Tutto il “top di gamma” del 2017 in ambito videoludico secondo Stay Nerd!

È di nuovo tempo di tirare le somme per decretare i giochi migliori dell’anno 2017 per la redazione di Stay Nerd. Lo scorso anno è stato molto generoso in termini di qualità, e non è stato facile scegliere i vincitori dei nostri awards, consapevoli di dover escludere un sacco di titoli altamente meritevoli, ci siamo messi la mano sul cuore e abbiamo con tutta onestà cercato di determinare quali giochi fossero realmente i più rappresentativi per le nostre particolari categorie, che come ormai saprete se ci seguite da un po’, si distaccano dai convenzionali premi, in modo da vivacizzare l’evento e fornire una chiave di lettura di ciò che è “top di gamma” più originale. Potreste quindi non trovare in queste candidature vincenti il vostro titolo preferito dell’anno scorso, ma sicuramente troverete il punto di vista di Stay Nerd su un anno videoludico più che mai pregno di ottime uscite e che speriamo venga replicato da un 2018 altrettanto abbondante. Ma bando alle ciance e lasciamo spazio ai nostri esclusivi Stay Nerd Awards 2017.

Premio Miglior Minestra riscaldata – Crash Bandicoot ‘N sane Trilogy

Urla, applausi e reggiseni sul palco dell’E3, all’annuncio della rimasterizzazione di Crash Bandicoot. Un lavoro impeccabile quello svolto da Activision, così ben realizzato da far notare l’età del Mangiamele. Sembra un ossimoro, ma ‘N Sane Trilogy è perfettamente il Crash di venti anni fa, semplicemente più bello da vedere. Non ci sono stati lavori di perfezionamento lato gameplay, ma se questo è un pregio o un difetto dipende dalle sensibilità personali. Quello che va riconosciuto a Activision è l’aver realizzato per l’occasione un perfetto lavoro tecnico: Crash è più bello che mai, con una qualità visiva stellare. Tre giochi della nostra infanzia, proposti a prezzo budget. Come non premiarlo?                                                                                                                                                       

 Premio La Storia più bella – NieR: Automata

Yoko Taro si porta a casa miglior storia, e il motivo è evidente a chiunque abbia messo le mani sul titolo sviluppato assieme a Platinum Games. Parliamoci chiaro, Yoko Taro ha sempre sviluppato titoli che hanno diviso, grazie ad una storia sempre eccellente, strutturata ed eclettica accostata a evidenti limiti tecnici e di gameplay. Con Nier Automata finalmente il game designer ha avuto modo di lavorare al meglio, consegnando un gioco con un comparto narrativo stellare: ben scritto, profondo nelle tematiche e soprattutto raccontato in modo particolare, data l’impossibilità di capire la storia se non finendo il gioco quattro volte, con run che ripetono elementi già visti delle precedenti aggiungendone di nuove, rinnovandosi e cambiando tutto quando meno ce lo si aspetta, avvolgendosi su se stessa senza mai annoiare grazie alle superbe doti narrative di Yoko Taro. Brillante, ben scritto e soprattutto raccontato in modo fresco.   

Premio Insieme è bello – Splatoon 2

Qualche hanno fa Nintendo ha tirato fuori dal cilindro Splatoon, e in fondo non tutti ci credevano. Ma era bellissimo, e tutti si sono ricreduti. A pochi mesi dal lancio di Switch Nintendo ha ben pensato di lanciare il seguito del suo particolare TPS, per fortuna. Splatoon 2 è un multiplayer eccezionale, che riprende le perfette meccaniche del primo arricchendole di nuove armi e nuove modalità, mantenendo quel ritmo frenetico e quel particolare gameplay che avevano fatto il successo del primo titolo. Perché il premio a Splatoon 2, però, nel mare di FPS e TPS che inonda il mercato? Non solo perché è bello, ma anche e soprattutto perché Nintendo, ancora una volta, ha osato e ha realizzato un prodotto diverso e con una fortissima identità proprio. Chapeau!                                                                                                                                                                                                        

