Dalle ultime avventure di Ezio Auditore alla triste morte di Connor Kenway
Continua la nostra missione di riassumere per voi i principali eventi della serie di Assassin’s Creed. Nel corso della prima parte di questo speciale, avevamo lasciato Ezio alla fine della sua guerra con i Borgia. Divenuto Gran Maestro degli Assassini italiani, l’Auditore aveva avuto anche il privilegio di conoscere la dea Minerva che, ignorandolo, aveva utilizzato Ezio per recapitare un messaggio a Desmond. Con Revelations e AC III andremo quindi a scoprire le sorti di Ezio, nonché quelle di Desmond, purtroppo semplice pedina di un disegno molto più grande di lui.
Assassin’s Creed: Revelations – 2011
Le vicende di Revelations, dunque, riprendono le fila direttamente lì dove si erano interrotte alla fine di Brotherhood. Caduto in uno stato comatoso dopo essere stato piegato dalla volontà di Giunone ed aver quindi misteriosamente ucciso Lucy, Desmond viene inserito di nuovo nell’Animus dai suoi compagni e da William Miles, suo padre, e membro anch’egli degli Assassini. La speranza del gruppo è che Desmond possa risvegliarsi, complice il software del macchinario, la cui capacità di ricostruire i ricordi potrebbe in qualche modo impedire il deterioramento dei suoi processi cognitivi. Risvegliatosi nell’Animus, per la prima volta non nei panni di un suo antenato, Desmond si troverà su di una specie di isola, costruita dal software e dal misterioso Soggetto 16, il cui vero nome è Clay Kaczmarek, ex assassino, ora deceduto, e utilizzato a lungo dalla Abstergo per i suoi esperimenti sulla memoria. 16 aveva già avuto modo di condividere, seppur indirettamente, le sue informazioni con Desmond. Prima attraverso dei simboli criptici che aveva disseminato nella riproduzione dei ricordi Ezio, poi tramite quegli stessi simboli, scritti col sangue, che Desmond aveva rinvenuto nella sua cella nella Abstergo alla fine del primo Assassin’s Creed. Soggetto 16 è presente sull’isola per mezzo dello stesso Animus, che in qualche modo ne ha conservato la memoria e che gli ha donato un artefatto corpo digitale. Vagando come uno spettro sull’isola, 16 spiega a Desmond che questi non solo ha ucciso Lucy (cosa che per il turbamento aveva rimosso), ma anche che l’isola su cui si trovano è all’interno dell’Animus, e che la sua memoria versa in uno stato di shock a causa del troppo utilizzo del macchinario. I ricordi relativi ad Altair e Ezio si sono infatti fusi con quelli di Desmond, e fintanto che questi non sarà in grado di mettere il tutto in ordine non potrà risvegliarsi e tornare nel mondo reale. Desmond dovrà quindi creare un “giunto sincronico”, una condizione grazie a cui il proprio cervello potrà tornare a posto riguadagnando ogni processo cognitivo e, per fare ciò, dovrà rivivere i restanti momenti di vita dei suoi antenati. Lo stesso Soggetto 16, confessa, è stato vittima dei paradossi del suo cervello. Non essendo però riuscito a risvegliarsi prima che il suo corpo fosse ucciso dalla Abstergo, questi è rimasto intrappolato sull’isola. Desmond decide quindi di riprendere la vita di Ezio lì dove l’aveva lasciata, nella speranza di potersi poi risvegliare.
