“Il coraggio di essere sé stessi”
Avete 17 anni, frequentate l’ultimo anno di liceo, avete, tutto sommato, una bella vita, ottimi amici, una bella famiglia che vi ama, ma portate con voi un segreto, nulla di grave, anzi, ma è qualcosa di esageratamente intimo e che, in una società pronta a gettare chiunque in pasto alla folla digitale, con i soliti bulli pronti a ricoprire il ruolo di boia, potrebbe non essere accolto nel migliore dei modi.
Tratto da Simon Vs. the Homo Sapiens Agenda, romanzo di Becky Albertalli, Tuo, Simon (in uscita il 31 Maggio) è una fresca ed interessante commedia drammatica del regista Greg Berlanti (famoso sceneggiatore di Arrow, Flah e Supergirl), pronta a colpirci nel profondo ed arricchirci un po’.
Simon, interpretato dal giovane Nick Robinson, è un ragazzo appassionato di musica, con un bel gruppo di amici, ma tormentato dal segreto di essere gay, purtroppo, molto pesante per un ragazzo della sua età.
Quando riuscirà a trovare il coraggio di confidarsi, in forma anonima via mail, con un altro ragazzo gay, si dovrà confrontare con un bullo pronto a rovinargli la vita.
Leggendo questo breve incipit penserete al solito teen-drama volto a narrare gli stereotipati disagi giovanili che tutti quanti abbiamo passato e vissuto, ma che allo stesso modo sembriamo aver, tristemente, dimenticato.
In parte avete ragione, perché l’ambiente del liceo americano viene descritto con i soliti cliché delle belle e stupide ragazze, presidi inadeguati, bulli che giocano a football e i nerd sfigati.
Roba già vista tutto sommato quindi, ma c’è una grossa differenza rispetto alle commedie millenials che ci vengono propinate quotidianamente in tutte le salse.
Tuo, Simon, infatti è una storia che ci riesce a mettere dinnanzi un problema che, purtroppo, affligge realmente la società odierna, ma che troppo spesso, nonostante le continue lotte, viene dimenticato.
Nell’epoca dove tutto diventa virale dopo pochi click ( 13 Reasons Why insegna), riuscire a poter confidare liberamente la propria sessualità, è un’impresa veramente ardua per un timido ragazzo di soli 17 anni.
Ed ecco che Simon, assieme al suo gruppo di amici (tra i quali figura la star di 13, Katherine Langford, che interpreta Lea, la migliore amica del protagonista) sale in cattedra, spodestando qualsiasi professore o psicologo possibile e ci mette di fronte ad una triste realtà, insegnandoci che ogni giorno ci sono anche queste piccole-grandi battaglie da combattere e troppo spesso sono solamente dei minorenni che le fronteggiano.
Tuo, Simon, però, nonostante le tematiche profonde, riesce a strapparci più di una risata grazie ad un umorismo genuino capace di far ridere spettatori di varie fasce di età.
Quest’ultimi infatti, verranno catapultati efficacemente indietro nel tempo (a seconda della carta d’identità) grazie ad uno script (non originale) lineare, ben studiato e capace di interessare ed intrattenere profondamente, nonostante qualche banale,ma perdonabile, incastro, durante tutti i 150 minuti di proiezione.
Oltre alla narrazione convincente per un prodotto solo all’apparenza poco impegnativo, bisogna anche spendere qualche lode per il “colore” donato alla pellicola, grazie anche ad una bellissima colonna sonora in pieno stile indie.
Certo i rimandi ai già citati teen-drama di successo ci sono, in particolar modo 13 (cast compreso visto che ritroviamo anche Miles Heizer), ma purtroppo i cliché, per certe tipologie di pellicole, sono sempre presenti dietro l’angolo.
Tornando ai nostri protagonisti, va segnalato un giovanissimo, ma altrettanto bravo, cast composto prevalentemente da stelline emergenti del piccolo schermo, eccezion fatta del protagonista Robinson, già famoso per ruoli in Jurassic World, La quinta onda o Noi siamo tutto, e che infatti riesce a catalizzare l’attenzione totale sul suo personaggio, caratterizzandolo a dovere con una brillante e convincente interpretazione.
A fronte di ciò, è da rivedere la caratterizzazione degli altri ragazzi ed adulti di contorno, alcuni troppo macchiettistici ed altri sacrificati totalmente da uno script tanto ricco, quanto asciutto in alcuni frangenti.
Verdetto
Tuo, Simon è un piccolo, ma bellissimo, viaggio pronto a mostrarci l’omosessualità affrontata da un giovane 17enne alle prese con un mondo pieno di domande e privo di risposte.
Con un Robinson sugli scudi capace di farci ricordare che “ognuno merita una grande storia d’amore” e un racconto adatto e consigliato a tutti, potremo stupirci dinnanzi ad una pellicola “ovvia” solo nel nostro sciocco e stereotipato immaginario, ma ricchissima di tanti semplici e giusti consigli.
Un film pieno di amore e genuinità che, nonostante alcuni stereotipi (che, “nel bene e nel bene”, sopravvivono al rischio di poter essere etichettati con la famosa targhetta di “politicamente corretto”), arriva al cuore dello spettatore finendo per farlo divertire, innamorare e riflettere.
Tuo, Simon, in sostanza, più che una storia d’amore, è una storia di coraggio, quel coraggio necessario per essere realmente sé stessi.