La Seconda Guerra Mondiale a volo d’uccello

Avete presente quando, con l’avvento di PlayStation2, gli sviluppatori hanno cominciato a fare porting di giochi tipicamente PC su console? Ricordiamo ancora gli utenti nei forum dell’epoca gridare allo scandalo per Max Payne per PS2, lo scetticismo generale quando fu annunciato Halo Wars per Xbox 360 o la splendida conversione di Diablo su PS1 (andando ancora più indietro, volendo fare i vecchietti). Chi vi scrive fa parte della schiera dei dubbiosi, quindi potrete capire le nostre sensazioni quando, in punta di piedi, siamo entrati nel mondo di Sudden Strike, con il quarto episodio dello strategico in tempo reale di Kalipso, studio già ideatore delle serie Tropico e Imperium.

Già dalle prime schermate si nota la cura riposta nella presentazione in questo prodotto, la musica è buona e azzeccata, i menu sono di facile navigazione e senza troppi fronzoli, il tutto è chiaro e ben leggibile in modo da rendere il gioco (un genere tutt’altro che mainstream) utilizzabile da tutti. Una volta premuto OPTION (continuerò sempre a chiamarlo START, non mi avrai, Sony!) ci si trova davanti al menu principale di gioco che propone 3 campagne da giocare in ordine crescente di difficoltà.

La prima fazione proposta dopo il doveroso tutorial sono i tedeschi con il loro punto di vista sull’invasione lampo dell’Europa, poi si passa ai Russi e alla prima grande sconfitta inflitta ai crucchi e per finire c’è la campagna degli alleati, con la conseguente sconfitta definitiva del Terzo Reich e con la liberazione dell’Europa. Ogni campagna fa rivivere al giocatore degli scontri particolari di questo periodo storico con tanto di paginetta modello Wikipedia a colorare il tutto, una cosa che rende appetibile ogni missione anche a chi non è avvezzo con la storia della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver selezionato la missione da fare (ognuna con un sistema di punteggio finale fino a 3 stelle) sceglieremo anche il generale che ci guiderà e fornirà abilita diverse alle nostre truppe per un ulteriore personalizzazione della partita, abilità migliorabili e acquistabili spendendo le stelle vinte nella campagna. Il tutto è sempre accompagnato da biografie e note storiche, davvero molto interessanti e capaci di dare un’ulteriore risvolto storico/drammatico alla missione che ci approntiamo ad affrontare. Le missioni sono abbastanza articolate e nonostante la leggera somiglianza tra tutte riescono sempre ad appassionare il giocatore, anche grazie al livello di difficoltà che abbiamo trovato tarato decisamente verso l’alto.

Le mappe non sono mai troppo grandi e l’assenza del Base Building non si fa troppo sentire perché all’inizio di ogni missione il gioco ci fornisce un nuovo plotone misto di soldati e mezzi (si va dai classici fanti ai Panzer alla contraerea) e dei punti strategici da conquistare o sabotare. Non mancano alcuni frangenti sul modello dei moderni Tower Defense, spezzando l’azione con un cambio di ritmo decisamente gradito, ad alcune missioni di sabotaggio o azione oltre le linee nemiche, dove si guida un manipolo di soldati e bisogna gestirli al meglio. Osservando lo svolgimento delle missioni si nota che il gioco non va mai oltre le battaglie circoscritte, senza sfociare in momenti campali o particolarmente epici, che se da una parte si sposa bene con le già citate mappe piccole dall’altra delude chi si aspettava qualche scontro da 100 o più PG a schermo.

Ultima in lista e, ahinoi, anche in ordine di divertimento c’è la Modalità Schermaglia, il problema è che presenta solo 5 mappe, le stesse 5 mappe utilizzabili anche nella Modalità Multiplayer Online (dove però troviamo un accenno di Base Building), peccato.

Graficamente il gioco si presenta molto bene, le texture sono decisamente rifinite (soprattutto quelle della mappa) e nonostante non si possa in nessun modo zoomare si notano delle buone animazioni, anche se ogni tanto soggette a qualche bug. Il feeling generale vecchia scuola si respira in ogni ambientazione, sia essa russa, francese o nord-europea. Praticamente ogni elemento della mappa è distruggibile ed è davvero soddisfacente vedere i carri armati lasciare la scia nei campi di grano o abbattere gli alberi passandoci sopra, anche negli sconti il gioco regge tra nuvole di fumo, scintille e esplosioni di mezzi.

