DISCLAIMER e Nota dell’Autore
Questo articolo è una raccolta di pensieri in merito a Eclipse, un gioco da tavolo che abbiamo avuto modo di sperimentare e testare. È un gioco con un po’ di anni alle spalle, molto conosciuto tra gli amanti del genere. Non faremo lunghe divagazioni sul regolamento, o su come si gioca, non è un tutorial. Abbiamo invece cercato di ricreare in parte il feeling che si ha quando un gioco del genere viene tirato fuori dalla scatola e si dà quindi inizio alle ostilità…
Eclipse è un gioco da tavolo del filone della civilizzazione. Questo non vuol dire che inizierete la partita con i vostri amici esprimendovi con grugniti e sputi e la terminerete comportandovi da perfetti lord inglesi con tanto di bombetta e tazza di the delle cinque. No. Anche dopo decine di partite continuerete a grugnire e sputacchiare le patatine come gesto di vittoria.
Lo scopo di Eclipse è un po’ più alto e va oltre la vostra educazione: si ripropone di farvi diventare i più forti dell’universo con un vero e proprio impero galattico al vostro comando, il tutto in un due o tre ore di partita…
Dalla Finlandia…
Il gioco è stato ideato da Touko Tahkokallio, finlandese, che ci dimostra come la neve, il freddo e una quantità smodata di aurore boreali viste attraverso la bottiglia di vodka producono dell’ottimo metal e dei fantastici giochi da tavolo.
In un’edizione sontuosa pubblicata in italia da parte di Asterion Press, i componenti di gioco sono tantissimi, di ottima fattura e splendidamente disegnati. A far la parte da leone, accanto ad ottimi elementi cartonati (plance di gioco, board principale e settori spaziali), sono ovviamente i modellini delle astronavi, di sei colori diversi, in gran numero e molto ben realizzate. (Una nota: in una gigantesca espansione il numero delle navi offerte dal gioco è ulteriormente rimpinguato da ben 108 nuovi modellini)
Il gioco è molto complesso e si muove in diverse fasi, dove i giocatori sono chiamati a fare a turno delle azioni specifiche di loro gradimento, in base alle risorse a disposizione. Ogni azione fa guadagnare o perdere punti, risorse e denaro. Al termine delle 9 sessioni di gioco previste, il calcolo totale dei punteggi decreterà chi è il vero dominatore della galassia.
Strategia in tempo reale
I preliminari e preparativi durano molto ed è un aspetto che alcuni potrebbero anche gradire. Ci vuole più o meno una mezz’oretta buona e abbondante per sistemare la propria plancia di gioco, piena di counter e informazioni, dalle astronavi ai potenziamenti alle ricerche tecnologiche… Ogni giocatore organizza le proprie risorse (il vile Denaro, la gaia Scienza e i duri Materiali) in base alla razza scelta (gli Alieni, si sa, si comportano in modo strano), organizzando i propri Cubetti Popolazione e i propri Gettoni Azione in posizione di partenza. Poi si comincia a pensare alla mappa della galassia, un universo modulare fatto di esagoni ‘montati’ in cerchi concentrici a partire dal Centro Galattico, presidiato da una forza di difesa estrema e ambito bottino per le fasi finali della partita.
I partecipanti scelgono uno degli esagoni ‘giocatore’ e lo posiziona nell’anello intermedio, lasciando liberi e ancora vuoti gli anelli interno ed esterno. I pianeti di partenza sono corredati da un bonus risorse e danno asilo ad un’unica e triste navicella spaziale…
Inizia adesso la vera partita. Di solito le prime fasi sono tutte un po’ lente nell’approccio. Il giocatore fissa lo sguardo sulla propria navetta, un cinquantino spoglio e neanche truccato e scuote la testa, si rivolge alle sue risorse che lo guardano meste e sole e poi cerca conforto nella sua plancia di gioco e gli viene il mal di plancia: tutti i regoli e i counter sono al minimo, la sua civilizzazione è ridicolmente bassa… Gli resta una sola cosa da fare: esplorare!
