Gabriel’s Bizarre Adventures: Lucca Crusaders

luccacomicsIl terzo capitolo delle mie fantastiche avventure coincide con il terzo capitolo della celeberrima serie “Le bizzarre avventure di JoJo”, che è quella che ha fatto decollare la popolarità della serie e di cui sta uscendo ora l’anime. Questo è incredibilmente adatto che rispetto alle precedenti, questa avventura è tre gradini sopra in fatto di gabrielaggine e pura quantità di materiale. Ma andiamo con ordine. Mesi fa Il Boss mi telefonò, o io telefonai lui non ricordo (se l’ho fatto io è perché lui mi disse di telefonare però… boh). MESI FA IL BOSS SI MISE IN CONTATTO CON ME MEDIANTE TELEFONO CELLULARE. Non ricordo bene la conversazione parola per parola ma quello che conta è il succo. In sostanza mi chiese se avessi intenzione di andare al Lucca quest’anno. Ora, essenzialmente io sapevo già in anticipo che non ci sarei andato, dato che sto un po’ stretto con i soldi e avevo recentemente speso un po’ (magari per voi è poco), per andare a Como a fare la gara di Kendo che si sarebbe tenuta lì.  Sono arrivato ai quarti alla mia prima esperienza competitiva seria e quindi mi sento figo, ma sto divagando. Non sto qui a raccontarvi dettagli inutili, alla fine un modo per andare a Lucca si trova sempre. E non pensate a male eh! Fatto sta che insieme ad altri membri del collettivo Stay Nerd, la mia partecipazione alla fiera diventa sempre più probabile. Il tempo passò veloce senza che io sapessi per certo se fossi libero in quei giorni, ma alla fine mi dissi fuck it, let’s Lucca. Così arrivò il giorno della partenza. Chi mi conosce sa che sono peggio di un nottambulo, dato che tra cazzeggio ed altre attività, prima delle tre di notte non vado a nanna. Quindi potete immaginare il dramma di infilarsi prima di mezzanotte nel caldo lettuccio, col pigiamone di pile nel lettone col piumone e la sovra copertina. Per la cronaca qua dove abito fa un freddo cane. Dopo 43 secondi già russavo. Prima di descrivere il mio viaggio, risponderò a una domanda che mi viene fatta molto spesso: Ma dove cavolo abiti Gab? Se vi dicessi Pennabilli probabilmente non vi direbbe molto, ma per aiutarvi di dirò che è il paese di Tonino Guerra.

Tonino_Guerra E sì, GIANNI è una persona esistente. E no, l’ottimismo non è il profumo della vita, Tonino stava poco simpatico a parecchia gente ma come tutte le cittadine siamo delle gran zoccole in fatto di turismo. Pennabilli si trova a un’ora da Rimini, a un’ora da Cesena, a un’ora da San Marino, a un’ora dall’Ipermercato Rubicone. ‘Na gioia insomma. Per andare a Lucca la prima cosa che viene in mente è “Vai a Rimini, prendi il treno e bona”. Qui vi sbagliate, cari miei staynerdiani. In quel modo il viaggio avrebbe superato le ore e avrebbe avuto qualcosa come quattro cambi, per il costo di quaranta e passa euri. Il modo migliore per me è quello di prendere la macchinina, valicare l’Appennino e andare ad Arezzo. Durata del viaggio? Indovinate (spoiler: un’ora). Parto alle cinque di mattina con due gradi sotto zero con il mio giaccone, arrivo alla stazione ed aspetto il treno al binario. Ok, non arriva. Si aspetta, passerà al volo, mi dissi. IL TRENO È IN PARTENZ-COSA? Con l’attenzione adrenalinica di una marmotta furettata guardo lungo il binario, notando solo in quel momento la presenza del treno sul binario, dal lato opposto rispetto a dove stavo io. Era un treno così corto che faceva solo capolino all’inizio del binario, invece che percorrere tutta la lunghezza della passerella principale. In quel momento divenni IL veloce. Sono cicciotto, ma sono un bravo scattista dato che cose del genere mi succedono svariate volte con qualunque mezzo.

