Era davvero necessario?
In questi giorni si consuma la spasmodica attesa del prossimo, grande capitolo del Marvel Cinematic Universe. Se non avete vissuto su un altro pianeta negli ultimi anni, sapete che ci riferiamo ad Avengers – Infinity War, il film dei fratelli Russo in cui verranno schierati – per la prima volta insieme – tutti i supereroi dell’universo cinematografico Marvel e che darà avvio alla nuova fase delle trasposizioni su pellicola delle grandi opere partorite dalle menti e dalle mani degli sceneggiatori e disegnatori dalla Casa delle idee.
Come sempre in questi casi, le aspettative sono altissime, tra chi sta già gridando al tradimento dell’originale saga del Guanto dell’infinito, chi sta facendo la fila per i biglietti solo per poter dire di essere stato in sala al day one e chi non vede l’ora di godersi i quasi 150 minuti di film in santa pace, magari più di una volta.
Noi di Stay Nerd ci siamo fatti un ripasso di tutti i film tratti dai fumetti Marvel, per un fondamentale recap generale ma anche per scovare quei momenti che non vorremmo mai più dover rivedere in un cinecomic: eccoli, quindi, tutti per voi (rigorosamente ordine sparso!).
Quel tamarro di Peter Parker
È il 2007 e Spider-Man è per la terza volta al cinema, nell’ultimo film della trilogia di discreto successo diretta da Sam Raimi. Tobey Maguire ha incarnato un credibile Uomo Ragno nei due film precedenti, Kirsten Dunst una vivace e simpatica MJ e tutto filava liscio. O meglio, tutto filava liscio finché non hanno deciso di far apparire Venom, uno dei villain più interessanti della storia del tessi-ragnatele. Il problema non è solo il modo in cui Raimi & Co. hanno rappresentato il simbionte ma anche – e soprattutto – tutta la sequenza in cui l’alieno si impossessa di Peter. I WTF si sono sprecati e le mascelle sono cascate quando abbiamo visto cosa accadeva sullo schermo: l’Uomo Ragno ancheggiava a ritmo di musica, corteggiava goffamente le donzelle intorno a sé e si lanciava in coreografie a dir poco imbarazzanti. Che sia stata la volontà di dimenticare tutto questo a convincere gli studios a produrre non uno ma ben due reboot?
Chi non piscia in compagnia…
I fumetti Marvel sono pieni di personaggi diventati ormai icone, di un certo genere, di una particolare battaglia, di uno specifico modo di vivere. Ai produttori è bastato aprire un albo a caso e le idee ne sono uscite fuori a bizzeffe, nel corso del tempo. Peccato che non tutte siano esattamente splendide e non tutte vengano trasposte allo stesso modo: un errore nel casting o un tono sbagliato al film e tutta l’atmosfera ne risulta rovinata. Un caso del genere è quello di Ghost Rider: per quanto Nicolas Cage abbia profuso tutto il suo impegno nel personaggio, per quanto gli sceneggiatori si siano sforzati, i due film sul vendicatore in fiamme sono dei prodotti a dir poco mediocri con un Rider più macchiettistico di quanto sia mai stato visto. Il punto più basso? Quello in cui i due registi (ben due!) Mark Neveldine e Brian Taylor hanno deciso di far scoprire agli spettatori di che colore sia l’urina di un supereroe uscito dall’inferno.
Anche i paperi hanno un cuore
È chiaro che nel lontano 1986 il mondo non fosse ancora pronto per una trasposizione cinematografica seria e ragionata dei fumetti Marvel, altrimenti non potremmo spiegarci la messa in onda di un film come Howard e il destino del mondo. Chiariamoci da subito: a noi quella pellicola ai tempi era anche piaciuta, ma parliamo di un gruppo di ragazzini ben al di sotto dell’adolescenza, quindi che divoravano praticamente di tutto. Howard il papero è un supereroe fuori dalle righe (i più attenti di voi l’avranno visto, come easter egg o in qualche scena post credits in qualcuno dei film più recenti della Marvel), ma il regista Willard Huyck diede vita ad un personaggio imbranato, fuori contesto, quasi sempre politically correct… e il massimo dell’imbarazzo lo fece raggiungere al protagonista quando lo mise a letto con una donna umana. I perché si sprecano ancora oggi.
