Se seguite i social network, probabilmente stamattina vi sarete imbattuti anche voi nella storia della megaofferta di Amazon, che ha messo in vendita il proprio tablet Kindle all’incredibile prezzo di 1 Euro.
Ci sono “cascati” in tanti, nel senso che non si trattava di un’involontario (e fuori tempo) pesce d’aprile, ma un genuino errore dei sistemi automatici del colosso, che dunque non si è aggiornato in tempo per correggere il tutto, facendo impazzire i social e il web che rimbalzavano l’incredibile ed inaspettata notizia.
Il Kindle in offerta infatti era anche quello con le “offerte promozionali”, la versione del dispositivo che, quando si trova in stand-by, propone delle inserzioni pubblicitarie sullo schermo. Tale versione viene venduta generalmente ad un prezzo inferiore rispetto al Kindle “normale”… ma non certo al 98% in meno.
È comprensibile che ci abbiate creduto. È normalissimo che abbiate anche fatto il megaordine, sperando di ricevere quella decina di tablet a prezzo stracciato da regalare agli amici (se siete dei tipi generosi). Quello che non è concepibile è tutto il casino che ne è scaturito.
Quello che si trattava di un ovvio errore, è stato strumentalizzato da orde di complottisti, e l’internet si è diviso da chi si lamentava del fatto che grazie a questo errore il Kindle risultava il dispositivo più venduto nel sito (quindi con un conseguente ritorno pubblicitario), e chi invece ha manifestato il suo disappunto una volta ricevuta la conferma via mail da Amazon dell’errore, e che quindi il prodotto non sarebbe stato spedito, tempestando il tablet di recensioni negative da una stella, (le potete leggere qui, sulla relativa pagina prodotto) facendo così calare la media voto del tablet (che adesso si aggira sulle 3 stelle e mezzo).
Insomma, gli errori succedono, sbagliare è umano, sbaglia anche Amazon.
Ma l’errore più grave è di chi, invece di prendere il tutto con una sana risata (andiamo, il Kindle in vendita a 1 euro? A questo punto perchè non distribuirlo per strada a mò di volantinaggio?), ha dato ancora una volta sfogo al lato peggiore dell’Internet: complottismo e azioni di disturbo.
Appuntamento con la maturità rimandato alla prossima “offerta speciale”.