Nel nostro paese abbiamo sempre subito il forte fascino della fantascienza. Lo nostre edicole hanno esportato dagli States mitiche riviste come Fantasy & Science Fiction e Asimov’s Science Fiction, ma anche il mondo del web nostrano non è da meno.
Anzi, vista la facilità di fruizione, in tal senso l’offerta si è impreziosita, e ultimamente la narrativa speculativa made in Italy si è arricchita di una piccola gemma con la pubblicazione della silloge di racconti Noi Umani, nata dal concorso di Penne Matte che raccoglie i dieci racconti vincitori tra i quasi duecento che hanno partecipato al contest. Acquistabile su Amazon in formato digitale, Noi umani è un piccolo grido della comunità degli scrittori di genere italiani, sempre presenti, sebbene poco considerati dalla grande editoria.
Penne Matte è una community per scrittori fondata nel 2014 da Alberto Grandi (giornalista e staff editor di Wired Italia), che vanta a oggi settemila iscritti e oltre 1200 storie pubblicate e disponibili gratuitamente online, ma anche grazie ai suoi concorsi letterari il bacino di utenza del sito è in continua crescita. Prima di dedicarsi alla fantascienza, infatti, gli scrittori di Penne Matte hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il fantasy e la distopia, sempre valutati da giurie d’eccezione tra cui spiccano i nomi di autori come Licia Troisi (Le trilogie del Mondo Emerso, La ragaza drago, I regni di Nashira, Pandora) e Francesco Gungui (Canti delle Terre Divise, Trilogia di Achille).
Con Noi umani (questo il titolo del contest e della conseguente raccolta di racconti) gli aspiranti autori si sono confrontati con la fantascienza, trasportando i topoi classici del genere, alieni e viaggi nello spazio profondo, nella dimensione più intimista del mondo digitale, del sempre connesso, degli “avatar che ballano al nostro posto”, come evidenzia nella prefazione Grandi, rifacendosi a un’icona del genere come Kurt Vonnegut.
A giudicare i racconti, stavolta, sono stati autori e giornalisti del calibro di Emanuela Valentini, finalista al Premio Urania 2016 e vincitrice del Premio Robot dello stesso anno; Diego Castelli, fondatore del sito SerialMinds e autore del thriller Incipit; Luca Martini, caporedattore centrale a Glamour e Leonardo Patrignani, autore della trilogia fantascientifica Multiversum, oltre che del più recente young adult distopico Time Deal.
Nei dieci racconti della raccolta, presentati in ordine di classifica a partire dal vincitore Cristiano Fighera con Chi ha ucciso Honesty Blaze, mostri tentacolari e lontani pianeti terraformati lasciano spazio ai temi della realtà virtuale, delle protesi meccaniche, della solitudine intrinseca nella socialità artificiale del web, regalando al lettore un ampio ventaglio di storie attuali, che indagano non più l’ignoto al di là dell’atmosfera, ma quello che risiede nell’animo umano, usando il genere come pungolo per l’analisi di sé e degli altri, di noi umani, appunto.