Deadpool chi?
A proposito di supereroi fuori dagli schemi, non possiamo certo dimenticare il mercenario chiacchierone, il più irriverente, folle e imprevedibile personaggio della Marvel. Ben prima dei due film (a proposito, il secondo è in uscita a breve) diretti rispettivamente da Tim Miller e David Leitch e interpretati dall’ottimo Ryan Reynolds, il supereroe in tutina rossa e nera aveva già fatto la sua comparsa in X-Men Origins: Wolverine. In quel caso, però, gli autori si erano presi ben più di una libertà, stravolgendo praticamente qualsiasi aspetto del personaggio: Deadpool, infatti, compare come uno dei villain finali del film con la capacità di sparare laser dagli occhi, due spade che gli escono dalle braccia (un po’ come un unico artiglio alla Wolverine!), senza la sua caratteristica tuta e addirittura senza la bocca. Avete letto bene: sono stati capaci di prendere un personaggio diventato famoso per le sue battute a raffica e a trasformarlo in un fantoccio muto. Peggio di così, era veramente difficile.
Volare, oh oh
Nel 2011 eravamo nel pieno della prima fase del MCU, in cui i vari personaggi avevano un film dedicato a se stessi per raccontare al pubblico il proprio background e farli convergere, poi, verso i film corali a cui siamo abituati. Thor era uno di questi casi e il dio della mitologia norrena cadeva sulla Terra senza il suo fidato martello Mjolnir. Il film in sé non era completamente da dimenticare e aveva anche qualche scena divertente. L’imbarazzo arriva verso la fine, quando il dio del tuono si riappropria del martello e vola, brandendolo innanzi a sé, verso il nemico. Gli effetti speciali scadenti, la fluente chioma bionda al vento e l’inquadratura frontale non hanno reso al meglio l’epicità della scena, anzi.
Tenere un profilo basso
I supereroi, si sa, hanno una caratteristica fondamentale in comune tra di loro: un’identità da tenere segreta, per proteggere i propri cari. Questo vuol dire – normalmente – indossare una maschera, tenere nascosti i propri poteri o comunque adottare comportamenti adatti allo scopo. Tutto questo non sembra toccare minimamente il vigilante cieco di Hell’s Kitchen, Daredevil, e una delle sue comprimarie più famose, Elektra. Nel film del 2003, Ben Affleck e Jennifer Garner hanno interpretato i due personaggi: tutto bene (per modo di dire, ovviamente) fino al momento in cui Matt Murdock, il vero nome del diavolo rosso, decide di approcciare la bella Elektra per avere il suo numero di telefono. La scena imbarazzante prevede un combattimento di giorno, in un parco pubblico pieno di gente e delle acrobazie che nemmeno Batman al massimo della forma sarebbe stato in grado di fare. Figuriamoci un personaggio che per tutti è semplicemente un ragazzo accecato da un tremendo incidente.
Eravamo quattro amici al bar
Chiudiamo questa lista di momenti imbarazzanti con uno degli errori più grossi commessi dalle major cinematografiche. In una corsa all’utilizzo dei personaggi a tutti i costi, per inseguire un successo di pubblico in grado di dare una bella spinta economica ai produttori, spesso abbiamo assistito a CGI di bassa qualità, tradimenti delle storie a fumetti, sovrapposizioni (o sparizioni) di personaggi e ogni altra amenità a cui ormai fanno caso solo gli appassionati della prima ora o una ristretta cerchia di fan. Nel caso in questione, però, gli errori sono stati talmente tanti e tutti insieme da risultare evidenti a chiunque si fosse recato al cinema. Parliamo dell’ultimo reboot de I Fantastici 4, del 2015, di cui non siamo riusciti a selezionare solo una scena da dimenticare, semplicemente perché vorremmo dimenticare l’intero film. Sperando, in fondo, che arrivi qualcuno di illuminato per tirarne fuori il capolavoro che le eccezionali storie che vedono protagonisti Mr. Fantastic, la Donna invisibile, la Torcia umana e la Cosa meritano da troppo tempo.