Musashi
Grazie al Libro dei CInque Anelli potrò cambiare il mio nome in Gab il Samurai

Salito sul treno pescai la mia copia del Libro dei Cinque Anelli dallo zaino e mi misi a leggere. Più che altro perché non dovevo addormentarmi, altrimenti ero fottuto. Mi concentrai brutalmente sul non addormentarmi come se Freddy Krueger stesse aspettandomi oltre il velo del pisolino per farmi cose non propriamente legate all’omicidio con il suo guanto. Ci riuscii ed arrivai alla coincidenza, dove diventai nuovamente IL veloce per prenderla al volo. Stavolta non era colpa mia, il treno era proprio dall’altro capo della stazione di Firenze SM Novella e il mio treno aveva scazzato di cinque minuti. Lì finì la parte facile del viaggio. Chi è andato a Lucca in treno sa che l’andata è un inferno, ma è facile capire quale sia il proprio treno: basta seguire i cosplayers. Così appena notato un bastone di Jack Frost mi buttai dentro. Quasi rimbalzai fuori da quanto era pieno e mi ritrovai schiacciato tra cosplayeresse e vecchi incazzati per l’esistenza del Lucca Comics. Come non dovrebbe mai accadere in un paese civilizzato ma come ovviamente accade visto che non lo siamo, il treno si sovraccarica di persone, quindi dopo un po’ di viaggio ci fanno scendere ad una stazione per salire su di un altro. Anche il secondo era  sovraccarico… fino a che uno dei capistazione ci venne a dire le magiche parole: “La carrozza in fondo è vuota”.

Treno

Sono corso rapidamente verso l’ultima carrozza, vuota sul serio. Mi siedo e attendo… ma il treno non parte. Con un sospiro carico di tutta la misantropia che Dr. House ha essudato durante la sua carriera, guardo dalla porta vedendo se c’è qualcuno che deve ancora salire. Nada, ma incontro nuovamente il gentile capostazione che chiacchiera con noi, dicendo che nonostante abbia avvertito altri della carrozza vuota, nessuno si è mosso. Se state leggendo questo articolo e non vi siete mossi quando vi è stato detto della carrozza vuota  sul vostro viaggio da FSMN a Lucca, mi dispiace per voi. Ho avuto un sedile per lo zaino, uno per il giaccone e uno per la felpa sotto il giaccone. Ad un certo punto sentii odore di gomma e metallo roventi, per poi vedere del fumo dalla finestra. Per qualche sadica legge divina, la carrozza aveva preso fuoco o qualcosa del genere. Arretrando con la forza di mille NOPE mi allontanai dal corridoio e attesi che sistemassero tutto. Trenitalia, la vostra capacità di sottovalutare il Lucca Comics ogni singolo anno fa tenerezza. Alla fine il treno partì ed arrivai alla fermata prima di Lucca, dove Raffaele mi aveva chiesto di scendere. Questo articolo sta diventando un dattiloscritto incredibilmente lungo e non sono ancora arrivato a Lucca. Prendetevi qualcosa da mangiare che qua ce n’è di roba da dire.

Finalmente a Lucca…

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Gabriele Cuggio e Stella di Davide

Giunto a destinazione, mi sono unito ai miei colleghi che erano già lì: Massimo, Raffaele, Sara, Davide e Pasquale. E sì, siamo in tanti cari staynerdiani. Nonostante il caos arriviamo a Lucca intorno l’una-le due. Almeno credo. Boh. Avevamo molti piani per il Lucca Comics, varie interviste da fare, il contest da spingere, gente da infastidire. Come primissima cosa siamo corsi tutti al Games, per provare alcuni giochi (titoli di cui avremo ricchi hands on sul nostro portale). Insieme, girando per la fiera, abbiamo avuto la possibilità di vedere due giochi italianissimi supportati dal Crowfounding sempre italiano di Eppela: Doom And Destiny Advanced e Supercanemagic ZERO. Il secondo è il gioco fatto da Sio, un nome che è tutto un programma. Il primo è un RPG vecchissimo stile con tanto di ATB (le barre che si riempiono per decidere i turni) ma con molte meccaniche interessanti e la promessa di un construction set per creare avventure parallele e DLC gratis continui. D&DA (eh eh) lo comprerò quasi sicuramente, ha umorismo e il sistema di gioco dei vecchi Final Fantasy che a me piace più proprio che tanto.

