Disturbati e disturbanti

Verrà un giorno in cui ti accorgerai che la vera storia breve e senza pietà è quella della tua vita“. Con questa simpatica e inquietante frase si fa la largo la quarta copertina del volume Storie brevi e senza pietà, edito da Panini Comics e realizzato da Marco Taddei e Simone Angelini. Del resto, basta conoscere un minimo gli autori per sapere di cosa stiamo parlando. Ovvero, di temi, situazioni e risvolti surreali, inattesi e, soprattutto, spiazzanti che potete trovare in una raccolta di novelle a sfumature dark, nere e black humor creata da una coppia che negli anni ha continuato a regalare soddisfazioni e che proprio qui hanno cominciato il loro, straordinario percorso. 

Un’intervista con la morte. Una mosca particolarmente affamata. Persone che spariscono senza motivo. Morti improvvise. Teste di cartone. Un volantino voluto dai più grandi leader mondiali. L’ultimo dinosauro. Ruotine infernali. Bacherozzi. Orrori e bizzarrie di ogni genere stese su tavole e tavole in un ammorbante bianco e nero. Come la vita di tutti i giorni. Siete sicuri di voler procedere con la lettura? Beh tanto, che lo facciate o no, alla fine morirete lo stesso.

Dal 2012, quando iniziarono la loro sorprendente collaborazione, Marco Taddei (Vasto 1979) e Simone Angelini (Pescara 1980) ne hanno fatta di strada a colpi di ovazioni e riconoscimenti. Prima con Anubi, uscito nel 2015 per Grrrz Comic Art Books, capace di guadagnarsi l’apprezzamento simultaneo di critica e pubblico (cosa sempre più difficile) e di portare a casa ben due “statuette”: quella per il miglior fumetto italiano dell’anno al Napoli Comicon, assegnato dai lettori di RepubblicaXL, e nel 2016 il premio Carlo Boscarato sempre per il miglior fumetto al Treviso Comic Book Festival. Un plauso crescente confermato nel 2017 da Malloy – Gabelliere Spaziale, una picaresca, allucinata e parodistica avventura spaziale che mette nel mirino la società contemporanea, pubblicata da Panini Comics. E proprio la Panini, visto il successo apparentemente inarrestabile di questo tandem creativo, ha deciso di riportare in librerie e in fumetteria la loro prima opera, in una cartonata e pregiatissima edizione definitiva. Storie brevi e senza pietà, sbarcato a novembre, raccoglie i racconti, rivisti e corretti, che nel 2012 fecero conoscere i due autori nel calderone del fumetto italiano e che, soprattutto, consentirono ai due di affinare uno stile e una sintonia che poi li ha portati alla realizzazione dei successivi capolavori. Rileggere questa raccolta alla luce di quello che è stato dopo fa una certa impressione, specialmente per come le prime avvisaglie di quella poetica unica e graffiante, caratteristica personale di Taddei e Angelini, si mostrano in queste storie.

Storie volontariamente deficitarie di una qualche forma di perché, di armonia della narrazione, dove le svolte sono guidate da un motivo che non c’è e, proprio per questa congenita mancanza, rischia di averne, di trovare un senso nel nonsenso. Si opera per sottrazione, per assenze, una brevità che si fa potenza espressiva a cui si unisce una sottile crudeltà esistenziale che completa il gioco, aggiungendo delle sfumature stranianti, disturbanti. Una trappola diegetica orchestrata da Taddei e realizzata graficamente da Angelini con uno stile minimalista, quasi cartoonesco, fatto di bianchi e neri, chirurgico, semplice e privo di dettagli pesanti che si muove esattamente come la scrittura raddoppiandone l’effetto straniante. La simbiosi creativa trai due, in questo senso, è pressoché totale e l’unione d’intenti tra testo e disegno avviene senza sbavature di sorta, un complesso organico che si sublima in un’intesa perfetta negli obiettivi e nei contenuti. Quasi un paradosso, dato il nonsense e la disunità delle storie in sé. E, specialmente, fa scalpore vedere che si trattava della prima collaborazione tra i due, di un esordio che, fin dalle primissime battute, per entrambi mostrava un talento non comune e una padronanza totale degli aspetti più nascosti dei meccanismi narrativi. Certo, non stiamo parlando di due dilettanti particolarmente promettenti, bensì di professionisti già affermanti di cui possiamo vedere gli inizi e, anche se è facile dirlo col senno di poi, si vede che erano destinati a fare grandi cose. La speranza è che possano continuare così e che questa riedizione delle Storie brevi e senza pietà possa essere un secondo punto di partenza esattamente com’è stato la prima volta.

Verdetto

Marco Taddei e Simone Angelini ne hanno fatto di strada e hanno conquistato critica e pubblico con Anubi e Malloy, due perle che vi consigliamo vivamente di recupare. Le Storie brevi e senza pietà, riedite da Panini Comics in una versione definitiva, costituiscono il loro esordio assoluto, il proverbiale buongiorno che si vede dal mattino e che è stato poi confermato dai fatti. E speriamo che possano continuare così.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!