Nel Cartoon Village di quest’anno, tra i vari temi trattati, si è parlato molto del Cartoon School, ovvero di un interessante progetto didattico messo in piedi dall’associazione Koete e dal suo presidente Francesco Santioli, che si propongono di portare nelle scuole il linguaggio dei cartoni animati, regalando agli studenti degli strumenti di comprensione e codifica critica dell’animazione, una realtà che i ragazzi oggi fruiscono quotidianamente attraverso, la TV, il web e i molti dispositivi multimediali della vita di tutti i giorni. A supportare questa bellissima iniziativa sono arrivate le partnership di AVIS Toscana e di Banca TEMA.
Ci hanno spiegato tutto nel dettaglio proprio Francesco Santioli, ma anche Valter Vincio, vice presidente di Banca TEMA e Luciano Franchi, presidente di AVIS Toscana.
Francesco, partiamo dalle basi: come nasce il progetto Cartoon School?
Santioli:
Koete è l’associazione che ho l’onore di presiedere ed ha ormai 12 anni di storia nell’organizzazione dell’evento Cartoon Village. Cinque anni fa insieme ad AVIS Toscana ci siamo domandati come, chi come noi ha una certa competenza nel parlare alle nuove generazioni, attraverso il linguaggio del cartone animato, del fumetto, del doppiaggio, ecc, potesse metterlo al servizio di un messaggio che è quello della donazione, principalmente entrando nelle scuole. Abbiamo quindi messo in piedi questo progetto, e un anno dopo si è aggiunta Banca TEMA. Si tratta di un progetto che non è altro che la realizzazione di un cartone animato, il primo in Italia in cui i ragazzi dai 10 ai 13 anni si occupano di ogni singolo passaggio. Ovviamente questo cartone deve mandare un messaggio, rappresentare dei valori, e a seconda del partner con cui decidiamo di camminare si pensa insieme al tipo di messaggio. Quindi, in definitiva, gli artisti si mettono al servizio dei ragazzi per realizzare il loro cartone animato.
Proprio legato al tema della partnership, come vi siete scelti l’uno con l’altro?
Santioli:
Bellissima domanda (sorride n.d.R.)! Rispondo prima io, così lo prendono la rincorsa.
Con AVIS c’è stato un incontro assolutamente “personale”, nel senso che le persone che abbiamo incontrato hanno riconosciuto per prime un valore nel progetto, e sono state loro a domandarci se le nostre competenze potevano esser messe a servizio di ciò che loro fanno quotidianamente, ovvero riuscire a comunicare che donare il sangue è molto importante, mentre noi abbiamo subito visto che si trattava di un partner che aveva un valore da portare avanti ed abbiamo creduto in quello. Invece con Banca TEMA, che è la banca del territorio, già si camminava insieme con Cartoon Village e quindi abbiamo deciso di non farlo solo per tre giorni l’anno, ma di realizzare dei percorsi strutturati per coinvolgere più persone.
Vincio:
Noi, essendo una banca di credito cooperativo, abbiamo l’obbligo di far crescere il territorio non solo dal lato economico ma anche sociale e culturale. Questa opportunità che c’è stata data dall’associazione Koete, noi l’abbiamo sfruttata da subito perché diffondiamo attraverso il linguaggio dei cartoni i valori della cooperazione, che sono il mutualismo e la solidarietà, e farlo a partire dalle scuole è importantissimo.
Franchi:
Qualcosa di simile è successa anche per noi, AVIS della regione Toscana. Siamo sempre andati nelle scuole a portare il nostro messaggio di solidarietà, ma ci siamo resi conto che la nostra modalità era obsoleta, e dovevamo veicolare i messaggi con strumenti nuovi. I ragazzi non sono più adatti ad un ruolo passivo, e quando abbiamo visto questa nuova modalità, in grado di far riflettere i ragazzi da protagonisti, abbiamo subito sposato l’iniziativa.
Abbiamo anche riaperto un dialogo con gli insegnanti, perché prima andavamo nelle scuole e chiedevamo loro delle ore di tempo per fornire delle verità e dei messaggi ai ragazzi, e gli insegnanti si sentivano quasi messi da parte, mentre presentarsi come un supporto in un percorso di crescita, che vede anche un innalzamento del livello qualitativo del loro lavoro, è del tutto diverso. Le direzioni scolastiche poi si sono dimostrate le più convinte di tutti, perché noi proponevamo un percorso di consumo, in grado di arricchirli, anche secondo le direttive del ministero.
Guardando la cosa da un punto di vista esterno, per AVIS il concetto di donazione è tutto, ma è molto bello che in questo caso siate voi a donare, ricevendo in cambio un valore come la solidarietà.
Franchi:
Esatto, il regalo lo fanno i ragazzi a noi. Lo fanno le famiglie, gli insegnanti. Il fatto che diventino protagonisti permette loro di mostrarci quale è il concetto di dono da cui partono. Quest’anno molte scuole hanno deciso di parlare di bullismo, e quindi sono i ragazzi stessi a testimoniarci come hanno recepito il messaggio e da che punto si parte. Non è più una trasmissione mono direzionale, ma un percorso virtuoso e biunivoco, che permette a tutti di crescere, compresi noi.
Invece, sempre dall’esterno, è bello vedere che una realtà come la banca che nell’immaginario comune è lontano al mondo dell’arte, gli sia invece così vicino.
Vincio:
Sì, ma le banche di credito cooperativo sono differenti anche in questo. Noi i nostri clienti li trattiamo come persone e non come numeri, e facciamo lo stesso con questi ragazzi. Puntiamo sulla crescita dei giovani, perché – come dice Franchi – bisogna renderli protagonisti.
Tornando a Santioli, voi avete messo in atto un interessante percorso che si chiama “Libri nel tubo”. Si dice spesso che i ragazzi non leggono, cosa che io non trovo assolutamente vera. Che ne pensi e in che modo, secondo te, le nuove tecnologie possono spingere i giovani alla lettura?
Santioli:
Sono d’accordo con te sul fatto che questa affermazione sia falsa. Bisogna poi vedere come si fanno queste raccolte dati. Ma al di là di questo, “Libri nel tubo” è un progetto che abbiamo realizzato sempre con Banca Tema e con delle AVIS territoriali, ed avvicina i ragazzi al mondo degli youtuber in modo sano, ovvero portandoli all’interno di una biblioteca, e facendogli fare una video recensione che andrà poi su un canale di uno youtuber famoso.
Noi abbiamo fatto dell’innovazione un servizio per metterlo alla base di messaggi di valore e didattici. Le nuove tecnologie sono da conoscere e non da demonizzare, semplicemente bisogna educare le persone ad utilizzarle, ma se usate bene possono produrre progetti virtuosi, come speriamo sia il nostro.