O del perché Abandoned sia un particolare ARG apofenico con Silent Hill e Hideo Kojima in mezzo
Nel caso Abandoned come nuovo Silent Hill c’è stato un prima è vero, parliamo dell’annuncio dello scorso aprile in cui Blue Box Studios ha svelato l’esistenza di Abandoned con i primi scampoli di congetture e ipotesi, ma è con un tweet di maggio in cui hanno specificano che la comunicazione video del gioco avrebbe beneficiato dell’utilizzo di una app specifica per Playstation 5, che tutto ha realmente avuto inizio. Perché – e lo hanno pensato in tanti – è strano che una realtà contenuta e sconosciuta come Blue Box potesse beneficiare di un tale canale preferenziale con Sony. Oltretutto inedito nel mondo console. Nel senso: se nessuna grande software house, inclusi i first party, lo hai mai fatto prima, perché loro invece sì? E di conseguenza: qual è la verità dietro al gioco horror che hanno annunciato e cosa li lega a Sony? E, specialmente, che c’entrano Hideo Kojima e Silent Hill in tutto questo?
Procediamo per gradi
Di un reboot della serie di Silent Hill se ne parla da parecchio tempo. Almeno dalle prime presentazioni di Playstation 5 come ipotetico gioco in esclusiva da pubblicare nei primi anni di vita della console: Konami, come racconta qualcuno, ha concesso lo sviluppo a un altro publisher (Sony appunto) che, a sua volta, ha affidato il lavoro a una software house esterna. Peccato che questo nuovo Silent Hill non si sia mai fatto vedere. Ecco allora che Blue Box Studios entra a gamba tesa e infiamma il dibattito online: in un successivo tweet infatti, che poi verrà cancellato, scrive “Indovinate il nome: Abandoned = (prima lettera S, ultima lettera L)”. Non ci è voluto molto prima che i fan scorgessero in quelle due lette, la S e la L, un riferimento neanche troppo nascosto a Silent Hill. Il conseguente collegamento con Hideo Kojima è una gemmazione voluta dai fan nel ricordo del triste destino di P.T., fenomenale e spiazzante teaser-giocabile del mai realizzato Silent Hills a opera del suddetto game designer giapponese.
Anche l’eventuale conflitto fra Konami e Kojima, la cui separazione è storia recente, viene risolto collocandolo entro una logica aziendalistica degli affari che non pone vincoli di esclusione. D’altra parte, Kojima lavorerebbe per Sony e non per Konami. La quale, al di là di tutto, è consapevole del potere mediatico che una personalità come Kojima porta in dote nei confronti di qualsiasi progetto che lo vede coinvolto e non le dispiace affatto aumentare le chance di incasso.
La successiva smentita di Blue Box Studio, che ha precisato con delle scuse l’assenza di relazioni con Kojima, con l’IP Silent Hill o Konami, non è riuscita a placare le voci di corridoio che hanno iniziato a invadere gli spazi digitali innescando una vera e propria caccia al tesoro da parte di una fetta larghissima di utenti, diffondendosi in maniera incontrollata e autoalimentandosi fra illusioni, speranze e apofonie. L’obiettivo? Scovare e analizzare tutti gli elementi a disposizione nel tentativo di trovare quanti più indizi possibili a sostegno di una teoria che vuole Kojima in combutta con Sony e Konami dietro alla realizzazione di una gigantesca macchinazione pubblicitaria in preparazione dell’annuncio di un nuovo capitolo della serie Silent Hill, di cui Abandoned sarebbe il nome in codice.
In effetti Kojima non è nuovo a operazioni del genere: molti si ricordano dell’intervista a Joakim Mogren e di Moby Dick Studios, dei fake creati ad arte come veicolo pubblicitario per svelare al mondo l’esistenza di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. È chiaro che in presenza di sistemi complessi e di situazioni anche solo ipoteticamente sospette, la memoria reagisca creando delle associazioni inevitabili, se non proprio scontate.
Di seguito alcune delle “scoperte” più interessanti che i fan hanno realizzato e prodotto in queste ultime settimane e che rendono il marketing di Abandoned un vero e proprio ARG (per un approfondimento più esaustivo vi rimandiamo al recap di Playstation LifeStyle, che costituisce uno degli archivi principali delle “stranezze” legate al caso in questione): il logo di Blue Box Studios presenta numerose somiglianze con quello dei Playstation Studios, sia per il font utilizzato che in termini di design; l’unico membro del team (che molti credono sia un attore o addirittura un modello in CGI creato per interpretare questo ruolo), che conosciamo è un certo Hasan Kahraman, le cui iniziali sono H e K (Hideo Kojima) e che tradotto dal turco al giapponese dà come risultato proprio Hideo o a termini riconducibili al campo semantico della parola “eroe” o a suoi sinonimi – interessante come il processo di traduzione sia valido solo in un senso, cioè solo dal turco al giapponese e non dal giapponese al turco; il sito di Blue Box Studio è apparentemente scarno, senza nulla da mostrare, nessuna candidatura o informazioni specifiche al di là degli ovvi rimandi agli altri canali social e non è da meno il profilo LinkedIn di Kahraman; l’account Twitter, tra l’altro, si chiama @BBGameStudios, che condivide presenta lo stesso acronimo del Bridge baby di Death Stranding; lo studio sembra essere nato nel 2015, a un anno esatto dall’uscita di PT, nel periodo di rottura fra Kojima e Konami e in una città, Amsterdam, dove nel 2016 l’account Twitter di Playstation Europe annunciava che Kojima stava aprendo uno studio satellite; e, per concludere ma non terminare, la pagina YouTube ha come immagine di copertina uno sfondo che ritrae delle colline immerse nella nebbia, che per la community è un chiaro riferimento a sappiamo-bene-cosa.