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Ho provato anche Dead Island 2, ma per qualche ragione il personaggio era in una spelonca e non avevo la più pallida idea di che fare, non trovavo niente che permettesse di andare avanti quindi sono passato oltre. Chiamatemi nabbo ma non sono riuscito a farci niente. Mi sono buttato anche su Alien: Isolation, per uno sfizio personale e anche perché per qualche arcana ragione mi ero dimenticato fosse già uscito e recensito. Dopo l’avventura videoludica io e Massimo siamo andati verso la zona dei giochi da tavolo, dove incuriositi dal gioco del Piccolo principe lo provammo. Siamo riusciti a fare solo qualche turno prima che Raffaele mi telefonasse dicendomi di raggiungerlo allo stand di League of Legends. Lì mi venne affidata la mia prima missione: andare a intervistare Davide La Rosa, lo scrittore di Prussiani contro Alieni, fumetto dal titolo molto esplicativo con elementi steampunk che purtroppo non è riuscito a partire con il crowdfounding. Dov’era? Alla Self Comics Area, nello stand del Coffe3 Studio, di cui abbiamo già fatto un articolo su Lumina (di cui dovete assolutamente vedere i disegni dal vivo). Scappo dal Games seguendo la strada per l’uscita, e li mi imbatto nel solito spettacolino della calca alla bancarella del ramen. Ora, capisco che è per il sapore di oriente, ma ho sempre ritenuto il ramen istantaneo eccessivamente glorificato, e penso che molta gente lo mangi semplicemente perché <3 Japan, piuttosto che per il sapore. Poi vabbé, non l’ho mai assaggiato in questi anni sempre per colpa della calca, forse cambierò idea l’anno prossimo. Uscito dal recinto metallico corro lungo la via principale, passo per il cortile del palazzo ducale e raggiungo la self comic area, per scoprire che c’era stato un disguido e l’intervista era sabato, non venerdì. Ok, nessun problema.

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Avendo del tempo libero, mi sono dedicato alla mia missione secondaria: Promuovere il contest fotografico con i cosplayers. Gli sguardi di tutti si illuminavano  quando spiegavo loro del premio. La lucina della speranza. Molti hanno risposto con grande entusiasmo e gli voglio bene. Sul mio cammino incontrai tanti tipi diversi di cosplay. La stragrande maggioranza erano ragazzi e ragazze che si erano vestiti da personaggi di League of Legends, superando in numero i cosplayers di – inserire anime del cazzo che va di moda al momento – rispetto gli altri anni. C’era anche un numero inaspettato di Cavalieri dello zodiaco, mentre i soliti idioti con i cartelli free qualcosa imperversavano. Mentre mi dirigevo verso lo stand Warner, incrociai due con la maschera di Guy Fawkes con scritto V per Vegano. VE MAGNO L’ALBERO GENEALOGICO!! Per il resto ho girellato fino a quando non è stata ora di ritrovarsi con gli altri allo stand Panini per l’intervista al miticissimo Mike Deodato Jr.

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Chi è? Quello che disegna così, ecco chi è!

Lì abbiamo avuto un attimo di panico perché era sparito e non si sapeva dove fosse, tuttavia Raffaele lo ha preso al volo in un altro stand e lo ha intervistato, donandogli anche la nostra fantastica maglietta griffata. Su questa e sulle altre interviste avrete altre info direttamente quando le pubblicheremo. La nostra giornata di lavoro era finita, ma avevano una festa in programma più tardi. Quindi ce ne siamo tornati a casina a riposarci un attimo e a cazzeggiare, prima di decidere che fosse ora di mangiare. Tra una curva e l’altra ci ficcammo in una trattoria vicino casa perché eravamo riusciti a fare tardissimo. Abbiamo mangiato bene e cazzeggiato così forte da infastidire l’intera clientela, ma fottesega. In un anno ci avranno dimenticati, spero. Arrivati qualcosa come un’ora di ritardo alla festa, in onore del progetto Lumina, ho avuto il piacere di incontrare Emanuele Tenderini, la mente artistica dietro quel fumetto psichedelico. Per il resto per me la serata fu abbastanza astemia, dato che ci andai più per public relations che per bere. Anche perché non essendo familiare col concetto di consumazioni pensavo di stare pagando solo il biglietto di ingresso. Per questo mi ritrovai Davide e Pasquale che occhieggiavano il mio fogliettino della consumazione come un bulldozer guarda un edificio pericolante: una inevitabilità che può solo accadere prima o poi. Alla fine l’ho smollato a Davide. Al momento di tornare indietro ci siamo quasi persi, e abbiamo scarpinato fino alle due passate. Il mio primo pensiero appena tornato a casa fu di farmi una doccia: era necessario al mio equilibrio psicofisico e al mio pigiamone di pile, perché infilarselo da sporchi crea una combinazione con l’elettricità statica creata dallo sfregamento con la peluria del corpo che te lo INCOLLA alla suddetta peluria, ed è spiacevole. Nel sabato del destino ci svegliammo alle otto e mezza. Davide ha dormito in stanza con me e si è subito sia il mio russare sia il fatto che come sveglia sul cellulare io tenga Glass Shatters dei Disturbed.