L’interfaccia grafica è ben studiata e dopo un paio di missioni ci si prende la mano, gestendo il tutto abbastanza a dovere ma rimpiangendo sempre e comunque la combinazione classica mouse + tastiera. Abbiamo trovato molto interessante la possibilità di mettere in pausa, impartire ordini e spostamenti e poi rimettere in moto l’azione di gioco, esattamente come succedeva nei vecchi Baldur’s Gate e cugini. Questa possibilità (che tra l’altro non viene spiegata nel tutorial) rende gli scontri molto più pianificabili sia nelle battaglie che nei match casuali sulla mappa. Capita spesso di selezionare un gruppo di mezzi, mandarli dal punto A al punto B e poi spostarsi per visualizzare altri elementi sulla mappa. A quel punto, se il gruppo trova nemici random lungo il percorso, la possibilità di mettere in pausa è fondamentale, data la velocità di spostamento dei mezzi e il loro raggio d’ingaggio dei nemici. Questo sistema di pausa interattiva va anche a controbilanciare l’effettiva “scarsezza” del sistema di controllo, ma di questo parleremo a breve.

E dopo le caramelle eccoci il boccone amaro: innanzitutto, il sistema di controllo. Il menu di selezione multipla è stato pensato da qualcuno probabilmente sotto effetto di allucinogeni. Poco regolabile e nervoso, serve praticamente solo a selezionare un mucchio di roba per asfaltare il nemico, senza permettere la classica selezione certosina tipica di questo genere di giochi, rovinando paradossalmente parte dell’esperienza. Stessa cosa per la leva destra, se sperate nella possibilità di zoomare e de-zoomare sulla mappa, o almeno ruotarla, rinunciate: il controllo sulla visuale è zero, nulla di nulla. È davvero un peccato perché il sistema di controllo, se studiato e realizzato bene poteva far spiccare questo Sudden Strike 4 rispetto alla (scarsa) concorrenza, mentre a volte rema addirittura contro il giocatore, con input non registrati e combinazioni di tasti dal timing troppo poco permissivo (ci è capitato molte volte di tenere premuto X e muovere lo stick verso l’alto, per ingrandire il cerchio di selezione, e doverlo rifare almeno un paio di volte perché il gioco non registrava la pressione dei tasti).

C’è da dire però che la possibilità, tramite la doppia pressione rapida del tasto X, di selezionare tutte le unità uguali all’interno della visuale è molto comoda e snellisce le operazioni, esattamente come la possibilità di dare la formazione al nostro gruppo di mezzi e uomini tenendo premuto il tasto cerchio quando si dà loro il punto d’arrivo del percorso. Una volta abbiamo posizionato una fila di soldati in un campo di grano lungo una strada (quando i soldati vanno in un terreno con erba alta si mimetizzano in automatico), impostando la formazione a fila indiana. Subito dopo sono stati beccati da un carro inglese e presi a cannonate, ma per 5 secondi ha funzionato!

Purtroppo il gioco presenta bug abbastanza frequenti, sia nella grafica (anche se di un omino che resta inchiodato tra gli alberi in una corsa infinita frega poco) che nel motore di gioco. Qui le note si fanno dolenti: un paio di volte il titolo è addirittura andato in crash. Tenete a mente che esiste il quicksave ma è solo manuale. Insomma, ci è toccato ripetere più volte alcune missioni, proprio a causa di questi bug, missioni che come dicevamo sono decisamente difficili anche al livello di difficoltà medio. Potete ben immaginarvi il nostro disappunto e la nostra frustrazione. A volte gli indicatori sulla mappa sfarfallano, a volte il gioco taglia frame di animazioni random fino al crash totale, a volte i proiettili restano a mezz’aria con scia e tutto il resto, senza colpire gli avversari. Da uno studio con un background di questo tipo tutto ciò non è tollerabile, e speriamo che al più presto rilascino una patch correttiva.

Verdetto:

In definitiva questo Sudden Strike 4 è come lo scolaro che potrebbe fare di più ma si impegna poco, copia qua e là e non spicca in nessuna materia. Di per sé è anche discretamente divertente e si lascia giocare (a patto di capirne la filosofia e non farsi prendere dalla rabbia dovuta alla difficoltà decisamente alta, anche a normale). Imperdonabili i bug che si verificano quasi a ogni partita, sia piccoli che grandi, e il sistema di selezione multipla che sembra ideato da qualcuno che non ha mai sviluppato un RTS. Quando la serie saprà correggere questi problemi, e allora sì che avremo il nuovo Company of Heroes.

Marco Berri
Inciampato quasi per caso in una sala giochi in tenera età, il passaggio dal cabinato in sala giochi al pad non l'ha minimamente traumatizzato. Legge libri e fumetti, guarda film e serie tv ma soprattutto gioca a un sacco di videogiochi e ha una passione smodata per le console portatili. Ha diviso l'adolescenza tra i tavoli dei tornei di Magic e il campetto da basket sotto casa ma ora conduce una vita moderata a base di snack e alcolici, quando non mangia sushi in giro per le Tre Venezie con la fida morosa. PS: si bulla in giro dicendo che ha battuto il campione mondiale di Street Fighter 4