American Gothic: un’estate nel segno del giallo inquietante.

Ci sono poche cose che riescono sempre a suscitare quella classica sensazione di sinistro brivido freddo: i ragni di dimensioni e abitudini bizzarre (v. Arachnophobia, film del 1990) e i bambini inquietanti alla Cole del Sesto Senso. Una volta lessi che non c’è niente di più bello della risata di un bambino, a meno che non sia in una casa vuota dove tu sei da solo, di notte.

Questo breve cappello introduttivo per lanciare subito nella mischia un elemento creepy e molto interessante, dal punto di vista stilistico/seriale, presente nella nuova seria della CBS, American Gothic, un drama misterioso e giallistico che non disdegna risvolti oscuri. Ma qual è la storia che racconta questa nuova serie tv nel suo pilot?

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LA TRAMA

La prima puntata ci presenta gli Hawthorne, una famiglia rispettata nella comunità di Boston il cui destino sembra legato ad un misterioso e spietato serial killer del passato, ricomparso dopo anni grazie al crollo di parte di una galleria, dove viene rinvenuta (per la prima volta) l’arma di uno dei molteplici delitti. Sin dall’inizio capiamo che questa serie inscenerà intrighi, segreti e intrecci di sangue da sviluppare in 13 episodi che, da quanto mostrato nel pilot, promettono ricchi e numerosi di colpi di scena.

Tutto ha inizio in una famiglia dell’alta borghesia, composta secondo una struttura patriarcale (o forse matriarcale, come si vedrà nel corso della puntata), al cui vertice troviamo i genitori Mitchell e Madeline, seguiti dai quattro i figli Alison, Tessa, Cam e Garrett, ognuno con i rispettivi figli e compagni. Ed è proprio nella curata caratterizzazione del cast, vario e eterogeneo, che sembra si fonderà la serie, anche se, bisogna dirlo, si rischia talvolta di ricadere negli stereotipi già visti in molte altre serie tv. Ma andiamo subito a esaminare i personaggi più di spicco di questo episodio pilota…

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I PERSONAGGI PRINCIPALI

Motore dell’azione, oltre alla riapertura del cold case riguardante il seriale killer (chiamato “Silver Bells” per via delle piccole campanelle d’argento che lascia accanto alle vittime), è l’attacco di cuore subìto da Mitchell, il quale è considerato da tutti quanti un padre amorevole e un uomo rispettabile ma che nasconde un lato oscuro, forse legato agli efferati omicidi del passato.

Fin dall’inizio lo spettatore è posto di fronte ad una netta distinzione tra “buoni” e “cattivi”. Tra i figli protagonisti Alison è la donna in carriera, calcolatrice e (apparentemente) priva di sentimenti. Poi c’è Tessa, tipica ragazza della porta accanto, un po’ ingenua ma anche genuina e capace di farsi volere bene da tutti. Cam, da subito dipinto come la pecora nera della famiglia, il cui talento come fumettista va di pari passo con i problemi legati alla tossicodipendenza e ad una moglie che irrompe nella sua vita come una scheggia impazzita, portando ogni volta scompiglio e squilibrio. E infine Garret, figliol prodigo dal passato confuso e dal presente misterioso, tornato a casa dopo 14 anni di assenza durante i quali ha interrotto ogni contatto con la propria famiglia (o quasi). Dai primi momenti in cui entra in scena Garrett attira l’attenzione del pubblico, sia per l’aura di mistero che lo circonda, sia per alcuni atteggiamenti bizzarri, tra i quali radersi la barba con un coltello affilato su di una roccia in giardino o dormire sul pavimento della camera, ai piedi di un comodissimo letto. La Sig.ra Hawthorne appare eterea e composta per tutto il corso della puntata, spesso dimessa nei confronti del marito, salvo poi, nel finale, rivelare un proprio forte carattere (ci fermiamo qui per non spoilerare nulla).

