La Bonelli del futuro
La notizia è di quelle che fanno rumore. Giusto ieri, Variety ha riportato la voce di corridoio che la Sergio Bonelli Editore si prepara a sbarcare nel mercato delle produzioni televisive. Qualche ora dopo, l’annuncio è diventato ufficiale: la SBE ha messo in cantiere un progetto di adattamento per alcuni dei suoi più celebri eroi a fumetti. E il primo sarebbe stato quello che, forse, è il più famoso degli ultimi trent’anni: Dylan Dog. La creatura di Tiziano Sclavi, capace di generare un autentico fenomeno di costume e di diventare un’icona culturale, si appresta dunque ad emigrare dalla carta alla televisione, tenendo fede alla sua fama di pioniere e precursore che nei decenni del successo lo aveva contraddistinto. Ma, ad essere onesti, non si tratta di un avvenimento che ci coglie completamente di sorpresa.
Infatti, precisamente un anno fa (luglio 2017) la casa editrice di Via Buonarroti aveva provveduto a riacquistare i diritti media e consumer products legati all’Indagatore dell’Incubo, riportandoli all’ovile dopo averli ceduti alla Platinum Studios, che aveva realizzato il chiacchierato e improponibile film del 2011 con Brandon Routh, ovvero Dylan Dog: Dead of Night. Alla regia dietro c’era Kevin Munroe, non esattamente l’ultimo degli registi (che ha poi diretto, per dire, la pellicola su Ratchet e Clank), ma fu di un incredibile flop capace di scontentare tutti, dai fan di lunga data agli stessi neofiti americani. Soprattutto, per noi italiani era stato il naufragare di un sogno a lungo ricercato: la possibilità di vedere finalmente un nostro patrimonio del fumetto raggiungere le stelle di Hollywood. E, inoltre, quel particolare fiasco era coinciso (quasi profeticamente) col punto più basso della longeva saga di Dylan, che da quel momento sarebbe stato rilanciato sotto la gestione di Roberto Recchioni. Un’autentica sliding door che oggi, dopo 7 anni di lavoro, commemorazioni, celebrazioni e ritorni, sembra aver finalmente trovato il suo punto di arrivo. Ma, come abbiamo detto, non ci coglie particolarmente di sorpresa. Questo perché da parecchio tempo i vertici della Bonelli si stanno interrogando sulla possibilità di creare adattamenti di alcuni fumetti pubblicati, consapevoli che il futuro dell’intrattenimento si basa sui prodotti multimediali. Un esempio lampante è la serie Dragonero, che non ha caso è una delle più recenti della SBE ed è stata pensata fin dall’inizio come marchio capace di espandersi in più settori, col gioco di ruolo, l’apertura del blog ufficiale, la pagina Facebook, i romanzi pubblicati da Mondadori, testate derivate e, adesso, la serie tv animata in collaborazione con la Rai. Ma non è il solo. Infatti, oltre all’ottimo esperimento di Monolith, sviluppato come graphic novel diviso in due parti e come film per la regia di Ivan Silvestri, è stato annunciato allo scorso Lucca Comics che è in lavorazione un progetto simile per Il Confine, nuova serie ideata da Mauro Uzzeo e Giovanni Masi, che ancora prima di uscire in edicola per l’etichetta Audace ha già in programma una seconda vita come serie tv, grazie alla partnership con Lucky Red. Poi, i più attenti di voi ricorderanno che nel 2016 aveva debuttato The Editor is in, graziosa mini con Alex Cendron che, nei panni di un editor, dialogava con i personaggi a fumetti in carne e carta, giunti da lui per “discutere” del loro lavoro. Quell’esperienza, di buon successo, era prodotta da Sky Arte e Tiwi, e ha dato vita pure ad un simpatico “spin-off” presto in uscita, chiamato I Misteri di Mystère con al centro il Detective dell’Impossibile di Alfredo Castelli.
