Tutti i colori di una vita
Il 16-17-18 ottobre arriva nei cinema italiani Loving Vincent, primo film interamente dipinto a olio su tela, usando la stessa tecnica del pittore impressionista e avvalendosi della collaborazione di più di cento artisti internazionali.
Nato da una campagna su Kickstarter, nei novantuno minuti di film vediamo scorrere 65.000 fotogrammi dipinti a mano che sfruttano e adattano molti dei più famosi quadri di Van Gogh per raccontare la storia del giovane Armand Roulin, alle prese con la consegna di una lettera a Theo Van Gogh, fratello dell’artista, poco dopo la morte per suicidio di quest’ultimo.
Armand arriverà fino a Parigi, attraversando i luoghi del pittore e incontrando molte persone a lui care, scoprendo poco a poco la sua vita tormentata e straordinaria.
Quello di Loving Vincent è l’ultimo omaggio, in ordine di tempo, che la settima arte rende a questo maestro della pittura, ma anche il mondo del fumetto, dei videogiochi, della musica e del teatro hanno attinto a piene mani dalla produzione e dalla vita dello sfortunato ma talentuoso maestro olandese.
Noi di Stay Nerd vogliamo celebrare la sua arte e questo film meraviglioso ricordandovi alcune di queste citazioni a Van Gogh nel campo dell’intrattenimento.
Nuvole e nuvolette
Molte delle informazioni giunte a noi sulla figura di Van Gogh come uomo, ancora prima che come artista, sono riscontrabili nelle Lettere a Theo, corpus epistolare di una relazione di amore fraterno e indissolubile amicizia durata tutta la vita: Theodorus, infatti, nonostante fosse il fratello minore di Vincent, lo supportò emotivamente, ma anche economicamente per tutta la vita, permettendogli di dedicarsi con tutte le forze alla pittura.
Un’opera in cui la relazione tra i due fratelli è ben delineata, seppur in un universo alternativo e con un tratto josei che potrebbe far storcere la bocca a una buona fetta di pubblico è Addio Stregone, miniserie in due volumi pubblicata da Planet Manga, che ha fatto conquistare all’autrice Hozumi il primo premio al Kono manga ga sugoi del 2014. Addio Stregone, Sayonara Sorcier in originale, affronta la vita di Vincent Van Gogh senza rinnegarne la sofferenza, ma dandone una personalissima interpretazione e riuscendo persino a stupire il lettore con un colpo di scena per niente scontato.
Sempre nel 2014, Bao Publishing porta in Italia Vincent, della fumettista olandese Barbara Stok. Nato da una collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam, la graphic novel si concentra sul breve ma intenso periodo in cui il pittore ha soggiornato nel sud della Francia; il risultato è una biografia a fumetti in cui il tratto personalissimo dell’autrice va a sovrapporsi agli scorci dipinti da Van Gogh, travalicando i confini dell’idea comune che si ha del pittore, per far risaltare sì la fragilità, ma anche la passione e l’idealismo che si agitavano dentro di lui.
Di quadro in quadro
Anche nel mondo dei videogiochi, si trovano dei riferimenti al pittore della Notte Stellata: il più celebre dei quali si trova senza ombra di dubbio in New Super Mario Bros U, con un intero livello ispirato all’iconico quadro di Van Gogh. Ecco allora una luna dalle classiche pennellate in vista fare da sfondo ai salti di Mario, mentre un impressionista e impressionante Bowser incombe alle spalle del nostro idraulico preferito. E ancora, in Luigi’s Mansion, primo titolo del franchise di Mario a essere rilasciato per Nintendo Game Cube, Vincent Van Gore (o Van Gong, come è stato tradotto in italiano) è un fantasma ritratto in grado di dare vita ai suoi dipinti e, con quelli, attaccare il protagonista del gioco. Con barba e capelli bianchi, e un basco rosso calcato in testa, questo omaggio al pittore parla in realtà con uno stereotipato accento francese, forse più riconoscibile dell’olandese a un orecchio poco allenato?