Intanto nel passato, Ezio Auditore ha trascorso anni nelle vesti di Maestro Assassino, ricostruendo e fortificando la confraternita in tutta Italia. Egli è stato tuttavia turbato dall’incontro con Minerva, tanto da essere ancora alla ricerca della verità sul misterioso uomo chiamato “Desmond”, a cui la dea si era rivolta nella cripta rinvenuta al di sotto della Cappella Sistina. Sicché, nel 1510, alla veneranda età di 51 anni, Ezio decide di partire verso Masyaf, la patria di Altair, che solletica il suo interesse a causa di una lettera scritta da suo padre Giovanni, che accenna ad una biblioteca in cui è custodito un enorme sapere relativo i Frutti dell’Eden. Arrivato a Masyaf, ormai in rovina da secoli, non vi trova Assassini bensì Templari, che alla ricerca della biblioteca di Altair, vogliono rinvenire in essa la posizione di un misterioso “Grande Tempio”. Dopo una breve fuga, Ezio viene messo alle strette e catturato, ma riesce a salvarsi in modo rocambolesco poco prima di essere giustiziato. Uccide il capo del manipolo di templari, tale Leandros, e ruba a questi un diario appartenuto a Niccolò Polo, padre del più noto Marco. Questi, secondo i suoi scritti, era a conoscenza dei segreti della biblioteca, rivelatigli dallo stesso Altair, e ne nascose le cinque chiavi necessarie ad aprirne la porta in quel di Costantinopoli, quando si trovò a visitarla 300 anni prima.
Ezio si dirige quindi a Costantinopoli, e qui incontra Yusuf Tazim, Gran Maestro degli Assassini della città, anch’essa sotto il giogo dei Templari. Contemporaneamente conosce anche Sofia Sartor, una bibliotecaria veneziana che, innamoratasi della città, vi ha aperto una libreria. Stringe inoltre amicizia con il giovane Solimano, ben prima che questi diventi Sultano, e con l’amicizia derivante dall’avergli salvato la vita comincia a scoprire di più sulla difficile situazione politica della città dove, oltre alla guerra tra templari e assassini, vive lo scontro fra il sultano Bayezid e suo figlio Selim per il trono ottomano. Ezio aiuta Yusuf a riconquistare la città, mentre questi lo istruisce sui trucchi escogitati dagli assassini locali, e l’Auditore riesce pian piano a recuperare ben quattro delle chiavi necessarie ad aprire la biblioteca di Altair, scoprendo che esse altro non sono che artefatti (della medesima forgia della Mela dell’Eden) in cui sembrano contenute le memorie di Altair, relative per altro a momenti determinanti della sua vita in connessione al frutto dell’Eden. Ezio recupera quattro delle cinque chiavi, mentre la quinta resta in mano dei templari, che l’avevano già recuperata dalle fondamenta del Palazzo Topkapı, residenza del Sultano. Attraverso queste scopre di più sul passato di Altair, su quello che ne è stato di lui dalla morte di Al-Mualim, e della lunga vita che questi ha trascorso a Masyaf prima che un membro dell’ordine, tale Abbas, corrompesse la confraternita fino a “venderla” ai templari che la desideravano a causa della Mela.
Nel mentre scopriamo anche di più sulla vita di Desmond. Potendo questi interrompere quando vuole le sue sessioni nel passato, intuisce di avere accesso a frammenti dei suoi stessi ricordi, che può rivivere attraverso degli obelischi presenti sull’isola. Scopriamo quindi che Desmond è assassino dalla nascita, ed è stato allevato in una struttura contenitiva della congrega chiamata “La Fattoria”, in cui i giovani assassini vengono addestrati e cresciuti. Luogo da cui scappa in giovane età a causa della vita estenuante e dalla mancanza di prospettive. Cresciuto con un rapporto di amore e odio verso suo padre (l’uomo che inconsapevolmente lo ha salvato dal coma inserendolo nell’Animus), si trasferisce quindi a New York dove verrà rapito, dando inizio agli eventi del primo AC.