La fase esplorativa è molto semplice. Si annuncia al gruppo ‘IO ESPLORO!’ e con gesto sicuro si pesca un esagono relativo all’anello galattico da esplorare e lo si scopre. Ora, nel gioco come nella realtà, andare in giro ad esplorare i settori nascosti della galassia non è un’attività che uno fa con le chiappe scoperte senza paura. Il pericolo è dietro l’angolo. I nuovi sistemi stellari scoperti infatti possono donare potenza all’esploratore, con pianeti incontaminati pieni di risorse preziose, ampliamento dell’influenza in un settore galattico e tanta soddisfazione da vecchio Magellano dello spazio… Ma il rovescio della medaglia è che possono comparire nemici ostili come gli Antichi, vecchi alieni incazzosissimi che vanno a bordo di deambulatori 2.0 biturbo armati di missili e cateteri elettrici. Quindi un’esplorazione spaziale diventa molto facilmente un’esplorazione rettale con tutte le conseguenze del caso. Per fortuna che il combattimento non è obbligatorio a meno che non si vuole per forza prendere possesso del pianeta Oberon IV perché ha un nome fichissimo!
Di solito le cose vanno avanti così per un po di giri. Oltre all’esplorazione, qualche giocatore più lungimirante investe in ricerca per evitare che i cervelli vadano all’estero, via dal suo sistema stellare. Questo ha come conseguenza il miglioramento delle astronavi per esempio, con l’installazione di nuove parti, regolarmente istoriate nella plancia di gioco. Si va dai cannoni al plasma ai missili, fino alle celle energetiche nuove, gli spoiler e i neon sotto gli sportelli che servono per acchiappare su Alpha Centauri.
Battlestar Galactica
Sostanzialmente, tra costruzioni, ricerche tecnologiche, esplorazione, la prima fase di gioco è sempre molto individualista, laddove ognuno si fa i beneamati fatti propri cercando di potenziare il proprio impero. Dopo qualche turno, la musica cambia. La mappa modulare è ben strutturata, ampia quanto il salotto e piena di vita (soprattutto il sabato sera). Si vedono in giro un po’ di incrociatori e qualche sana stazione spaziale, le risorse vanno a gogo e tutti sembrano felici. Ma basta poco per rovinare questo idillio. E di solito è colpa del giocatore alla vostra sinistra, fateci caso. O del giocatore alla sinistra di qualcun altro. Insomma un giocatore decide che è venuto il momento di far balenare un po’ di raggi B nel buio alle porte di Tannahuser e di far infiammare le benedette navi ai bastioni di Orione! Signori, grazie al tipo sinistro alla vostra sinistra ora è GUERRA!
In un gioco di civilizzazione non potevano mancare le battaglie… Infatti una buona e molto ben strutturata parte del gioco è dedicata a questo frangente diversamente amichevole. In questa occasione si romperanno amicizie, si rovineranno matrimoni e scoppieranno rivolte e verranno sputate tante patatine per scherno e umiliazione.
Per iniziare la battaglia basta semplicemente invadere a muso duro l’esagono di un avversario, meglio se il giocatore sta guardando dall’altra parte… Un ringhio o un motto guerresco migliorano il risultato.
Sguardi truci e sanguinari scorrono tra i giocatori, mentre si calcola l’ordine di attacco in base al valore di iniziativa delle navi in gioco. Una volta capito l’andamento dei turni si parte all’attacco. Le navi modificate non omologate possono lanciare i dadi arancio per i missili una sola volta e per forza all’inizio, e poi passano a quelli rossi per i cannoni al plasma (che sono meglio di quelli di marijuana). Ci si spara a turno alla vecchia maniera assegnando i danni alle varie astronavi ed eliminandole dal tabellone man mano che vengono distrutte. Ci sono come sempre delle tecniche ninja di primo e secondo livello per vincere questi duelli a suon di dadi: ricordate sempre di soffiare sui dati prima di lanciarli, chiudendoli ermeticamente tra le mani a coppa (primo livello). Se riuscite anche a generare un suono zufolante, allora la vittoria è vostra (secondo livello). Il vostro avversario però potrebbe attivare il contrattacco fisico, lanciando i dadi direttamente contro le vostre navi, cercando di fracassarle per bene a prescindere dal punteggio (primo livello). E se è davvero un tipo ostico potrebbe anche riuscire a colpire il gatto o rompere una o due bottiglie di birra vuote sul tavolo (secondo livello).