Abandoned, Silent Hill e Hideo Kojima: fra ARG e apofenia
Nei paragrafi precedenti abbiamo introdotto nel discorso due elementi fondamentali per arrivare a definire il fenomeno a cui stiamo assistendo, vale a dire ARG e apofenia. Con ARG si intende un Alternate Reality Game, un gioco che collega internet al mondo reale e che si realizza disseminando indizi principalmente a scopo ludico e/o per finalità promozionali. L’apofenia, invece, “la tendenza a percepire una connessione o uno schema significativo tra cose non correlate e casuali (come oggetti e idee)”. Come spiega Reed Berkowitz in un articolo pubblicato dal sito Singola “nella maggior parte dei giochi di tipo ARG l’apofenia è la piaga sia dei designer che dei giocatori, portando alle volte i partecipanti a vagare sempre più lontano dalla trama e inducendo i designer a rimescolare tutto per farli tornare indietro o (ancora meglio) per incorporare le loro idee. Nei giochi di ruolo, negli ARG, nei videogiochi e in qualunque cosa in cui i giocatori abbiano autonomia di azione, l’apofenia rappresenta un problema.
Se sei un designer e hai dei rompicapo e una trama, allora l’apofenia è un’incognita di cui ti devi sempre preoccupare.” Seguendo il suo esempio, nel caso di Abandonen, Silent Hill e Hideo Kojima, è facile che Blue Box Studios possa aver pianificato nei minimi dettagli l’intera iniziativa, con lo scopo di nascondere un mistero o di cavalcare i desideri del pubblico sfruttando l’ambiguità e la diffusione costante di qualsivoglia tipologia di rumor, producendo quella che può essere definita una “apofenia guidata”, arrivando a orientare i semi informativi per adattarli ai significati scoperti di volta in volta dagli utenti per poi calibrarli secondo gli scenari da loro previsti. Oppure, e non è un contesto impossibile, ci troviamo nel campo di una “apofenia semi-guidata involontaria”, una sinistra evoluzione della precedente sfuggita dalle mani dei suoi creatori e deflagrata in frammenti incontenibili tanto da necessitare contromisure drastiche, come la necessità di calmare le acque per non subire il contraccolpo di un inganno finzionale.
In entrambi i casi, abile e creativa strategia pubblicitaria che farà di Abandoned Silent Hill o goffo, quanto spericolato, tentativo per spingere una nuova sconosciuta IP, si è scoperto che risolvere rompicapo è “estremamente gratificante da un punto di vista biochimico e i pensieri che ne traiamo sono speciali per noi” e “[r]isolvere misteri insieme è un ottimo modo per formare una community e farne parte. Gli ARG sono famosi per questo. Ognuno ha qualcosa su cui concentrarsi – un interesse condiviso – e qualcosa da fare. […] È un legame. È lo stesso motivo per cui i rompicapi sono usati negli esercizi di team building aziendale e nei giochi di gruppo”.
Per concludere, è fuori discussione il fatto che il lavoro di scavo e di collage svolto dagli utenti è encomiabile e a tratti sorprendente. Più di qualche connessione dà il là a suggestioni che possono apparire credibili o quantomeno possibili. Diciamocelo: almeno sospette per frequenza, stranezze e incastri di nomi, date e peculiarità che convergono tutte intorno a Blue Box Studios e a Kahraman. Entrambi sconosciuti fino a pochi mesi fa e che ora rischiano di pagare cara l’enorme visibilità ottenuta dopo avere consapevolmente alimentato l’intricato gioco di misteri e teorie solleticando la curiosità e l’agency performativa della community. Anche il posticipo dell’app dedicata è quantomeno sospetto: con un primo reveal atteso per il 20 giugno, siamo arrivati a tre posticipi e a uno slittamento ad agosto giustificati con il fine di voler confezionare una presentazione all’altezza delle aspettative.
Anche l’appoggio di personalità del calibro di Geoff Keighley o le dichiarazioni di Nuare Studio, team specializzato nel supportare grosse produzioni e che ha lavorato a Death Stranding e The Last of Us: Part II fra le altre cose, e senza dimenticare l’intervista con Jason Schreier, aumentano l’entropia e stringono le maglie di questa trama sempre più fitta quanto fragile nelle sue fondamenta. Per scoprire la verità, se mai ce ne fosse bisogno e se mai abbia senso farlo, laddove una “storia videoludica” si sta già compiendo e si sarà compiuta al di là dell’esito finale, non resta che attende e aspettare che si disveli questo rebus, che profuma di pianificata operazione commerciale che danza sui cadaveri in fiamme della cultura dell’hype, ma che, nella sua immancabile fonte di spontaneità, invera riti collettivi e identificazioni sociali sorprendenti. Data anche la possibilità che, tristemente per chi si aspetta realmente che Abandoned sia il nuovo Silent Hill di Kojima, la complessità di rimandi e di connessioni a cui siamo arrivati siano l’esito imprevisto di una creatività virale esplosa e diffusa a un livello cospirazionista così stratificato e ripiegato su se stesso, che non solo è impossibile da fermare ma, essendo orientata alla scoperta di un sogno, non è quello che desideriamo.