Ezio, intanto, è ancora intenzionato a recuperare l’ultima chiave e, forte del supporto di Solimano, comincia a indagare sui membri del palazzo del Sultano, ipotizzando che tra questi via sia un templare, e che il misterioso soggetto sia anche in possesso della chiave che gli manca. Erroneamente crede che il traditore sia il capo delle guardie giannizzere, Tarik Barleti e, come da copione, ne attenta la vita e lo uccide. Barleti è tuttavia innocente, ed anzi rivela al suo carnefice di essere stato intenzionato a distruggere i templari, la cui ombra, conferma, è ormai arrivata a palazzo. Infine, racconta all’Auditore che il pericolo si annida in Cappadocia, dove Manuele Paleologo, templare e ultimo erede di Costantino, sta radunando un esercito per attaccare la città e usurpare il trono. Ezio parte quindi per la Cappadocia dove uccide Paleologo, per altro possessore dell’ultima chiave, e scopre anche che il templare al palazzo, nonché artefice delle mire alla biblioteca di Altair, altri non è che il principe Şehzade Ahmet, fratello di Selim e zio di Solimano che, a conoscenza del possesso delle chiavi da parte di Ezio, decide di rapire Sofia Sartor (di cui intanto Ezio si era innamorato) per proporre uno scambio. Quando i due si fronteggiano e Ahmet offre la vita di Sofia in cambio delle chiavi, Ezio accetta e dopo aver messo la donna in salvo si lancia alla caccia del templare che alla fine raggiunge, mentre al cospetto dei due si palesa l’esercito del principe Selim, che nel frattempo è diventato il nuovo reggente dell’Impero Ottomano, avendo egli sconfitto suo padre, il precedente Sultano Bayezid. Selim scopre quindi le trame di suo fratello e, preso dall’ira, uccide Ahmet lanciandolo da un dirupo e riconsegnando poi le chiavi a Ezio che decide invece di risparmiare, conscio dell’amicizia che lega l’assassino a suo nipote Solimano.
Recuperate le cinque chiavi, Ezio si lascia accompagnare da Sofia a Masyaf onde finalmente aprire la biblioteca. In questa, tuttavia, non troverà alcun libro, ma solo una cripta in cui riposano i resti di Altair, delle cui sorti apprende di più tramite la sesta chiave che lo scheletro dell’uomo stringe ancora in mano. Altair, alla veneranda età di 92 anni si è fatto murare vivo da suo figlio assieme alla Mela, conscio dell’imminente arrivo dei templari a causa di Abbas, e per impedir quindi loro di entrarne in possesso. Rivissuto il ricordo e compreso il dolore che la Mela ha portato tanto a lui quanto ad Altair, Ezio decide infine di lasciarla dov’è e rivolgendosi direttamente a Desmond, pur non sapendo dove questi sia, ma capendo che in qualche modo può sentirlo, gli rivela di aver compreso di essere stato solo parte di un disegno più grande che, nonostante l’abbia inseguito per tutta la vita, non è riuscito a comprendere. Accetta così il suo fato e, ormai vecchio e stanco, nella cripta di Altair decide di mettere da parte la sua vita di Assassino per passare gli anni che gli restano in serenità. Ezio si allontana quindi assieme a Sofia e conclude la sua missione e il suo viaggio, lasciando che la cripta si richiuda con all’interno gli ultimi segreti custoditi da Altair.
Ricostruiti tutti i ricordi, Desmond si ritrova dunque al cospetto di Giove, terzo dei superstiti della prima civilizzazione, il quale gli narra delle sorti della sua razza quando si manifestò il cataclisma dovuto alla tempesta solare. Chiede dunque a Desmond di salvare l’umanità grazie al sapere contenuto in uno dei templi (probabilmente il “Grande Tempio” ricercato dai templari) che, secondo le coordinate attuali, si trova nella città di Turin, nello stato di New York. Completati i ricordi ed avendo ora tutte le informazioni che gli occorrono per salvare l’umanità, Desmond finalmente si risveglia dal coma sotto lo sguardo attonito dei suoi amici e di suo padre.
Per quanto riguarda Ezio, ritornato in Italia sposerà Sofia, con la quale avrà due figli, Marcello e Flavia. Morirà serenamente a 65 su di una panchina di Piazza Duomo a Firenze, secondo gli eventi raccontati nel cortometraggio Assassin’s Creed: Embers.
