Il saluto di Stay Nerd a Leonard Nimoy
Leonard Nimoy, uno degli attori più conosciuti del cinema e della televisione, divenuto un’icona nerd per il suo uber famoso ruolo del Dottor Spock in Star Trek, si è spento ieri all’età di 83 anni nella sua casa di Bel Air, a Los Angeles. E’ stata proprio sua moglie, Susan Bay Nimoy a confermare la notizia della sua morte dovuta ad una malattia polmonare cronica di cui l’attore già soffriva da qualche anno.
Nimoy è diventato uno degli attori più famosi e amati dal pubblico dopo la sua fantastica interpretazione di Spock, un personaggio ormai ritenuto un cardine della fantascienza moderna. Il suo ruolo è stato costantemente venerato divenendo parte di una cultura popolare così forte che persino il suo saluto caratteristico “Live long and prosper” (lunga vita e prosperità) è diventata una citazione conosciuta ovunque, anche tra i giovani di oggi. Prima di recitare in Star Trek però, Leonard Nimoy ha preso parte a varie produzioni televisive non meno famose come “The Twilight Zone” del 1961, “The Outer Limits” del 1964, “The Man from U.N.C.L.E.” del 1964, fino a “The Lieutenant”, quest’ultimo un trampolino di lancio perfetto per il suo futuro ruolo di Spock. Con Star Trek ha ricevuto tre nomination agli Emmy Awards, ciascuna per ogni stagione della serie TV. La schiera di fan del telefilm però è cresciuta a tal punto che la Paramount ha fiutato il profitto e si è sbrigata a portare il titolo sul grande schermo, con Star Trek: The Motion Picture del 1979, Star Trek II: The Wrath of Khan del 1982, Star Trek III: The Search for Spock e Star Trek IV: The Voyage Home del 1986. Nimoy, oltre a comparire in questi film nei panni del Dottor Spock, ha diretto l’ultimo film e ha partecipato addirittura alle stesure delle sceneggiature per il quarto ed il sesto film. Negli ultimi anni lo abbiamo visto comparire anche nel telefilm Fringe nei panni dell’enigmatico William Bell e ha prestato la sua voce in un episodio della sit-com Big Bang Theory del 2012.
Ha smesso definitivamente i panni del Dottor Spock negli ultimi due film di Star Trek di J.J. Abrams del 2009, assieme a Zachary Quinto. Non sarà però soltanto Hollywood a piangere la sua perdita: Leonard Nimoy era un artista a 360 gradi, poesia, musica e fotografia erano solo alcuni dei suoi tanti hobby. Il personaggio di Spock ha però rischiato di portare l’attore ad essere ricordato solo per quello, da qui la sua autobiografia uscita nel 1975 intitolata “I am not Spock” (Io non sono Spock) in cui cerca di prendere in parte le distanze dall’ingombrante Dottore dalle orecchie a punta (piccola curiosisità: Nimoy odiava in maniera quasi viscerale le orecchie appuntite che ogni volta doveva indossare). Ma la lotta è sempre stata impari, ovunque andasse, qualsiasi cosa facesse, Spock era sempre la sua ombra; da qui la seconda autobiografia, pubblicata nel 1995 ed intitolata “I am Spock” (Io sono Spock), in cui l’attore finalmente ammette questo dualismo con il suo alter ego, e ne accetta suo malgrado pregi e difetti.
Il suo ultimo Tweet, datato 23 Febbraio 2015, recita:
“A life is like a garden. Perfect moments can be had, but not preserved, except in memory. LLAP”
(Una vita è come un giardino. Possono esserci momenti perfetti, ma non si possono conservare, tranne che nella memoria.)