbastanza intuitiva ma articolata, è possibile modificare lo status di ogni personaggio e le influenze che gli attacchi possono avere sui nemici. Non solo, di carne al fuoco ce ne sta parecchia altra nel titolo di Volition. Nel nostro quartier generale è infatti possibile costruire tecnologie Gremlin e Legion, grazie al recupero delle moltissime tipologie di loot presenti nell’ambiente o conquistabili nelle quest, che vanno dalle parti meccaniche, ai soldi, ai piani di sviluppo ecc. Le prime sono power up universali per tutti i personaggi e utilizzabili una tantum comprandone ogni volta le “riserve”; le seconde sono attributi da fondere con i gadget dei personaggi, rendendogli ancora più specifici.
Potrei andare avanti ancora parecchio a descrivere ogni singola caratteristica del gioco, se non fosse che quasi tutto viene purtroppo svilito dal macro impianto del gioco. Se l’idea del TPS con velleità da GDR con molti personaggi a disposizione era buona, e ha al suo interno trovate che reputo brillanti, come la possibilità di decidere per ogni missione la difficoltà tra moltissime disponibili e determinare così il premio in esperienza e risorse in base allo sforzo compiuto, tutto il resto è a mio avviso sotto la media e sgretola irrimediabilmente i meriti del gioco.
La città futuristica di Seul tanto per cominciare, è veramente poco ispirata e blanda. Pochi passanti, pochi dettagli, zero scorci degni di nota e una realizzazione generale davvero approssimativa. Girare per la città infatti è tutt’altro che un piacere, sia che si faccia a piedi sia che si decida di guidare i davvero poco soddisfacenti veicoli del gioco. La città è solo un vuoto e blando calderone di soporiferi elementi per allungare il gioco e farci fare le classiche cose noiose da free roaming come raccattare roba in giro, fare gare e attività secondarie sempre uguali un numero spropositato di volte. Attività che nel 2017 ormai veramente ti fanno dire “basta” e per di più in un contesto del genere non sono affatto stimolanti. Inoltre il gioco è afflitto da vari bug praticamente di ogni genere che sporcano la risposta ai comandi con un frame rate instabile e un evidente input lag, provocano stramberie sonore e grafiche, nonché a volte impallano addirittura gli obiettivi delle missioni costringendovi a ripeterle (ma spero che una buona patch risolva subito queste cose).
Se ho elogiato poi la profondità del sistema di gioco, va detto anche che essa risulta ampiamente sottosfruttata da un gioco che fa della natura open world e della necessità quasi “assuefacente” di cercare risorse, altre risorse e ancora risorse, uno specchietto per le allodole, cercando di riempire dei vuoti ludici dovuti ad un level design quasi sempre assente e una intelligenza artificiale ancor più manchevole. In pochissimi casi, nel caos generale di proiettili e esplosioni, avrete davvero la sensazione che la scelta del personaggio e dell’abilità giusta faccia veramente la differenza, per lo più si tratta solo di saltare, sparare, e usare ogni carta disponibile senza pensarci troppo e con ben poca strategia alle spalle. L’importante è solo essere di livello più alto dei nemici, i quali, si distinguono in un numero di classi accettabile, ma che quasi mai richiedono approcci unici come ci si aspetterebbe. Questo gioco, a mio avviso non necessitava certo della struttura open world, visto che sparare in città non offre nessun guizzo nella gestione degli spazi. I nemici sono semplicemente sempre piazzati un po’ in giro, come capita. La situazione migliora leggermente quando si accede alle strutture chiuse dei Legion, in cui la progressione ben più lineare permette scontri più interessanti e stimolanti. Il problema è l’estrema ripetitività di questi covi/basi segrete praticamente tutte uguali da vedere e spesso da giocare. Che salvo un qualche piccola altra sorpresa che non vado a rovinarvi, rappresentano la sola variante all’ ”esplorazione” esterna e alle missioni cittadine.
Verdetto
Porca miseria, mi spiace davvero per questo Agents of Mayhem. Il concetto alla base del titolo era più che buono e la realizzazione della gestione dei personaggi davvero riuscita. In teoria, avrebbe dovuto farla da padrona la varietà e di conseguenza, il divertimento. Considerando inoltre che il gioco è piuttosto veloce, molto “sciolto”, ritmato nella deambulazione (mi ha ricordato molto Crackdown con i suoi salti enormi da palazzo a palazzo) e incline a farti premere il grilletto con un certo gusto e molto spesso. Queste caratteristiche salvano il titolo di Volition da una insufficienza che altrimenti si sarebbe sicuramente meritato. Tra molti aspetti che stanno un po’ nel mezzo (grafica, stile e storia non pessimi, ma molto derivativi e non così interessanti), altri rendono purtroppo Agents of Mayhem noioso, in maniera estremamente paradossale viste le premesse. Tante, tantissime cose per occupare il tempo ma meno della metà realmente divertenti. Le fasi action, distribuite per altro in un gioco veramente diluito (circa 60 missioni principali più vari incarichi extra) e vero piatto forte del gioco, esauriscono molto presto il loro fascino, o comunque ben prima della sua conclusione, a causa di campi di battaglia, nemici e costruzione delle sparatorie, veramente insipidi. Poi per carità, superato tutto (compresi problemi tecnici che si spera siano momentanei), rimane un gioco abbastanza scoppiettante, pieno di esplosioni, raggi laser, effetti e contro effetti che si presta pure bene ad un divertimento molto disimpegnato e a cervello spento. Una partita ogni tanto, tra un gioco “serio” e l’altro, si può anche fare con piacere. Ma ecco, Agents of Mayhem non è nulla più di questo. Un titolo piacevole e spensierato, ma assolutamente non esaltante, e con molti più limiti di quello che vorrebbe farvi credere.