Un altro tributo, sempre Nintendo, è presente in Art Academy, corso di disegno per DS e 3DS che si avvale dell’aiuto di un tutor di nome Vince per guidare il giocatore passo passo nella creazione della sua opera.
Anche qua ci troviamo davanti un pittore con barba e folti baffi candidi come la neve, che sembrano quasi riflettere il desiderio che questi arrivasse a vivere con serenità la sua vecchiaia, ma che può anche ricollegarsi all’iconografia del pittore fantasma di Luigi, considerati i collegamenti tra i due giochi: Vince il tutor è presente come trofeo collezionabile in Super Smash Bros. per Wii U e i due giochi condividono anche un brano, the Swan Lesson Theme.
Vincent nel tempo e nello spazio
Doctor Who, come sanno bene i fan, è una serie capace di far piangere anche una roccia: tra matrimoni, morti più o meno apparenti e punti fissi nello spazio, è difficile restare impassibili di fronte alle disavventure del Dottore e delle sue companion, ma ancora più difficile diventa soffocare i singhiozzi alla visione della decima puntata della quinta stagione, Vincent and the Doctor.
Siamo all’undicesima rigenerazione del Dottore, quella con la faccia e i bow-tie di Matt Smith, e il Tardis atterra ad Arles nel 1890, alla ricerca di un Van Gogh tormentato dai propri demoni e da una razza aliena di predatori che solo a lui riesce a vedere. Inserita bene all’interno della serie, subito dopo la perdita di un companion, questa puntata è perfettamente godibile come stand-alone per chi ha anche solo una conoscenza basilare delle avventure dell’ultimo gallifreyano, soprattutto per la scena finale, che vede il pittore portato nel futuro, in una sala del Museo d’Orsay, davanti alla prova del suo successo.
Luci, colori, ciak, azione
E torniamo infine al cinema.
Van Gogh arriva per la prima volta sul grande schermo nel 1956 con Lust for Life (Brama di vivere), tratto dall’omonimo romanzo del 1934 di Irving Stone.
Questo biopic, nominato in quattro categorie agli Oscar dell’anno successivo e vincitore della statuetta nella categoria miglior attore non protagonista a Anthony Quinn per la sua interpretazione di Paul Gauguin, vede Kirk Douglas nei panni del tormentato pittore, ruolo che a detta di molti avrebbe meritato esso stesso un premio dall’Academy.
Anche attori del calibro di Benedict Cumberbatch e Leonard Nimoy hanno vestito i panni del pittore olandese: il primo nel 2010, interpretandolo nel bio-documentario per la tv Van Gogh: Painted with Words, il secondo a teatro, in una rappresentazione, il monologo Vincent, successivamente trasmessa anche sul piccolo schermo e commercializzata per il mercato dell’home video.
Van Gogh non ha mancato però di influenzare le icone di oggi, e non sono pochi gli artisti che hanno deciso di lasciarsi ispirare da lui nei propri lavori: in un degli otto episodi che compongono il film del 1990 Sogni (Yume), di Akira Kurosawa, tra un riferimento a Hokusai e l’altro troviamo il protagonista trascinato nel celebre dipinto “Campo di grano con volo di corvi”, alle prese con un Vincent Van Gogh interpretato da Martin Scorsese, che ha anche co-diretto questo segmento di film, mentre gli effetti speciali sono curati da George Lucas.
Per chiudere un cerchio, infine, vi segnaliamo la parodia delle Lettere a Theo scritta da Woody Allen, intitolata Se gli impressionisti fossero stati dentisti e contenuta nella raccolta di scritti Senza piume, pubblicata in Italia da Bompiani.
Con la vena ironica e nevrotica che ben conosciamo, Allen si immagina un Vincent dentista dall’animo poetico, incompreso e costretto a dividere lo studio odontoiatrico con un collega, tale Gauguin.
Vincent Van Gogh, pittore eccellente e uomo complesso, è un perfetto personaggio da scoprire e apprezzare, non solo attraverso le sue opere, ma anche grazie alle opere che parlano di lui, a partire da Loving Vincent, fino ad arrivare a Woody Allen.