Acquistare al Day One è sempre un rischio…
Assassin’s Creed è ormai nei negozi e tutti sembrano esserne felici e contenti. O forse no? Le recensioni, a ben vedere, sono arrivate lente e sonnacchiose, praticamente a ridosso dell’uscita. Noi di Stay Nerd abbiamo deciso, come sempre, di evitare di correre per pubblicare una recensione affrettata e di giocarci ancora un po’, tant’è che vedrete Unity su questi lidi più o meno tra sette giorni solo dopo averlo ampiamente rodato e digerito. Ma gli altri?
I pareri sul gioco sono discrepanti e passano da situazioni entusiastiche ad analisi più realistiche. Cosicché da un lato c’è chi esalta la bellezza di una Parigi quanto mai affascinante e viva. Dall’altro c’è chi non può fare a meno di evidenziare i mille difetti che il gioco porta con sé (senza contare certe scelte ludiche stantie che si trascinano, ormai, da circa 7, 8 uscite). Bug e glitch davvero imbarazzanti che non hanno tardato a creare una vera e propria onda mediatica (e memetica). Ma il punto non sono gli errori di Assassin’s Creed (di cui, promesso, parleremo presto!) né tanto meno la scontatezza del suo gameplay quanto piuttosto quello che il lancio di Assassin’s Creed rappresenta nell’economia del videogame odierno. E badate, si prende AC come spunto solo per la situazione che vi si è creata intorno più che delle supposte qualità messianiche. Il punto è che AC: Unity è uno di quei titoli il cui embargo recensioni è terribilmente a ridosso dell’uscita. Per chi non avesse idea di cosa stiamo parlando spieghiamo un po’ di cose ovvie e per nulla segrete. Quando un prodotto deve raggiungere il mercato, viene inviato in versione di prova a diverse testate specializzate nella sua analisi. Qui, i critici di settore, lo testano, lo analizzano e, infine, lo recensiscono. Ci si aspetta sempre che ci sia un buon margine tra la ricezione del gioco e la sua uscita nei negozi, questo perché il prodotto può così “pubblicizzarsi” grazie alle recensioni, instradando l’utente all’acquisto piuttosto che no. La recensione, a sua volta, non può uscire prima di una certa data (il cosiddetto “embargo”) e questo vi fa anche capire perché il più delle recensioni esca fuori lo stesso giorno. Ecco, se ci pensate, è quello che succede più o meno una settimana prima dell’uscita di un videogame, momento in cui online – di solito – arrivano le prime recensioni e, quindi, i primi pareri. Con Unity (e in minor misura Rogue) questa pratica non c’è stata. Potranno dirmi milleuno frottole sul perché l’embargo sia stato così a ridosso dell’uscita ma la mia esperienza mi dice che quando ciò succede è perché si teme che la critica affossi le prospettive di vendita, la qual cosa in situazioni di titoli dal grosso seguito/attesa è sempre un rischio per un publisher.
Trovo sempre molto soddisfacente quando un utente ci contatta (noi redazione di Stay Nerd) per complimentarsi sul parere che abbiamo espresso su questo o quel gioco. Abbiamo come un senso di catarsi, non solo per la soddisfazione di aver fatto il nostro lavoro, ma per aver centrato il nostro obiettivo: quello di aiutare le persone che ci leggono a compiere una scelta. Tale scelta è, come abbiamo detto diverse volte, riportabile alla domanda più semplice del mondo: cosa diamine mi compro?
I publisher lo sanno che, per quanto l’economia sia andata a farsi benedire, la gente troverà sempre e comunque il modo di comprarsi quello che vuole e pertanto è più conveniente lasciare i gusti delle persone indirizzati (ipoteticamente) a quello che considerano un acquisto sicuro piuttosto che un titolo su cui le recensioni hanno risvegliato delle pesanti incertezze. Ed ecco come e perché è nata la pratica degli acquisti anticipati online che permettono, ormai quasi 6 mesi prima dell’uscita, di acquistare un gioco a scatola chiusa, talvolta senza neanche aver avuto la possibilità di guardare un maledetto video di gameplay. Perché non si sa bene, eppure c’è gente che lo fa, invogliata – spesso – da dei bonus francamente ridicoli, come una skin o l’accesso anticipato a una demo rilasciata una settimana prima del gioco. Come sia sia (ed è una cretinata!), tali pratiche hanno in qualche modo “distratto” l’utente dalla realtà dei fatti, ossia che un nome altisonante o un’attesa spasmodica non sono sempre sinonimo di qualità sottesa e che forse è oggettivamente stupido comprare un qualcosa con così largo anticipo. Mi viene in mente l’arci-noto sistema di truffa denominato “pacco”, in cui tu dai i soldi ad un tizio con la promessa che, nella scatola che ti sta passando sotto-banco, dentro ci sia lo stereo dei tuoi sogni. Nella profilassi del “pacco”, nella scatola che acquisti non c’è mai lo stereo ma piuttosto un mattone, o chissà cosa e questo è un po’ il sistema dell’acquisto pre-uscita. Dai i soldi a uno solo perché ti ha promesso una cosa bella, senza porti il minimo problema che poi quella cosa sia bella per davvero, senza poter buttare un occhio nel pacco, o anche solo poterlo scuotere per vedere che rumore fa.
