“Il migliore in quello che fa”
Oggi tributiamo un grato e sentito saluto a un grande del mondo dei fumetti. Ed è un saluto particolare perché, stranamente e ingiustamente, si tratta di uno dei grandi che non hanno riscosso, nel corso di una carriera pure lunga e costellata di successi, le luci che proporzionalmente verrebbe da tributargli. Si tratta di Len Wein, che in due parole possiamo semplicemente, ma non banalmente, definire come creatore (insieme agli artisti John Romita Sr. e Herb Trimpe) di Wolverine. Oppure, già pescando da un fumetto meno “cinematografico” ma ugualmente significativo per i lettori, co-creatore di Swamp Thing.
Ma nemmeno qui si ferma il suo apporto, un apporto paradossalmente sconosciuto a molti ma che, di certo, non è passato inosservato tra i tanti addetti ai lavori che nella finestra temporale degli ultimi 40 anni hanno collaborato in vario modo con la figura di Len Wein. È proprio la comunità ormai nutritissima di fumettisti, sceneggiatori e persino attori che saluta con emozione e raccoglimento quello che è stato non solo uno scrittore, ma anche un editor fondamentale dell’ultimo mezzo secolo di fumetti.
Creativo, coraggioso, lavoratore instancabile ed efficace al punto che, nella sua carriera di sceneggiatore, i disegnatori chiedevano se vi fossero disponibili suoi script cui poter lavorare, per l’estrema chiarezza del suo stile descrittivo che facilitava loro non poco il compito di artisti visuali.
Questo fu forse dovuto ai primi approcci con l’arte sequenziale di Len Wein, risalenti alla sua infanzia ma, inizialmente, votati proprio all’attività di disegnatore. Lo stesso Wein ricorda di aver conosciuto i fumetti, ed essersene innamorato, durante le sue soventi residenze ospedaliere, causate da una salute alquanto cagionevole. Durante questi momenti difficili, forse com’è stato anche per molti di noi, uno dei media narrativi di maggior successo e impatto sulle generazioni future ha garantito una via di fuga da questo mondo pieno di battaglie, interne ed esterne, per un altro altrettanto combattivo ma fatto di eroi in calzamaglia, poteri fantastici e allegorie universali.
Non è un caso, probabilmente, che proprio lui abbia creato figure come quella del famoso Logan artigliato e dall’endoscheletro adamantino, ma non solo. Si devono a lui anche numerose altre “nascite” tra i ranghi degli X-Men, che forse oggi soliamo dare per scontate ma che, qualche decennio orsono, non lo erano affatto. E diremo di più: negli anni ‘70, neanche gli X-Men stessi si potevano dare per scontati. Fu grazie al rilancio editoriale architettato da Len Wein e Dave Cockrum, che crearono per l’occasione eroi quali Nightcrawler, Colosso, Tempesta e Thunderbird (l’unico, ancora oggi non celeberrimo), che la squadra di mutanti ideata da Stan Lee e Jack Kirby riprese quota fino a diventare una star nei cieli fumettistici, per poi non abbandonarli mai più, anche per merito del colossale Chris Claremont, che si occupò di sceneggiare i plot curati dai suddetti autori.
E oggi? Oggi, dopo qualcosa come sei film dedicati agli X-men e tre a Wolverine, che hanno ereditato tantissimo dal ciclo dei New X-Men curato da Len, il debito del cinema nei suoi confronti dovrebbe essere più che mai evidente. E invece, per qualche strano motivo, non lo è. E, prima di noi, ci ha pensato a sottolinearlo lo stesso Chris Claremont, nel 2009 dicendo che “senza il contributo di Len Wein oggi il mondo dei fumetti, e certamente quello degli X-Men, non sarebbe lo stesso, e il Fatto che la metà delle volte non gliene sia dato il merito è disdicevole.”
E se avete pensato che tutto questo fosse abbastanza, beh, allora avete pensato male, perché sempre Len Wein fu editor della mini-serie DC sceneggiata da Alan Moore e disegnata da Dave Gibbons che risponde al nome stampato a fuoco nella mente di ogni fumettista, nella quale probabilmente riecheggia ogni volta che si parla di “nuovo capolavoro dei nostri tempi”. Eh sì, parliamo proprio di Watchmen. Ed è stavolta Neil Gaiman a ricordarci che, proprio nei confronti dell’ondata british di scrittori e fumettisti, Len Wein fu in DC elemento fondamentale di accoglienza e incoraggiamento.
Pensate che, ora sì, è abbastanza? Ebbene, potreste avere ragione. Ma vogliamo deliziarvi con un’ultima curiosità, per rendere la massima giustizia possibile a un autore fenomenale e correggere, almeno in parte, l’ingiustizia messa in luce da Claremont nei confronti di uno dei suoi, e dei nostri, maestri. Nel salutare un’ultima volta Len Wein, dicendogli addio e ringraziandolo, probabilmente mai abbastanza, per tutti i doni concessi al nostro immaginario di sognatori e lettori di fumetti, vogliamo ricordarvi ancora un’altra figura, non proprio supereroica, da lui creata che ha, di recente, conquistato grandissima fama grazie alla sua controparte cinematografica.
Dopo Wolverine, Swamp-Thing, Tempessa, Colosso, Nightcrawler e tante altre, riuscite forse a indovinare di chi si tratta? Vi diamo un piccolo indizio: fa parte dell’universo di Batman ed è un esperto di tecnologia…