Premio Effetto Viagra – The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Spoiler: non vedrete il fantastico gioco di Nintendo nominato solo una volta. La qualità del nuovo Zelda è talmente alta che è stato impossibile non riservargli più riconoscimenti. Giacché avremo modo di parlare e riparlare del gioco, cerchiamo di rimanere sul pezzo e quindi sul perché, Zelda: Breath of the Wild nello specifico, vince il nostro “effetto Viagra”. È molto semplice. BOTW è un gioco che non stufa mai, se non FORSE dopo qualche centinaio di ore, e questo è possibile grazie ai continui stimoli che l’esplorazione offre. Laddove non arriva rispetto ad altri open world simili a puntare tutto sulle side quest, il capolavoro di Nintendo trasforma le scorribande per le terre di Hyrule in una gioia ludica praticamente infinita e senza soluzione di continuità. Oltre ogni collina un sacrario o un segreto da scoprire, dietro ogni elemento dello scenario una possibile sfida per un seme di koguro, e ancora loot, scontri, armi ed equipaggiamenti sempre inseriti per sfruttare gli strumenti di gioco in maniera intelligente e divertente. Il tutto distribuito e centellinato con una precisione e una costanza che rendono BOTW un titolo avvinghiante e difficilissimo da riporre sullo scaffale anche dopo più di cento ore.

Premio Miglior gioco Mobile – Reigns: Her Majesty

Quando nell’agosto 2016 arrivò in anteprima Reigns sui nostri smartphone fu un successo quasi istantaneo. La meccanica semplice, ereditata in qualche formula dall’app Tinder, unita ad una straordinaria profondità e ad una trama misteriosa lo resero un istant classic per mobile, nonché uno degli esempi più fulgidi di come, anche sui bistrattati cellulari, si possano trovare videogame di qualità con meccaniche ad uso e consumo di touch screen. C’è voluto un anno di attesa, e il timore era di trovarsi dinanzi ad un “more of the same” quasi obbligato dall’asciuttezza delle meccaniche del gioco originale, e invece Reigns: Her Majesty non è semplicemente una replica della bontà del suo predecessore, ed anzi ne livella i piccoli difetti, cercando di espandere le meccaniche del suo gameplay, per quanto possibile, con poche ma chirurgiche aggiunte. Il risultato è un titolo ancora una volta asciutto, ma profondo, la cui verve ha una presa così forte sul giocatore da sconfinare dalla comfort zone dei passatempi da metro. Scaricato Reigns: Her Majesty vi ci ritroverete a giocarci in ogni occasione buona. Stupendovi di quanto ambiziosi potrete diventare nei panni della regina del vostro personalissimo regno digitale.  

Premio tachicardia – Resident Evil 7

Dopo che tutti quanti si sono strappati i capelli perché “Resident Evil in prima persona non è Resident Evil”, Capcom ha finalmente fatto uscire il settimo capitolo del gioco mettendo a tacere le insensate lamentele del web: Resident Evil 7 è un gioco eccezionale, che tiene sul bordo della sedia per tutte le sue dieci ore di durata grazie ad un ritmo invidiabile che tiene sulle spine ad ogni svolta di angolo. Resident Evil 7 ha contestualizzato da zero tutto l’universo del franchise, donandogli un aspetto più maturo e inquietante, prendendo ispirazione dai più celebri e apprezzati film moderni del genere, riuscendo tuttavia a tornare perfettamente sui toni originali della serie, drammatici e disturbanti. È inoltre la prima esclusiva di peso per VR, ed è stato realizzato proprio avendo in mente la realtà virtuale, riuscendo non solo perfettamente anche se fruito in questo modo, ma anzi guadagnandone per quanto riguarda l’immedesimazione, ma soprattutto facendo schizzare alle stelle proprio la tachicardia che da il nome al premio. Cos’altro chiedere?

Premio Mariangela – Monster of the Deep: Final Fantasy XV

I danni che fa l’alcool, eh. Vi abbiamo già raccontato il concepimento di Monster of the Deep nei giochi del mese di novembre, ma ve lo ripetiamo: a Business Division 2 avevano esagerato col saké, e hanno deciso di realizzare un gioco di pesca su Final Fantasy XV per la VR. Hanno chiuso tutto, carte firmate, e il giorno dopo si sono svegliati con un drammatico hangover e nella memoria uno sbiadito ricordo, facilmente confondibile con un sogno alcolico, di quanto avevano fatto la sera prima. Oramai il danno era fatto, e Monster of the Deep è uscito. Vi è piaciuto pescare in Final Fantasy XV? Ne volevate di più? Sentivate il bisogno di pescare a EOS con PSVR sulla fronte? Probabilmente no, soprattutto per quanto riguarda le ultime due domande. Ma sticazzi, Square-Enix vi ha ammollato Monster of the Deep lo stesso, e ‘mo ci dovete giocare. E neanche è divertente.

