Data l’uscita di una versione PC di Rez Infinite, siamo stati invitati a provare l’ultima incarnazione del classico di Q? Entertainment. Qui abbiamo avuto la fortuna di incontrare Tetsuya Mizuguchi, che ci ha gentilmente offerto un po’ del suo tempo per chiaccherare di Rez, Lumines e dei suoi prossimi progetti, nonché della sua band, i Genki Rockets!
Rez è un gioco spettacolare, ma con ormai ben più di qualche anno sulle spalle. Ci chiedevamo, innanzitutto, perché progettare il suo ritorno in VR, e perché proprio ora?
Ai tempi della produzione originale di Rez, avevo questa immagine in testa, di un gioco in 3D, ma mi dovetti confrontare con la realtà, dovetti comprimere quell’idea in quello che poi fu il risultato finale. Ne rimasi molto frustrato. Volevo ri-produrre Rez nel futuro, e con la Realtà Virtuale ho capito che era arrivato il momento. Inoltre, decisi anche che, nel caso fossi riuscito nel mio intento, avrei aggiunto qualcosa di inedito, per sfruttare appieno le nuove tecnologie, e questa decisione si è trasformata nell’Area X, che potete giocare nella nuova versione di Rez.
E riguardo a Child of Eden, esiste la stessa possibilità, di un futuro ri-adattamento in VR? Perché sarebbe meraviglioso!
Non lo so ancora. Penso costantemente a cosa fare nel futuro e un nuovo Child of Eden potrebbe essere la prossima mossa, chissà, o un nuovo capitolo di Rez. Ma diciamo che Area X potrebbe essere considerato un “prologo” di questo misterioso futuro.
Parliamo un po’ di musica, che d’altronde è il fondamento di tutti i tuoi giochi. Tu hai anche una band, i Genki Rockets. Siamo curiosi, quali sono le tue principali influenze musicali?
Oh, un po’ di tutto: pop, musica classica, tecno, house. Ma amo ascoltare la musica, sul piano emotivo e fisico. Prendi la tecno, ad esempio: sono suoni, ma il suono ha una sua potenza, qualcosa che si può sentire nel corpo che si muove, puoi quasi percepirne la forma. Di ogni tipo di suono. Amo combinare questi elementi, fisici e emotivi.
Quindi è un po’ quello che Kandinsky faceva con la sua arte, prendere le “forme” della musica, ma applicato al mondo dei videogiochi.
Esatto. È uno dei principi che mi muovono nella creazione, sempre.
E riguardo alla musica elettronica?
Beh, oggi possiamo riprodurre qualsiasi tipo di suono elettronicamente, con un computer e la giusta tecnologia. Quindi non è tanto questione di musica elettronica, quanto di musica digitale. Personalmente ho sempre amato il suono analogico, ma amo anche il processo di creazione di digitale, con cui oggi possiamo arrangiare qualsiasi cosa, esprimerci in tantissimi modi, rendere la musica un’esperienza interattiva.
Una domanda che ci ha tormentato per anni: com’è possibile che in Rez, un gioco dove ad ogni azione corrisponde una precisa reazione sonora, ogni suono si incastri sempre perfettamente con la musica di sottofondo?
Eh, questa è parte della “magia”. Lo si deve a diversi meccanismi di programmazione, come l’engine code, e altro ancora. In gioco ci sono tantissimi fattori, dai diversi tipi di suono alle azioni a video.
Decisamente un processo complicato, anche se sembra manifestarsi semplicemente e perfettamente! Passiamo alla tua band, i Genki Rockets: sono già usciti due album, ce ne sarà un terzo?
Non l’abbiamo ancora deciso. Potrebbe venir fuori qualcosa nei prossimi anni, chissà.
La prima canzone del secondo Lumines, altro rhythm game di prima categoria, proveniva proprio dal vostro secondo album. A tal riguardo, vedremo mai un terzo capitolo di Lumines, escluse le versioni mobile?
Non mi scordo mai di Lumines…
Neanche noi!
Meno male! (ride) È un franchise che amo e, come per Rez, c’è sempre la spinta a creare qualcosa di nuovo e bello, anche dopo molti anni, e questa spinta potrebbe aumentare con l’evoluzione della tecnologia videoludica. Quindi, potrebbe essere che torni, in futuro.
Il genere di videogiochi di cui stiamo parlando, è qualcosa che solo tu hai prodotto, hanno tutti un tratto unico che li accomuna e che non è possibile trovare altrove. Cosa ti ha spinto a voler creare questi giochi, cosa ti ha fatto decidere di allontanarti da tutto il resto per fare questo come sviluppatore?
In tutta sincerità mi ero stufato di fare giochi “normali”, ad esempio di guida o altri generi realistici. Il realismo sta diventando… troppo reale, solo reale. È qualcosa di eccezionale, da un certo punto di vista, ma io voglio creare qualcosa di diverso. Qualcuno potrebbe obiettare che faccio cose troppo astratte, ma non mi importa. Punto a creare nuovi tipi di esperienze, nuove fantasie, nuove idee. Quante persone ci sono, che si occupano degli altri tipi di giochi, di avventura, fantasy, et cetera? Tante, perciò io voglio mantenere il mio ruolo, e continuare a fare giochi “nuovi”, come Rez.
E noi ti siamo grati per questo! Tornando su Rez, tra suono ed esperienza video-musicale, noi ci abbiamo visto anche un’evoluzione quasi filosofica, come una rinascita. Quanto del tuo pensiero e della tua filosofia di vita cerchi di mettere nei videogiochi che crei?
Questo è molto importante in quanto un videogioco è intrattenimento, ma anche un potenziale portatore di messaggi e pensieri, possiamo riempirlo di quel che vogliamo. Quindi senza dubbio questo è un aspetto di cui si tiene conto, nel creare giochi. Si considerano tutte le idee, ed è persino divertente inserire filosofia in un videogioco, cercando di non sfociare mai in visioni idealistiche.
Sempre a proposito di Rez, ci sono un sacco di strutture, geometria e elementi architettonici, che si accostano all’astrattismo video-musicale di cui dicevamo prima. Come ti è venuto in mente di abbinare questi due aspetti?
Quando giochi a Rez, giochi in un gigantesco database, un grande archivio umano del futuro. Ogni archivio reale dell’Umanità contiene e riporta tratti delle diverse culture che rappresenta. Quindi, come in ogni altro archivio, anche gli effetti video-musicali di Rez si trasformano, concettualmente, in elementi architettonici che rispettano la cultura umana, in diverse sue forme: orientale, occidentale, qualcosa anche di medievale. Questo fa parte del concept del gioco ed è molto importante.
Perciò Rez ripercorre l’evoluzione dell’Umanità. E per quanto riguarda il nuovo livello, l’Area X?
È un assaggio di quel che verrà. Il Rez originale rappresenta metaforicamente il concepimento dell’Uomo, l’Area X avviene dopo, è il futuro. Dalla nascita, alla crescita, a chissà cos’altro.
Perfetto, grazie ancora a nome di tutta Stay Nerd per quest’intervista!
Grazie a voi!