Assassin’s Creed III – 2012
Risvegliatosi dal coma alla fine degli eventi di Revelations, Desmond decide di recarsi a Turin, nel moderno Stato di New York, luogo indicatogli da Giove come sede di un tempio che potrebbe aiutarlo a salvare l’umanità. Il gruppo, a cui si è aggiunto a questo punto il padre di Desmond, William (Mentore dei moderni Assassini), raggiunge quindi il tempio senza troppe difficoltà, e in esso rinviene un luogo pieno di strani macchinari, nonché una porta a cui non riescono ad accedere. Qui, per altro, lo spirito di Giunone alberga tra le macchine e le luci, e sembra in grado di manifestarsi a Desmond (e solo a lui) per mezzo di proiezioni olografiche continue. A questo punto Desmond crolla a terra, di nuovo in stato comatoso, a causa di un nuovo shock subito dal suo sovraccarico cervello, e – nella speranza che anche stavolta aiuti – il gruppo di assassini lo reinserisce nell’Animus, dove in questa occasione vive le vicende di Haytham Kenway, suo antenato vissuto tra l’Inghilterra e poi nel Nord America nel XVIII secolo.
L’anno è il 1754, e durante un’esibizione all’Opera di Londra, Haytham uccide, con le stesse tecniche degli Assassini, un anziano di nome Miko, a cui ruba un medaglione che si rivelerà essere un manufatto dei Precursori con il quale Kenway potrà aprire un tempio situato in America. Il tempio è ovviamente lo stesso in cui si è recato Desmond nel presente. Il problema per Haytham è che questo si trova nei pressi di una colonia di nativi della tribù Mohawk, e volendo utilizzare la tribù per rintracciarne facilmente la posizione, decide di aiutarli nel combattere e uccidere il Generale Edward Braddock che, desideroso di “civilizzare” gli indigeni, vuole schiavizzare la tribù in nome del progresso. Fa quindi amicizia con la mohawk Kaniehti: io e, innamoratosene, con questa concepisce un figlio, Ratonhnhaké: ton, più tardi noto ai più come Connor. Conquistata la fiducia dei locali e rinvenuto, grazie al loro aiuto, il tempio, Haytham intuisce che il manufatto non è in grado di aprirne le porte. Si scopre quindi che Haytham non è un Assassino, bensì un Templare, e assieme a Charles Lee, William Johnson, Thomas Hickey, Benjamin Church e John Pitcairn deciderà di approfittare della loro presenza in America per espandere il potere dei Templari nel nuovo mondo.
Desmond a questo punto rinviene e, uscito dall’Animus, ha un litigio col padre William, nei cui modi riconosce la stessa disumanità di Kenway e dei templari. Concluso il litigio, Desmond deciderà quindi di tornare nell’Animus, e attraverso questo cercare di scoprire il segreto grazie al quale aprire la porta che, anche nel presente, è sigillata. Potrà comunque rialzarsi dall’Animus quando vuole, la qual cosa gli servirà poi per compiere, nel presente, certe missioni utili alla risoluzione dei misteri del tempio.
A questo punto la trama lascerà da parte Haytham, che prenderà il ruolo di villain, e si concentrerà sul figlio di questi, il mezzosangue Ratonhnhaké: ton, la cui infanzia verrà bruscamente segnata dagli scontri tra Francia e Inghilterra in quella oggi nota come “la Guerra dei sette anni”. Al fine di evitare alleanze tra i francesi e i nativi, George Washington ordinò quindi alle sue truppe di attaccare e distruggere i villaggi nativi. Tra i soldati vi è anche Charles Lee, militante inglese, che arrivato nel villaggio fu artefice della morte della madre di Connor, mentre questa cercava di salvare suo figlio dalle fiamme che distruggevano il villaggio. Spettatore impotente della tragedia, Ratonhnhaké: ton viene infine aggredito da Lee e compagni ma sopravvive, meditando vendetta contro gli aguzzini della sua tribù.