Perché il pacco è figlio diretto dell’hype, e del resto non ci stanchiamo mai di dirlo, è una brutta bestia e questo ci riporta al nostro “paziente zero”, Assassin’s Creed: Unity. Unity è un titolo immenso, divertente da giocare, ma vittima di un certo modus operandi che sta colpendo tanti titoli di questa nuova generazione console. Su tutto, per dirne una, ha un frame rate instabile che porta non pochi crucci persino nella versione PC ed ha una qualità tecnica che, nonostante l’eccezionale lavoro artistico e di design, sembra una presa in giro rispetto a quei bellissimi video (soprattutto di interni) che Ubisoft mostrò al suo annuncio. Unity, insomma, soffre della “sindrome di Watch Dogs”, senza contare che è affetto da così tanti bug da essere diventato quasi un meme in quel di internet, bacino che non nega di mettere subito in evidenza i problemi di questa o quella produzione canzonandoli a più non posso. Ecco allora che molti utenti si sono lamentati, si sono sentiti delusi e in qualche modo truffati. So per certo di persone che hanno acquistato il gioco addirittura prima di informarsi su quanto bene potesse essere venuto. Capisco chi le recensioni non le legge per “stile d vita”, ma leggerle postume all’acquisto mi sembra veramente una cagata.
Lo abbiamo detto già, ma lo ripetiamo: il punto è che non sapete starvene con le mani in tasca. Si deve correre a comprare e spendere, perché ogni volta che un gioco arriva sugli scaffali è come se fosse arrivato il messia. Si deve correre a comprarlo, metterci le mani su a prezzo pieno, salvo poi restare spesso delusi e amareggiati. In questo senso riprendiamo il discorso delle prevendite digitali e capite come esse siano ancora più evidentemente insensate. Se prenoti un gioco in una catena, prima dell’uscita puoi magari farti rimborsare, ma se lo acquisti digitale? Il saggio direbbe: “ti fotti”, e il saggio ha sempre ragione. Il giorno del lancio, il day one, è ormai una chimera che non va rincorsa ma combattuta. Basterebbe anche solo lo scarto di un mese dall’uscita per capire come e se investire il proprio denaro, a maggior ragione di un momento dell’industria che sembra gridare al risveglio, in una chiusura di anno quanto mai ricca di uscite interessanti. Per dirne una? Dragon Age: Inquisition che, sicuro della sua qualità, ha buttato in rete IERI le prime recensioni autorevoli, beccandosi voti di un certo spessore. E se pensate quanto il 2 abbia fatto cagare, vi sarà ancor più chiaro di quanto sarebbe stato rischioso uscire con delle recensioni una settimana PRIMA dell’uscita effettiva nel caso in cui il gioco fosse stato mediocre. Non stiamo qui a pubblicizzarlo, ma solo ad utilizzarlo come “altro esempio” per illustrarvi che, probabilmente, la nostra teoria sulle recensioni a ridosso delle uscite non è poi così bislacca.
Chiudiamo allora il discorso, sperando che vi risulti illuminante, con un consiglio: non legate il vostro denaro alle uscite imminenti, e soprattutto smettetela di acquistare giochi in prevendita invogliati da una skin che tanto non vi servirà ad un cazzo! Smettetela di acquistare pacchi! Perché dovete capire che qualsiasi acquisto, senza informazioni che ne avvallino la bontà, è potenzialmente un pacco! Piuttosto cercate di essere pazienti. Quante volte in quest’anno è già successo che un gioco venisse alla luce buggato, incompleto o che – peggio – fosse una delusione cocente? Secondo noi tante, troppe volte, e sarà pur vero che di soldi per le proprie passioni ce ne sono sempre, ma il punto non è quello. Il punto è che se si spendesse denaro più oculatamente magari la situazione cambierebbe. Se i tizi che creano non fossero sicuri di farci “fessi e contenti”, allora forse certe dinamiche cambierebbero e, quanto meno, avremo giochi che pur nella loro piattezza ludica sarebbero almeno privi di difetti. Mi ricordo un tempo in cui decidere cosa comprare faceva la differenza, perché ci si poteva permettere poco e quel poco che ci si poteva permettere non doveva essere un terno al lotto ma una certezza, perché un acquisto sbagliato si ripercuoteva sulla nostra economia come la scure di un boia sulle nostre teste. Ci siamo abituati male e forse, tornano in tema Unity, ci meritiamo questa come tante altre ghigliottinate. ZACK!
NOTA: Ora, siamo sicuri che qualcuno ci verrà a chiedere con quale “ardire” osiamo associare una cosa come “il pacco” ad Assassin’s Creed. Il punto è che non vi stiamo dicendo che il gioco in sé sia un pacco (compratelo, giocateci e fateci quel che vi pare), ma piuttosto che esso sia un esempio di come funziona OGGI la dinamica di vendita secondo la semplicissima legge della domanda e dell’offerta per cui a voi non interessa neanche come sarà il prossimo Assassin’s Creed, volete solo che esca, e questo è sufficiente affinché se ne produca un altro (uguale nelle meccaniche) e ve lo si venda a scatola chiusa. Tutto qui. Si poteva prendere per esempio qualsiasi altro gioco su cui è montato un minimo di hype, quindi state sereni e pacifici!