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La mia teoria è che una sveglia deve essere traumatizzante nei primi tre secondi, impedendo al tuo cervello rincoglionito di adattarsi a cose come un ritmo crescente o costante. Il primo secondo è tutto, deve essere tanto brutale da farti balzare. Davide mi è sembrato abbastanza traumatizzato. Tuttavia quel sabato mattina fu segnato da altre difficoltà tecniche. Per qualche motivo la presa non aveva funzionato e il mio cellulare non si era caricato per NIENTE, ritrovandosi al 2%. Proprio il giorno in cui mi serviva per registrare l’intervista a La Rosa. Per fortuna Raffa aveva un tablet da prestarmi. Come ho appena detto, era il sabato del destino. C’era la fila per entrare nella fila per avere i braccialetti, però ci hanno dato una Red Bull gratis. Anche quella mattina la prima cosa da fare per me fu andare al Games, dato che ero libero fino all’ora dell’intervista, così ci andammo tutti, visto agli altri prodi inviati di Stay Nerd spettava l’intervista con gli sviluppatori di Arkham Knight. Purtroppo mi sono dovuto fare tre quarti d’ora in una fila che cominciava da DENTRO IL TUNNELINO VICINO AL PALAZZO DI GIUSTIZIA CRISTO SANTO. Ad un certo punto c’era una transenna che era un punto di non ritorno per impedire ingorghi o altro in quella zona… ovviamente aprirono un secondo ingresso dietro la transenna DOPO che io l’avevo già attraversata. Le bestemmie lì si sprecarono. Dopo interminabili sofferenze e invasioni del mio spazio personale (cosa a cui mi sarei poi abituato nei prossimi giorni), entrai nell’area Games. Corsi allo stand di The Witcher 3, che alla fine rivelò solo 10 minuti di video di gameplay. Tale video era un loop di 40 minuti e io beccai proprio il nuovo inizio, che mi permise di guardare per cinque minuti i dettagli del culo del cavallo di Geralt mentre si dirigeva verso la  città e le cose interessanti. Molto lucido e sodo direi.

Tempo di evolversi…

lucca 3Uscito dal castellino di compensato che era lo stand andai a quello di Evolve. Una fila assurda, di cui racconterò le specifiche qui per non allungare il brodo nel mio Hands On. In quella fila penso di aver rivalutato la mia intera esistenza ed essere sconfinato nella depressione. Si entrava in cinque alla volta per dieci minuti di gioco, e mentre può sembrare poco lì in quella fila diventò una eternità. Continuai ad avanzare nella fila mentre nella mia testa si ripeteva in loop Mad World di Gary Jules assieme al mantra “voglio tornare a casa, voglio tornare a casa”. Arrivato alla fine della fila feci una orribile scoperta. Come già detto si entrava in cinque alla volta, ma ero l’unico coglione ad esserci andato da solo. Quindi gruppi su gruppi mi passarono davanti fino a che l’accumularsi di detriti della marea non portò a formarsi un party completo e così riuscii a giocare.

Finito con Evolve dovetti uscire subito dall’area Games per incontrarmi con Davide. Il mio cellulare era scarico quindi ci eravamo dati appuntamento in un posto preciso dato che altrimenti non c’era modo di contattarci. Ero essenzialmente un Dark Templar di Starcraft, disconnesso dal campo telepatico che unisce tutti i protoss nella Khala. Dovevamo ritrovarci dalle parti di piazza Napoleone, e ci abbiamo messo qualcosa come mezz’ora, dato che ignoravo l’esistenza de LA TESTA GIGANTE DEL GIGANTE DI SHINKEGI NO KYOJIN CHE CAZZO CI FA QUELLA LI COME CE L’HANNO MESS-ah è gonfiabile, ok. Trovato Davide abbiamo girellato un po’ i tendoni e gli stand, poi abbiamo raggiunto gli altri. Poi ci risiamo separati e io sono tornato alla self comic area, praticamente facendo l’inverso della strada appena fatta. Il tutto con il fiume di gente che c’era sabato. Chi c’è stato a Lucca sa di cosa parlo, livelli inumani di gente nelle stradine costruite in tempi in cui la preoccupazione maggiore era di non morire di fame o freddo, inadatte al volume di carne umana che scorreva in esse. No ma sul serio, la folla di sabato e domenica aveva raggiunto livelli assolutamente ridicoli, gente che comprava il biglietto e non riusciva ad entrare in nessuno stand a causa della fila. Ma che oh, scherziamo? Non possiamo fare come il Comic-Con americano che è a numero chiuso?
L’intervista comunque è andata bene. E sono meravigliosamente certo che io sia stato brillante e suadente perché è il momento prima di ascoltare la registrazione della intervista. So che funziona, ma non mi sono ancora veramente ascoltato e preferisco rimandare la cosa il più possibile (tanto non si può, ho una scadenza anche per quello).