Autoisolatasi a causa dei sanguinosi eventi che si avvicendano nelle colonie, la tribù di Ratonhnhaké: ton risiede nei boschi per i successivi anni, cercando di ignorare pacificamente i coloni. Egli tuttavia vive male l’isolamento, e nel corso di una delle sue battute di caccia rinviene per puro caso un antico manufatto dei Precursori. Toccandolo, e di certo a causa del suo legame con Desmond, il mohawk ha una visione di Giunione, la quale praticamente gli ordina di unirsi alla locale fazione degli assassini per diventare il protettore di un tempio nascosto tra le sue terre, così da preservarne il contenuto sino all’arrivo di un predestinato (Desmond). Convinto che quello sia un segno dei suoi dei, e di essere stato in preda ad una allucinazione riguardante la strada che deve intraprendere per il benessere del suo popolo, Ratonhnhaké: ton abbandona la tribù e rintraccia con facilità un certo Achille Davenport, praticamente l’unico assassino americano ad essere sopravvissuto all’arrivo dei templari.
Davenport è stanco e disilluso, e inizialmente è restio a prendere con sé Ratonhnhaké: ton che, tuttavia, grazie alla sua caparbietà riesce a far breccia nell’ex-assassino sicché questi, infine, deciderà di addestrarlo. Achille è un anziano uomo di colore, che ha vissuto sulla sua stessa pelle i drammi del razzismo coloniale. Conscio che non ci sarà vita facile per il ragazzo mezzosangue, gli dà quindi il nome di suo figlio, Connor, così da evitare che il suo nome da nativo gli crei problemi nel corso degli anni a venire. Connor, difatti, dovrà spesso incrociare il proprio cammino con gli europei che hanno colonizzato quelle terre, e negli anni finirà per instaurare con molti di essi un rapporti di mutua utilità, finanche di amicizia. Desideroso di vendicarsi di Lee, Connor lascia che Achille lo addestri, ed a simbolo dell’inizio della sua guerra, pianta all’uscio della casa del suo maestro un’ascia di guerra, così come era di costume fare quando il suo popolo scendeva in guerra.
Dimostratosi irruente già all’inizio del suo addestramento, quando ebbe diverbi con i coloni in quel di Boston durante una commissione con Achille, Connor si lascia guidare dalla sua rabbia verso la sua guerra con gli assassini. Inizialmente cerca di agire da solo, ma poi capisce che per avere successo ha bisogno di rifondare, in qualche modo, la confraternita, sicché con essa potrà allentare la minaccia templare sulle colonie. Per far ciò recluta nuovi adepti e rimette in sesto una vecchia nave arenatasi nei pressi della villa di Achille, l’Aquila, al fine di combattere anche in mare le forze templari che attanagliano la costa, liberando così le rotte commerciali sotto il controllo della marina inglese, e riuscendo al contempo a difendere le coste coloniali. Dal 1773, anno in cui difese le coste di Martha’s Vineyard assieme al confratello Robert Faulkner, compì diverse spedizioni navali che lo portarono sino ai Caraibi dove, infine, trovò e distrusse Fort Phoenix, covo templare e sede del controllo navale di questi ultimi sulle acque coloniali.
A sfondo di tutto ciò Connor dovette anche fare i conti con la sempre più violenta guerra di indipendenza, nel tentativo delle colonie di ottenere la libertà dagli europei e, in particolare, dagli inglesi. Conscio che nei ranghi dei coloni c’è Charles Lee, che è addirittura a capo delle forze oppressive inglesi, Connor decide allora di aiutare l’esercito rivoluzionario capeggiato da George Washington con cui collaborerà in numerose occasioni di battaglia. Non solo, grazie alla sempre minore influenza templare, l’esercito di Washington riuscirà a portare allo scoperto persino Haytham, padre di Connor, sicché i due finiranno spesso per discutere animatamente delle loro diverse visioni del mondo, nello stesso modo in cui, nel presente, discutono Desmond e suo padre William. Tuttavia, a differenza dei due assassini moderni, i due Kenway non riusciranno a far coincidere le rispettive ideologie, e pertanto Connor ucciderà suo padre, rivelatosi addirittura Gran Maestro templare, alla fine di un acceso diverbio avvenuto nel corso di un attacco di Washington a Fort George, sede dei templari e del ramo dell’esercito di Charles Lee.