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IL BAMBINO INQUIETANTE

Ritengo opportuno, riprendendo le fila dell’incipit, riservare un discorso a parte per il piccolo Jack Hawthorne, figlio di Cam e Sophie (la già citata “scheggia impazzita”, tossicodipendente mai pentita, al contrario di Cam). Jack è un bambino che molti di noi descriverebbero come “particolare”, per poi pensare a quanto siamo fortunati a non avere un figlio così. Lo vediamo intento a disegnare persone strangolate, eviscerate o in preda ad attacchi di cuore. Oppure alle prese con esperimenti (secondo lui) “scientifici” nei confronti di un povero gatto innocente.

Il bambino, neanche a dirlo, sembra instaurare subito un legame particolare con lo zio ritrovato, Garret, e i due sono protagonisti di un breve ma alquanto straniante (e perciò, drammaticamente interessante) dialogo sulla scienza. Il personaggio di Jack, quindi, aprirà probabilmente a scenari e situazioni al limite incarnando così quella che, più delle altre, ci ha dato l’impressione di poter essere la marcia in più di questa serie.

Cosa ci è piaciuto?

American Gothic ha sicuramente il dono di una regia pulita accompagnata da una fotografia creepy e riesce a costruire una storia sviluppata su più piani tra loro collegati. A questo si aggiunga un pizzico di thriller che coinvolge e incuriosisce lo spettatore, nonostante il theme della serie sia già stato utilizzato in passato.

Il pilot è molto ben riuscito, intrattiene e suscita voglia di spingersi oltre, rendendo la settimana tra un episodio e l’altro lenta e faticosa da aspettare. Sembra quasi di partecipare una partita di Cluedo: le pedine dei vari protagonisti sono disposte sul tabellone e noi siamo in grado di esplorare le varie stanze della villa di famiglia, osservare l’aggregarsi delle prime fazioni e provare, con la nostra ragione e il nostro istinto, a indovinare dov’è che si nasconde il male.

Ultima nota positiva è la caratterizzazione di Jack, ad oggi la più interessante ed intrigante.

Cosa non ci è piaciuto?

A volte, durante la visione della puntata, capita di capire in anticipo la piega che una certa situazione sta prendendo e nel momento della rivelazione di turno manca quella piacevole sensazione di sorpresa. Fortunatamente ciò accade raramente e non mancano, d’altra parte, momenti di totale spiazzamento.

Come già detto, inoltre, American Gothic, ha talvolta il difetto di peccare di originalità: abbiamo una famiglia ricca ma problematica riunita da un evento tragico, un fratello dato per scomparso che ritorna portando con sé segreti e domande, fratelli più giovani che indagano di nascosto, una sorella ambiziosa che si scontra con il bene della propria famiglia e della città intera… Etc. etc., vi sa un po’ di già sentito, no?

Il rischio, se anche la scrittura dovesse calare di qualità (per ora tuttavia molto distinta), è di far colare a picco l’intera serie.

Lo continueremo a vedere?

Sicuramente sì.

Il pilot ci ha incuriosito, stuzzicandoci il palato con alcuni ottimi elementi thriller e un’atmosfera inquietante. L’intreccio narrativo ci ha coinvolti e un pregio sempre facilmente riconoscibile è quello di lasciare lo spettatore in curiosa attesa della puntata seguente, nella quale forse si riuscirà a capire di più della trama e degli intrighi ad essa sottesi.

American Gothic è una piacevole sorpresa da parte di CBS che, a nostro parere, potrebbe farvi passare un’estate nel segno del giallo, un creepy thriller denso di drama, mistero e suspense.

Federico Tufano
Un tizio qualunque a cui piace scrivere: più o meno la storia di ognuno di noi e della sua passione. Da piccolo sognavo che un giorno avrei fatto il paleontologo, per poter ammirare i miei animali preferiti: i dinosauri. Poi, quando mi hanno che i dinosauri erano tutti estinti non ci ho voluto credere e così mi sono rifugiato nel sogno, regno della fantasia dove ho tutt’ora la residenza. Spesso risulto indigesto, acido e diretto come un gancio sinistro del caro vecchio Balboa ma il mio motto è sempre stato “meglio dentro che fuori”. Forse morirò solo o forse vivrò abbastanza a lungo da farmi amare da tutti voi.