L’amicizia non conosce barriere
Diretta da Albert Hughes, famoso per la regia di Broken City o La vera storia di Jack lo squartatore, ed incentrata su una storia di un vero legame di “sangue”, arriva nelle sale italiane un’avventura con una pregevole fotografia, un soggetto interessante e un bellissimo messaggio: Alpha – Un’amicizia forte come la vita (dal 6 Dicembre al cinema).
Ancor prima di entrare in sala, dopo aver visto il trailer della pellicola, ho avuto subito la sensazione di aver già visto/sentito un racconto simile. D’altronde nella storia del cinema sono tantissimi i film che trattano improbabili amicizie tra ragazzi e animali selvaggi, narrate nei più disparati modi, ma con la stessa identica anima.
Hughes, invece, in questo caso ci mostra sì un prodotto adatto al gusto familiare, ma con un colore diverso, enfatizzato e plasmato da un contesto interessante, e da uno script leggero, ma efficace che, seppur ci porti sin da subito verso una direzione, viene degnamente veicolato da una regia convincente.
Il lavoro dietro la camera del cineasta si vede durante tutta la narrazione, di 96 minuti totali, tramite inquadrature convincenti, capaci di raccontare nel migliore modo possibile il mondo selvaggio del Paleolitico.
Il protagonista Keda, interpretato dal giovane, e qui irriconoscibile, Kobi Smith-McPhee, è il figlio del capo tribù di una popolazione stanziata in un’arida steppa asiatica. Durante la sua prima battuta di caccia al bisonte, si allontana forzatamente – per una serie di avvenimenti – dal gruppo, e l’unico modo per poter tornare a casa sarà superare l’inverno assieme ad un giovane lupo di nome Alpha.
La storia di Keda ed Alpha, fortunatamente, non è totalmente scontata, vista la continua evoluzione della trama, ricca di spunti e situazioni interessanti e, seppur le battute totali dell’intera pellicola si aggireranno sulla cinquantina, il racconto ci offre delle interpretazioni convincenti da parte di tutto il cast.
La cosa che colpisce di più di Alpha, però, non è la storia, il cast, o il meraviglioso lupo che ci accompagna durante tutto il viaggio carico di empatia, ma è senza dubbio l’intera cornice del quadro.
La scenografia curata da John Willett e la fotografia diretta da Martin Gschlacht, aiutate da una parte di componente in CGI che, ogni tanto, è invasiva, ci permettono di addentrarci in un mondo inesplorato, selvaggio ed ostico, perfetta rappresentazione della realtà umana dell’epoca. Un ambiente dove solo i più forti sopravvivono, una realtà dove ubi maior minor cessat, e chi ha un grande cuore, come Keda, è destinato – forse – a soccombere.
Alpha – Un’amicizia per la vita però ci stupisce, mettendo in risalto l’evoluzione del nostro giovane protagonista, il quale, nonostante le continue sfide che gli si pareranno davanti, proverà a diventare uomo pur mantenendo la propria purezza d’animo, senza scendere mai a compromessi.
Pertanto la scelta di Hughes di portare sullo schermo una storia “già vista” è – come anticipato – azzardata, ma non fallisce nel suo intento di trasmetterci un insegnamento conosciuto, ma sotto un’ottica diversa.
La storia proposta dall’affiatato duo non è solo il solito cliché del rapporto che si instaura tra uomo ed animale, volto a farci commuovere e struggere l’animo, ma ci offre qualcosa di più. Ci mostra come con un semplice aiuto, in questo caso a 4 zampe, e molto coraggio, l’essere umano, per quanto possa sembrare solo ed indifeso, possa riuscire a cambiare il mondo senza farsi schiacciare dalla cruda realtà.
Purtroppo però oltre alla fotografia interessante, i meravigliosi paesaggi, ed il bel messaggio, Alpha ci offre ben poco.
Non che ci si aspettasse chissà cosa, ma la sensazione di aver già intuito le varie risoluzioni nei momenti clou, e l’evolversi costante delle sequenze, non permettono allo spettatore di potersi godere appieno ciò che sta avvenendo sullo schermo.
Verdetto
Alpha – Un’amicizia forte come la vita è una pellicola interessante, qualitativamente valida, e capace di attirare l’attenzione di un pubblico variegato.
Lo spettacolo offerto durante l’intera proiezione è affascinante, seppur porti sullo schermo una storia potenzialmente già vista. Albert Hughes, nonostante ciò, riesce a creare uno script dinamico e con un focus incentrato prevalentemente su dei frame e dei risvolti più profondi ed accattivanti.
Promossa la fotografia e lo sviluppo narrativo, un po’ meno alcune scelte stilistiche, tra le quali l’apporto della CGI, e l’incapacità di sfruttare meglio gli ampi momenti di vuoto, accontentandosi della sufficienza.
Se avete apprezzato Alpha…
E volete piangere un po’ con film lacera-anima a tema “amicizia tra uomo e cane” allora non potrete fare a meno di Hachiko e Io e Marley, in queste due versioni blu-ray.