Ucciso suo padre e ritornato da Achille, Connor scopre che anche il suo padre putativo e mentore è ormai morto di vecchiaia e che questi gli ha lasciato in eredità sia la tenuta che le vesti di John de la Tour, il primo confratello ad essere giunto nelle colonie i cui abiti Achille aveva conservato per rispetto. Seppellito il suo mentore accanto alle tombe di moglie e figlio, Connor impiegò tutto il successivo anno della sua vita alla ricerca di Charles Lee, intanto insignito del titolo di nuovo Gran Maestro dei Templari. Rintracciatolo mentre questi conduceva la cerimonia funebre di Haytham Kenway, Connor tentò invano di assassinarlo, venendo scoperto, percosso e infine catturato. Liberatosi, ritrovò Lee solo tempo dopo in quel di Boston, città che per altro aveva già visitato insieme ad Achille, quando questi lo aveva accolto in casa, e dopo una breve fuga, infine, riuscirà a raggiungerlo ma non ad ucciderlo, la qual cosa avverrà solo ad un successivo incontro in una taverna a Canestoga.
Ucciso finalmente Lee e ritrovato sul suo corpo lo stesso medaglione che sapeva appartenere a suo padre, Connor fa ritorno nel suo villaggio, scoprendolo tuttavia vuoto. Pur dopo i suoi sforzi e i sacrifici, Connor capisce che la mentalità razzista dei coloni non è cambiata, e che nonostante questi siano andati via lasciando spazio ai rivoluzionari (che intanto hanno, di fatto, fondato la prima bozza degli Stati Uniti D’America), questi ultimi si comportano allo stesso modo dei loro predecessori, tanto che la comprova è il suo stesso villaggio, i cui abitanti sono stati coattamente scacciati per poter vendere i terreni a causa dei debiti contratti in guerra. Tra le macerie delle abitazioni rinviene tuttavia lo stesso manufatto che aveva ritrovato anni prima, e che gli aveva dato le visioni di Giunone, da lui identificata come “La Grande Madre” che avrebbe dovuto vegliare sul destino della sua tribù. Al cospetto della dea che di nuovo gli si manifesta, Connor la rimprovera per le sorti della sua tribù, rammaricandosi di aver combattuto per nulla. Giunone tuttavia lo ignora, e con un ultimo imperioso ordine gli affida il compito di seppellire l’artefatto, la chiave del tempio, in un luogo dove solo “il prescelto” avrebbe potuto trovarlo. In dubbio sul da farsi, e senza alcuna idea di chi sia il prescelto, Connor decide infine di seppellire la chiave nella tomba di Achille Davenport.
Intanto all’esterno anche Desmond si è dato da fare per la causa. Viaggiando tra diverse località ha recuperato da queste vari manufatti per riavviare i dispositivi energetici che regolano le macchine del tempio con cui, secondo i suoi piani, salverà l’umanità. A mettergli i bastoni tra le ruote i templari invieranno però Daniel Cross, spia che, con successo, era riuscita ad uccidere il mentore degli assassini nel 2000, gettando l’ordine nel caos in cui versava all’arrivo di Desmond. Riuscendo a rapire con successo William, Daniel obbligherà Desmond a tornare nella stessa struttura Abstergo in cui egli stesso era stato rinchiuso, ed in uno scontro rocambolesco, complici le abilità acquisite per osmosi dai suoi tre antenati, riuscirà infine ad uccidere Cross ed a salvare suo padre, usando i poteri della Mela anche per uccidere Warren Vidic che, diverso tempo prima, aveva ordinato la sua cattura e segregazione.