Le battaglie vanno avanti così, seminando morte, distruzione e dadi da tutte le parti. Quando il vostro soggiorno è un cumulo di macerie, di solito si alza un vostro amico e dice: ‘Facciamo un’alleanza?’, indicando la vostra flottiglia fumante. E sì, perché in Eclipse è possibile anche essere quasi buoni amici, generare connubi e patti di non belligeranza, guadagnando un po’ di risorse e giurando sul canguro di non farsi guerra per nessun motivo al mondo, neanche se mi freghi la merenda a scuola… Il gioco prende in considerazione anche la possibilità che ci sia un bastardo tra i partecipanti, un essere ignobile che decide di rompere l’alleanza per perseguire i suoi sporchi fini e per questo esiste la Carta dell’Infame, una tessera rosso scarlatta che segnerà la iena di cui sopra per il resto dei suoi giorni… o almeno fin quando un altro della sua stessa risma non verrà allo scoperto. La carta va esibita come onta per il proprio comportamento e soprattutto perché genera dei malus che minano il punteggio finale della partita.
Il cerchio si chiude
La fase terminale del turno di gioco prevede un cool down di tutte le attività. Si viaggia per i pianeti conquistati, si fa il conto delle risorse e si danno gli ultimi ritocchini al proprio impero in via di espansione. Un aspetto importante della fase finale del turno è il costo del mantenimento dell’impero. Si fa una differenza tra il vile Denaro guadagnato (entrate) le azioni eseguite durante la partita (uscite). Il risultato ci dirà quanto siamo stati bravi a gestire le nostre finanze. In caso contrario, possiamo sempre svendere le altre risorse per raccattare monete con un rapporto di 2:1 (due di qualunque tipo di risorse dà una sola moneta). E se ancora questo non fosse sufficiente, allora vuol dire che siete dei pessimi amministratori e non meritate di gestire neanche un condominio e vi toccherà cedere il comando di interi sistemi solari…
Una volta fatto questo si ricomincia tutto da capo… per ben nove volte… E poi? E poi si vede chi ha vinto o perso. Infatti ogni azione che eseguiamo in corso d’opera, ogni combattimento, ogni alleanza che stipuliamo o rompiamo genera punti. I punti finali determinano chi è il vero signore dell’universo. Per massimizzare il punteggio bisogna esplorare ogni possibilità che il gioco ci offre, perché per ogni azione il numero di punti a disposizione è limitato. La struttura del gioco è fatta in maniera tale che per vincere bisogna davvero diversificare le azioni, concatenandole con uno schema ben preciso, seguendo una strategia a lungo termine che possa almeno vagamente essere vincente.
Eclipse è bello come board game, interessante nella sua versatilità grazie al fatto che ogni partita non sarà mai uguale alla precedente. Non mancano certo dei difetti, come ad esempio una gestione delle alleanze un po’ risicata o la presenza del fattore ‘caso’ (leggi anche culo) in alcune meccaniche di gioco di solito un po’ sgradite ai puristi degli strategici. Ma considerando che noi siamo puristi solo del divertimento, allora state certi che Eclipse vi delizierà, vi farà lanciare dadi con forza e vi farà odiare chi vi sta accanto e di fronte, mentre bevete Fanta e sgranocchiate patatine. E tranquilli, nonostante sia un gioco di civilizzazione, rimarrete sempre degli australopitechi evoluti che ululano alla luna, se così vi piace!