Su Netflix sbarca #Alive, una nuova proposta horror per gli amanti degli zombie che merita la vostra attenzione
#Alive, nuova proposta Netflix che attinge nel super congestionato panorama degli zombie movie, è un film che mi è stato simpatico sin dai primi istanti, visto che con grande sincerità e concretezza sbriga premesse trite e ritrite in pochi minuti. Assistiamo quindi al risveglio del nostro giovane protagonista nel suo appartamento, situato piuttosto in alto in questo conglomerato di palazzine, e il putiferio comincia. Così. Subito. Senza tanti preamboli né complimenti.
Gente che fugge in preda al panico, macchine che si scontrano, e i primi infetti che assalgono le loro prede con molta aggressività. Lo spettacolo agghiacciante osservato dalla finestra sconvolge la giornata di Joon-woo. I genitori del ragazzo sono fuori casa, e i telegiornali in TV allertano la popolazione, raccomandando tutti di chiudersi dentro casa.
Comincia così la sua battaglia per la sopravvivenza. Prima ancora di confrontarsi con le creature redivive che in questo film riprendono il modello di zombie veloci e furiosi in stile “28 giorni dopo, Joon-woo trova la sua prima sfida nella reclusione forzata tra le proprie quattro mura. Tutta la prima parte del film infatti ci mostra il confronto con le scarse risorse rimaste in casa, e con le emozioni di un ragazzo in pena per i propri cari, afflitto da una forte solitudine, disperato per la situazione esterna, che può scrutare solo parzialmente tramite la finestra e le sporadiche e sempre più difficili comunicazioni tramite televisore, internet e cellulare.
Uno degli aspetti più suggestivi del film è infatti proprio il senso di oppressione psicologia che contrappone la claustrofobica condizione del ragazzo al disastro esterno, praticamente inquantificabile. Si vedono infatti all’orizzonte esplosioni, e intorno ai palazzi adiacenti, solo centinaia e centinai di zombie.
Il film ci racconta il tracollo emotivo di Joon-woo senza troppi melodrammi, in maniera sintetica ma efficace, grazie anche all’ottima interpretazione dell’attore capace di trasmettere bene pensieri e sensazioni con la propria espressività, senza necessità di molti dialoghi. Ad un certo punto la narrazione evolve, coinvolge un altro sopravvissuto, una ragazza, anche lei apparentemente nella medesima situazione di Joon-woo, ma in un appartamento nell’edificio frontale.
I due cominceranno a interagire, e insieme alimenteranno la propria volontà di vivere fino alla decisione di fuggire da quella condizione di immobilismo potenzialmente letale, e il film comincerà ad assumere dei connotati più tradizionali per il genere, con l’inevitabile confronto diretto con gli zombie.
Non scendiamo in ulteriori particolari per non compromettere la visione. #Alive pur non inventandosi niente di trascendentale risulta comunque intrigante fino alla fine, complice le numerose scelte felici della regia e della sceneggiatura. I due sopravvissuti sono personaggi interessanti, che a dispetto dall’apparenza iniziale riservano tratti caratteriali meno scontati del previsto. Il regista Cho Il-hyung gestisce i “suoi zombie”, prima di tutto a livello di messa in scena, e poi anche inserendo un po’ di imprevedibilità negli “automatismi” a cui queste creature ci hanno abituato nella storia del genere, inserendo lo zombie un po’ più sveglio, quello più”addormentato”, quello che se la prende con i suoi simili, e così via. Ove molti film cercano poi di creare tensione, #Alive ha la particolare capacità soprattutto di farla esplodere nel panico, per i protagonisti e di rimando, per lo spettatore.
#Alive ti abitua -nonostante la minaccia esterna- ad un certo mood tranquillo in tutta la sua prima parte. Una atmosfera che anche quando si espande negli altri locali delle palazzine, ritorna, complice il clima di “silenzioso isolamento”, facendoci abbassare la guardia. E qui, Cho Il-hyung, colpisce sempre con forza creando ottimi momenti all’ultimo respiro.
Grande equilibrio quindi tra situazioni statiche e scombussolanti. Bilanciare (e ovviamente dare senso) queste cose è sempre importantissimo nei film horror, e in questo caso la missione è più che compiuta. Abbiamo infine apprezzato il fatto che la tecnologia, presente in diverse forme nel film, non sia qualcosa di demonizzato come spesso e banalmente accade nel cinema, ma al contrario mostri come social e dispositivi hi-tech possano anche essere la chiave per connettere le persone, se non addirittura, per la sopravvivenza.
#Alive si rivela quindi una delle nuove proposte Netflix più interessanti per chi ama il filone horror sugli zombie e non vuole correre il rischio di incappare nel solito prodotto mediocre usa e getta. Promosso.