Qualcosa era nell’aria, dunque, ma sinceramente neanche il più ottimista avrebbe potuto pensare che fosse qualcosa di così enorme. Secondo le informazioni trapelate fin ora, quella su Dylan Dog sarà una serie in lingua inglese di 10 puntate. Non è ancora chiaro chi ci sarà dietro la produzione e quale sarà il team creativo coinvolto, nè chi la distribuirà, ma sembra che la Bonelli sia in trattativa per trovare dei co-finanziatori e che abbia contatto anche delle piattaforme di streaming online. Certo, molti di voi staranno pensando a Netflix e chiunque sarebbe emozionato all’idea di vedere l’Indagatore sul servizio telematico più famoso del mondo, cosa che lo porterebbe al suo massimo grado di popolarità. Tuttavia, sarebbe bello se finalmente qualche casa di produzione italiana si decidesse a prendere di petto una simile opportunità, così da rimediare a tutti gli anni in cui i fumetti nostrani sono stati snobbati dalla cultura “ufficiale” e considerati come opere di seconda classe. Di questi tempi, con i Cinecomics costantemente sotto i riflettori, rifiutare una simile possibilità folle e speriamo che qualcuno se ne renda conto.
Qualunque siano gli sviluppi, è stato assicurato a più riprese da Vincenzo Sarno (responsabile marketing-multimedia) e Michele Masiero (diretto editoriale) che
l’essenza dei personaggi rimarrà intanta. Sì, “personaggi”, perché la serie su Dylan conterrà vari riferimenti e rimandi agli altri celebri eroi Bonelli, al fine di dare vita a spin-off e opere derivate. Forse, siamo davanti agli albori di un “Universo Televisivo Bonelli“, sulle orme di quanto fatto nell’Arrowverse o nei Defenders?
Certo, è ancora presto per dirlo. Siamo solo alla fase preliminare dell’intera operazione e per ora non ci sono che rumors e suggestioni. In ogni caso, diversamente da quello accaduto nel 2011, i lettori hanno più di un motivo per essere fiduciosi. A testimoniare l’impegno e la maestosità di questa iniziativa, è stata infatti inaugurata una nuova società che dovrebbe occuparsi, stabilmente, delle trasposizioni: la Bonelli Entertainment, sulle orme di quello che fece la Marvel negli anni ’90 con la Marvel Entertainment e l’ancor più famosa DC Entertainment. Il paragone non è affatto peregrino. Anche se difficilmente la neonata realtà potrà contare sulla stessa bocca da fuoco dei due colossi americani, sul piano narrativo può rivaleggiare eccome. Perché l’Universo Bonelli non ha nulla da invidiare a quelli supereroistici americani, sul piano della quantità. Tex, per dire, è più giovane di una decina danni di Superman ma più vecchio di Spider-Man, viene pubblicato stabilmente dagli anni ’50 e, da allora, ha accumulato una serie di avventure che non basterebbero per cento vite. E stessa cosa hanno fatto Zagor, Mister No, Martin Mystère, Dylan, Dampyr, Nathan Never, Julia… Si tratta di una galassia narrativa immensa, che cresce mese dopo mese a suon di albi e pubblicazioni.
La differenza sostanziale è che, mentre Marvel e DC per i film e le serie hanno qualcuno a cui devono rispondere (Disney e Warner su tutti) la Bonelli, invece, avrà il pieno controllo creativo, anche per evitare un secondo Dead of Night. E questo non può che farci piacere. In tempi di multinazionali dell’intrattenimento, acquisizioni (i riferimenti al caso Fox sono puramente casuali) e serie allungate all’infinito, è bello sapere che una realtà italiana prestigiosa come la Bonelli punta ad offrire prodotti di qualità facendo tesoro delle esperienze passate. In fondo, si tratta della filosofia che da sempre è il mantra dell’azienda, quella dell’Avventura per tutti e del motto “L’albo più ricco al prezzo più povero” che adesso si prepara a sbarcare in televisione. E c’è da esserne orgogliosi, comunque vada.