Dopo l’intervista sono andato dritto alla villa di Assassin’s Creed, dove io e Davide dovevamo provare rispettivamente Rogue e Unity. Davide era lì ad aspettarmi già stanco del mondo, avendo già fatto tutto passando avanti alla MEGA fila con il pass da stampa, mentre io mi misi a distribuire adesivi e spillette e a spammare fisicamente il contest. Spiegandolo ad un Marty e Doc mi sono impappinato completamente tre o quattro volte. Dando una chance all’idea di usare il pass di Davide, riuscii ad entrare nella villa. Volete dettagli? Indovinato, Hands On.

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Una volta fuori ripresi a spammare il nostro contest scorrendo l’intera fila che era così lunga e articolata da sembrare l’endgame di SnakeIntanto Davide scoprì che c’era fila per OGNI cosa di Lucca, infatti ero convinto che i vegani lo avessero rapito per convertirlo ad uno stile di vita farlocco mentre andava al bagno, tanto ci stava mettendo. A quel punto il buio e il freddo erano calati, e la nostra giornata di lavoro era tecnicamente finita. Visto che era l’ultima notte che avremmo passato insieme ci organizzammo ad un negozietto per preparare la nostra cenetta in casa. Una volta preso materiali e un dolce, rimaneva solo da portare tutto alla macchina, che per dirla finemente, era in culo a Lucca, in una posizione di cui non si era completamente certa. In quel momento andai in follow come ai bei tempi di World of Warcraft, combattendo la fame che stava attanagliando i miei compagni d’arme mangiucchiandomi le punte della barba. Arrivati a casa i presupposti per una bella serata c’erano tutti, a parte il sugo pronto che non sapeva di un cazzo di nulla. Le bruschette al paté e olive sono uscite molto bene però. Abbiamo riso moltissimo durante la cena, soprattutto per gli exploit e le perle di saggezza proferite da un Davide leggermente alticcio. Per il resto c’erano i classici discorsi di misantropia post folla di Lucca. In questi frangenti do il meglio di me.