Premio Delusione – Mass Effect Andromeda

Mass Effect è stata la serie TPS/RPG di punta di Bioware e Electronic Arts per anni, e c’era grande aspettativa per il quarto episodio. Purtroppo, stando alla dichiarazione di alcuni insider, ci sono stati problemi nello sviluppo, il gioco non è uscito rifinito come avrebbe dovuto e internet non ha perso occasione per prendere in giro il titolo, schernendo elementi del gioco poco “accattivanti” come le espressione facciali dei personaggi decisamente mal concepite. È un gioco brutto, Mass Effect Andromeda? Certamente no, anzi. È un gioco perfetto? Decisamente no. Si parla in questo caso di delusione, e una delusione più grande di un episodio di una serie così importante uscito monco ci è difficile da immaginare. Ah, no, l’anno scorso è uscito Final Fantasy XV.

 

Premio People Choise – The Legend of Zelda Breath of the Wild

Altro giro altro premio per The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Questa volta non c’è poi molto da dire, se non il fatto che, banalmente, abbiamo avuto la prova che non solo chi fa critica ma anche l’utenza “comune ha riconosciuto l’ultimo capitolo delle avventure di Link come il miglior gioco del 2017. Abbiamo infatti chiesto ai nostri lettori quale fosse secondo loro il titolo più meritevole dell’anno scorso e la risposta non ci ha stupito più di tanto. D’altro canto per amare BOTW basta semplicemente amare i videogiochi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              

 Premio Miglior gioco VR – Resident Evil 7

Abbiamo già accennato al valore intrinseco di RE7 in VR all’interno del paragrafo dedicato al “premio Tachicardia”, ma ci troviamo di fronte all’esigenza di ribadirlo in occasione dell’introduzione del premio dedicato al miglior gioco in VR. L’anno scorso finalmente sono cominciati ad uscire progetti concreti che dessero un senso ludico reale ad una tecnologia per molto tempo rimasta fin troppo sperimentale. Titoli come Farpoint e Superhot VR finalmente sono riusciti a dare una quadra all’acquisto di un visore come PS VR, ma paradossalmente, la migliore esperienza ce l’ha data un titolo NON specificatamente pensato per VR (in realtà concettualmente si… ma è un’altra storia). Se ho capito qualcosa in un’anno di giochi in VR è che attualmente la prima persona, il genere horror, e i controlli tradizionali (al momento non migliorabili da nessuna periferica, meno che meno i Move) sono gli ingredienti per creare il miglior gioco possibile adatto alle potenzialità immersive della VR. E Resident Evil 7 questi ingredienti li sfrutta alla grande.

Premio Miglior Esclusiva – The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Non possiamo davvero esimerci dal parlare nuovamente di Zelda Breath of the Wild. E non c’è Horizon Zero Dawn che tenga. Se proprio vogliamo dirla tutta, lo scontro è stato feroce e all’ultimo sangue con Super Mario Odyssey, un grandissimo nuovo Mario che si sarebbe sicuramente meritato il gradino più alto del podio in questa categoria. Ma nella rosa di titoli usciti nell’anno passato per questa Nintendo Switch che si è rivelata fin dai primi mesi una vera e propria fucina di masterpiece, un titolo è riuscito secondo noi, a parità di qualità stellare, a fare quel passetto in più che forse il buon vecchio Mario non è riuscito ad esprimere con altrettanta enfasi nell’utlimo titolo ad esso dedicato. E parliamo di una rivoluzione all’interno degli stilemi del proprio brand d’origine e , nel caso di Breath of the Wild, una rivoluzione di game design che coinvolge il genere open world in toto. Qualcosa di grosso e riservato esclusivamente ai possessori di Switch. 

 Gioco dell’anno – The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Vabbé, siamo ripetitivi, ma a questo punto ve lo aspettavate. L’ultimo episodio di The Legend of Zelda, titolo di lancio di Nintendo Switch (ma uscito anche su Wii U), ha stupito il mondo, ridefinendo i canoni di una delle serie cardine del videogioco, traghettando le avventure di Link verso l’open world e ripensando il concetto di dungeon, dando un ruolo centrale agli elementi survival che in relazione ad un mondo di gioco vivo, variegato e stratificato riesce a rendere proprio la sterminata mappa la protagonista dell’avventura. Aonuma, più che in passato, riesce a far compiere a The Legend of Zelda un passo in avanti, che però questa volta ha il sapore della rivoluzione. Per celebrarlo degnamente, abbiamo chiesto un tributo della bravissima illustratrice La Tram, che ci ha onorati di questa sua esclusiva opera a tema Breath of the Wild.