Ora, in possesso di tutte le informazioni necessarie ad aprire il tempio e ormai definitivamente in pace con suo padre, Desmond e i suoi compagni si recano alla tomba di Achille Davenport dove ritrovano la chiave seppellita da Connor. Aprendo con essa la porta del tempio di Turin, rinvengono quindi un piedistallo la cui attivazione da parte di Desmond, secondo Giunone, salverà il pianeta dall’imminente eruzione solare. Mentre le sorti sembrano ormai segnate, a interrompere Desmond appare Minerva, la dea che aveva incontrato per mezzo di Ezio all’interno dei ricordi di quest’ultimo. Questa rivela ai presenti che Giunone è in realtà malvagia, e che da sempre ha cospirato affinché le azioni di Desmond la aiutassero nella conquista del mondo e nella morte del genere umano, giudicato da lei come la causa della fine del suo popolo. Scopriamo quindi che Giunone è sopravvissuta ai tentativi di Minerva e Giove di ucciderla, ma questi erano riusciti a intrappolarla in quello stesso tempio, così che non potesse evaderne. Le azioni di Desmond, dunque, non hanno fatto altro che liberarla dalla sua prigionia ed a nulla sono servite per salvare l’umanità. Anzi, Minerva spiega a Desmond che la tempesta solare è necessaria e che i sopravvissuti dovranno essere guidati dallo stesso Desmond, il profeta, per la fondazione di una nuova era dell’umanità. Ciò terrà Giunone in trappola sebbene si correrà il rischio che tra millenni il credo professato da Desmond venga distorto, come già era successo a ciò che era stato professato da altri profeti, creando una possibilità che il ciclo si ripeta comunque. In ogni caso, afferma Minerva, solo Desmond può decidere il da farsi, poiché la macchina che potrebbe salvare il mondo può essere attivata solo dal suo DNA in cui è inclusa una traccia dei geni dei precursori. Attivando la macchina e salvando tutti gli esseri umani, inoltre, non solo Giunone sarà libera, ma a causa dell’energia rilasciata Desmond morirà.
A questo punto Desmond si trova a dover decidere se lasciare che il mondo sia colpito dall’esplosione solare, diventando la guida di un’umanità che in un lontano futuro potrebbe ricominciare il ciclo da capo, o se spezzare il ciclo e, salvando il mondo, liberare Giunone che potrà quindi trovare un modo per sottomettere la Terra. Ormai Assassino di nome e di fatto, Ezio dice a Minerva che si sacrificherà volentieri e che crede che l’ordine di cui fa parte riuscirà a fermare la dea, sicché – desideroso di salvare l’umanità, e non prima di aver detto addio ai suoi amici (che invita ad abbandonare il tempio) – poggia la mano sul piedistallo e attiva uno scudo attorno al mondo con cui fronteggiare l’ormai giunto cataclisma solare.
La Terra viene così salvata, Giunone liberata e, come profetizzato da Minerva, Desmond muore a causa del contraccolpo energetico. Giunone torreggia sul cadavere di Desmond, complimentandosi per come questi ha efficientemente interpretato il suo ruolo di pedina, e poi sparisce senza lasciare traccia. Lo stesso cadavere di Desmond, spirato da solo all’interno del tempio, e salvatore di un’umanità che non gli darà alcun riconoscimento, verrà ritrovato, circa 15 ore dopo, da due agenti Abstergo che decideranno di prelevarlo per motivi ignoti.
Dopo i titoli di coda assisteremo, infine, all’epilogo della storia di Connor. Ereditata la villa di Achille, brucia tutto quel che riguarda la sua caccia all’ordine, e gli stessi abiti da Assassino che Achille custodiva in gran segreto. Si reca quindi nel patio della dimora e stacca da una delle colonne un tomahawk che, simbolicamente, lì aveva piantato per dare inizio alla propria guerra. Va infine a New York dove, con la partenza dell’ultima nave inglese, assiste – di fatto – alla nascita degli Stati Uniti d’America.
Triste per il fallimento della propria missione di salvezza verso il suo popolo, ed anzi conscio di aver contribuito all’inizio della loro fine aiutando i ribelli a rivendicare l’indipendenza americana, non tornerà più alla sua tribù. Grazie ad informazioni secondarie estrapolabili dai titoli successivi, scopriamo che Connor morirà da solo molti anni dopo. Sposatosi con una americana, ebbe da questa diversi bambini. Lasciato dalla moglie che decise di tenere i figli con sé, morì nella più completa solitudine per cause ignote.