Tipica folla lucchese... quando va bene
Tipica folla lucchese… quando va bene

Quella notte ce ne siamo andati a dormire tranquilli e ci siamo riposati ben bene, dato che erano due giorni che CAMMINAVAMO COME ANIMALI HO PERCORSO DUE VOLTE L’INTERA ZONA DENTRO LE MURA E HO ANCORA LE GAMBE SFATTE MENTRE SCRIVO QUESTO. Dicevamo. L’unica cosa che dovevo fare domenica era (a parte fare pubblicità come al solito) intervistare Fabiano Ambu, un artista. L’appuntamento era per le undici e trenta. A posto, mi era stato detto che era un illustratore Bonelli quindi sono andato al loro padiglione, ma lì mi hanno risposto “eh?”. Dedussi che non era lì. Incontrato Massimo, io e lui ci siamo affrettati all’info point, dove ci è stato detto che poteva essere in due posti: o alla Star Comics o al Games. Io e Massimo sfanculammo immediatamente l’opzione Games perché no, non ci saremmo tornati, quindi andammo a vedere alla Star Comics. Apparentemente sono anni che non collaborano più, ok, va bene. Massimo a quel punto prese in mano il programma e lo sfogliò, trovando Ambu dove gli altri che avevano già cercato tre volte in due giorni non avevano trovato: al palazzo Junior, dove l’anno prima c’era il Japan Palace. Precipitandoci in una lunga marcia forzata, io e Massimo arrivammo alla stanza dove Ambu si trovava per un workshop coi bambini, per scoprire che era troppo tardi. E che cazzo. Almeno il Lucca Comics stava facendo bene alle mie gambe muscolose e toniche di cui vado tanto fiero. Every day is leg day ragazzi, non fate solo pesi. Per Stay Nerd una delle cose da fare domenica era intervistare Chef Rubio al palazzo ducale, che onestamente non ho idea di chi sia: non guardo la tv seriamente da prima della maturità, a parte quando guardo Gumball mentre sono dalla nonna. Intanto che si aspettava che arrivassero Raffaele e Sara, io me la svicolai un secondo nella sala delle mostre, dove in una delle stanze erano appese le tavole di JoJolion. Avevo già letto tutte le parti mostrate, ma lo stile di Araki è sempre una gioia. lucca 5Un attimo di digressione: forse vi starete chiedendo perché non parlo di bancarelle, della merce mostrata o magari dei film proiettati: la risposta è una domanda. Come cazzo era possibile farlo se a malapena potevi muoverti dentro e tra gli stand? Sul serio, ho visto pochissimo dell’oggettistica del Games e NULLA dei fumetti, sono a malapena riuscito a comprare Ratman mentre si aspettava l’intervista a Deodato. Tornando al discorso principale, uscito dalla mostra scoprii che l’intervista era saltata, visto la marea di gente che smaniava per lui. A quel punto io avevo finito le cose da fare, mi rimaneva solo dare spille e adesivi. Prima fu provato il sistema di accattonaggio 1: andare in giro a chiedere se le volessero, poi il sistema 2: sedersi sugli scalini col cartello e sperare che la gente fosse interessata. Nulla per entrambi. Il successo si trovò nel metodo 2.41: uscire dal cortile del palazzo ducale, mettersi a lato della strada con le spille in una mano e adesivi nell’altra, a mostrare il prodotto senza dire nulla. La mia idea era che se la gente voleva i nostri gadget, li avrebbe presi. E fu così, le spille andarono via come il pane, costringendomi a riempirmi le mani più volte. Quello fu un momento di soddisfazione, perché le nostre spille sono parecchio fighe.  Da qui in poi non è successo nulla di veramente interessante, ho incontrato i miei cari amici dopo che ci inseguivamo da due giorni, ma non c’è nient’altro che riguardi la pagina in sé. Dato il tremendo casino coi treni fui riportato a Firenze SM Novella, dove partii diretto per Arezzo dopo aver salutato tutti ed essermi buttato fuori dall’auto perché i semafori mi stavano facendo far tardi. E anche il treno di ritorno era scassato. FUCKFUCKFUCKFUCK!
In conclusione, bisogna riflettere un momento su questo Lucca Comics. Caotico, rumoroso, affollato fino a sfiorare l’immobilità fisica. Da un lato è comprensibile che oltre un certo limite è impossibile controllare una tale fiumana di gente, ma dall’altra bisogna impuntarsi su certe cose. La struttura del Lucca Comics in sé è fallata, con la sua crescente popolarità ogni anno le mura sono sempre meno capaci di contenere il tutto. Ci sono enormi spazi verdi attorno alle mura e nessuno li utilizza, perché non buttare qualche stand lì, per facilitare la circolazione delle persone, costrette a sgomitare in piccolissime viuzze?

Il Lucca Comics è un ritrovo per molta gente con molti interessi, ma con questo andazzo può solo trasformarsi in qualcosa di gretto, una fatica necessaria una volta all’anno per avere del merchandising o delle firme da un qualche autore, perdendo il suo spirito originale. Pensate al natale, al suo significato recondito di amore e pace per il mondo, trasformato in un tram tram di gente che si scanna per poter comprare il nuovo regalo ai propri figli o parenti. Anzi, riflettiamo. Il Lucca Comics sta trasformandosi nel fottutissimo Black Friday italiano! Bisogna assolutamente evitare certe cose, bisogna organizzare meglio la disposizione di TUTTO!
Non potete chiedere a dei ragazzi, che magari stanno morendo dentro il cosplay che hanno fatto spendendoci tempo e fatica, di restare in disparte alle porte delle mura e non vedere per niente la fiera per colpa del tappo di gente.

Io ricordo il mio primo Lucca Comics, avevo 16 anni. Non era affollato come ora, è stata una bellissima esperienza e solo dentro gli stand dei fumetti ho fatto un po’ di pogo con altre persone. Non sto dicendo che la gente deve starsene a casa e lasciarmi girare il Lucca Comics in tranquillità, tutt’altro! Sto parlando della città, dei servizi e dell’organizzazione, devono darsi una svegliata e rendersi veramente conto del magnitudo di quello che stringono tra le mani, prima che scoppi distruggendo un importante avvenimento italiano.
Non lasciate che Lucca Comics and Games diventi la fiera del baratto del coglione.